LE GORE DI PISTOIA. PARTE PRIMA

Via del Bastione Mediceo, all’inizio di Via Fermi. Sbocco delle gore riunite nella Brana
Via del Bastione Mediceo, all’inizio di Via Fermi. Sbocco delle gore riunite nella Brana

PISTOIA. In merito alle gore pistoiesi qualcosa è stato scritto in passato: per lo più si è trattato della trascrizioni di documenti d’archivio e della mappatura di tracciati e di opere idrauliche (chiodine, lavatoi, pescaie, abbeveratoi) esistenti nelle campagne.

Niente di paragonabile dunque alle ricerche sviluppate, per fare due esempi nelle vicinanze, sulle chiaviche bolognesi o sul complesso sistema delle infrastrutture idrauliche e fognarie fiorentine. Argomento, quest’ultimo, narrato con inequivocabile precisione e dettagliata iconografia da Davis Ottati (vedi), che è anche autore di una importante pubblicazione sulla risorsa idrica nel pistoiese (vedi).

Via del Bastione Mediceo. Il ponte di Via Fermi e la confluenza di Brana, Diecine e gore riunite
Via del Bastione Mediceo. Il ponte di Via Fermi e la confluenza di Brana, Diecine e gore riunite

Bisogna comunque riconoscere che in una realtà urbana minore come Pistoia può risultare quasi impossibile, a causa delle lente e inesorabili trasformazioni sociali e materiali sedimentatesi nei secoli, individuare i resti fisici tuttora esistenti, ancorché inaccessibili, degli antichi canali artificiali di derivazione delle acque.

Forse una storia organica e coerente, intrinsecamente multidisciplinare (diritto, cartografia, geologia, architettura, chimica etc.), non sarà mai scritta sull’andamento delle gore pistoiesi nel comparto cittadino. Da parte nostra ci proviamo, iniziando ad offrire un contributo, diciamo così, per episodi, che potrà eventualmente essere il punto di partenza per ulteriori ricerche storico-scientifiche.

Il riferimento indiscusso rimane la relazione dell’ingegnere idraulico Francesco Guasti del 1835, di cui abbiamo già parlato (qui), con i disegni allegati del Cavaliere Giuseppe Martelli: dei veri e propri capolavori di cartografica artistica.

Pianta della Gora di Gora del Cavaliere Martelli, allegata alla relazione Guasti, 1835
Pianta della Gora di Gora del Cavaliere Martelli, allegata alla relazione Guasti, 1835

Nella relazione, che descrive l’alfa e l’omega delle gore, cioè il punto di prelievo, dai torrenti Ombrone, Brana e Bure, e quello di reimmissione, nel torrente Brana, si legge, a proposito della Gora di Scornio: «[…] Sotto la fabbrica di questo [Ospedale del Ceppo – n.d.r.] scorre coperta la gora ed arriva alla Piazza di San Lorenzo, la traversa e si dirige verso la Via che viene dalla Porta San Marco, che è intersecata essa pure dal loro corso di queste acque. Nel punto d’intersezione di questa strada ha luogo un trabocco regolato da una calla, che esiste sulla sinistra della gora la cui altezza è determinata dalla pianta del 1730. Dal descritto luogo, la gora traversante alcune case, s’introduce prima nell’orto aperto poi nell’orto murato di San Bartolomeo e in quest’ultimo si riunisce alla gora di Gora, come abbiamo detto superiormente, e l’acque riunite servono il Mulino Rovai. Per l’irrigazione dell’antico orto aperto di San Bartolomeo oggi allivellato, le acque si traggono da questa gora mediante una calletta descritta nella Pianta del 1730. Quelle del trabocco passano nella gora di Candeggia, che gli scorre vicina, non tanto per mezzo della descritta calla, quanto per un altro trabocco aperto praticato superiormente presso la casa Barontini e opportunamente figurato nella pianta».

Dettaglio della pianta del Cavaliere Martelli. La Gora di Gora e la Gora di Scornio, attraversato il retro di San Bartolomeo, si riuniscono
Dettaglio della pianta del Cavaliere Martelli. La Gora di Gora e la Gora di Scornio, attraversato il retro di San Bartolomeo, si riuniscono

Per quanto riguarda invece la Gora di Gora, il Guasti così riporta: «[…] Segue di poi il corso dell’acque nell’orto anzidetto, e si unisce con la gora di Scornio, per passare al mulino Rovai, nel cui Bottaccio vedesi la deviazione a favore dell’orto dei padri Serviti, oggi attinente al Pacinotti consistente in un foro circolare di tre soldi e sei denari di diametro. Da quest’ultimo mulino continua a traverso i terreni ortivi una volta spettanti ai padri Serviti, e ricevute l’acque proveniente dalla gora di Candeggia, esce dalla città per le mura dette dell’Arcadia, e va ad animare il Mulino di Cittadella posto all’esterno. Prima peraltro dell’uscita dalla città si divide in due rami in prossimità delle mura essendo aperto nel sinistro fianco un trabocco, dal quale l’acque, traversate le mura, si scaricano nella Brana».

Gora di Gora e di Scornio riunite attraversano l’orto dei padri Serviti, oggi area Pupilli
Gora di Gora e di Scornio riunite attraversano l’orto dei padri Serviti, oggi area Pupilli

Ricordate il matrimonio fluviale, il luogo ameno dove Brana e Diecine si uniscono per correre indivise verso Agliana? Ebbene, nel medesimo punto si gettava il ramo summenzionato delle gore riunite, un trabocco per la precisione: oggi una vena fluida continua inesorabile a portare il proprio tributo. Si tratta dello scarico del cosiddetto fognone misto di San Marco, in cui scaricano molti edifici del centro e in cui scaricava anche l’ormai ex ospedale del Ceppo.

Non a caso con l’inaugurazione dell’ospedale al campo di volo la portata è sensibilmente diminuita. Proprio alla confluenza delle gore/fogne riunite con la Brana, grazie al copioso materiale organico conferito, ottimo richiamo per vari tipi di pesci ed anguille, capita spesso di osservare qualche nitticora, qualche gallinella d’acqua o l’airone cenerino, in attesa di una facile preda.

Le gore riunite si gettano in Brana, sotto l’Arcadia, dove oggi sbocca la fogna-canale con le acque miste del centro
Le gore riunite si gettano in Brana, sotto l’Arcadia, dove oggi sbocca la fogna-canale con le acque miste del centro

Le attuali gore riunite sono alimentate sostanzialmente dal collettore misto fognario che, a partire da via degli Argonauti, sostituisce l’antica Gora di Candeglia, sovrapponendosi ad essa o discostandosi di poco. Per quanto riguarda invece il tratto da via del Bottaccio a via Malpighi, indicato nella rappresentazione del Martelli come Gora di Gora e Scornio riunite e passante nell’antico orto monastico dei padri serviti, oggi area Pupilli, sarà possibile osservarlo soltanto dopo i lavori di realizzazione del parcheggio di superficie e lievemente rialzato nella zona in questione.

Lavori che consentiranno quindi un recupero architettonico dei manufatti idraulici e la fruizione visiva di un importante patrimonio ipogeo dimenticato.

Scarica: http://www.scribd.com/doc/216334001/I-Mulini-a-Pistoia-Nel-1350

lorenzocristofani@linealibera.it

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