CUTIGLIANO. Ricevo e passo in pagina questa lettera di un lettore:
Egregio dott. Bianchini, le invio alcune mie riflessioni che spero vorrà pubblicare sul quotidiano online “Linee Future”, di cui è direttore. Il fatto che riporto, accaduto durante un dibattito pubblico di avvicinamento al voto per le Amministrative 2014 del Comune di Cutigliano, credo descriva in maniera inequivocabile quanto la politica “tradizionale” è distante e incapace di dialogare con i cittadini.
Non mi piace, non mi piace e ancora non mi piace il comportamento che giovedì 15 maggio u.s. il candidato Sindaco Tommaso Braccesi ha tenuto, nell’assemblea pubblica di Pian degli Ontani, nei confronti di una persona le cui colpe sono quelle di essere simpatizzante per una lista civica “avversaria” del Sig. Braccesi e di chiedere risposte chiare e non in politichese, su questioni che fotografano bene il degrado e il declino politico, economico e sociale che ha colpito la Montagna Pistoiese.
Per questo la persona che ha posto le domande, è stata tacciata di essere provocatoria, inopportuna e di porre problematiche a cui nessun cittadino è interessato. Molte persone hanno reclamato, da tempo e in più occasioni, chiarezza sui temi posti e la politica ha sempre rifiutato sistematicamente di rispondere in modo esauriente. Questo può provocare fra la gente comune, un minimo di frustrazione e di insistenza nel sollecitare quanto richiesto.
È questa tuttavia l’autorevolezza a cui il candidato sindaco Braccesi ha fatto frequentemente riferimento durante tutta la serata oppure l’autorevolezza è la capacità di sostenere la bontà delle proprie idee e posizioni in modo pacato? Perché il candidato sindaco si è sentito in dovere di rimarcare il fatto di “poter andare in giro a testa alta”? Chi lo ha accusato del contrario? Queste non sono forse argomentazioni pretestuose per evitare di rispondere alle domande nel merito?
Come mai il candidato sindaco non ha voluto spiegarci e fare autocritica sulle ragioni per cui la sua area politica di riferimento, ha apertamente e palesemente appoggiato il depotenziamento dell’ospedale Pacini e sulle responsabilità politiche che hanno permesso che il disastro della Comunità Montana si consumasse, senza che nessuno, anche e soprattutto fra i gli amministratori del Pd di quell’ente, si fosse “accorto di nulla” per moltissimo tempo?
Quest’ultima analisi permetterebbe in futuro di evitare errori già commessi, come purtroppo l’attualità nazionale conferma con frequenza (vedi Expo 2015), magari nel gestire efficacemente quelle deleghe della ex Comunità Montana che si vuole riportare in Montagna. Come possiamo pensare che questo candidato saprà essere indipendente rispetto all’area politica che rappresenta se non riesce nemmeno a spendere parole critiche rispetto a un passato che è sotto gli occhi di tutti?
Sulla questione ospedale Pacini il sig. Braccesi ha spiegato di voler riaprire la discussione nella conferenza dei sindaci per favorire un soccorso rapido e celere, potenziare l’assistenza domiciliare e incalzare l’Asl per migliorare alcuni servizi e far riprendere gli investimenti.
Quello che non ho sentito è quale è l’obbiettivo che il candidato si pone con specifico riferimento ad un serio potenziamento dell’ospedale di San Marcello. Possiamo pensare di tornare ad avere un vero ospedale e non un Piot e un vero pronto soccorso e non un Pps (su queste vedete qui – n.d.r.)? È lecito o utopistico sperare di tornare ad avere le strutture e i servizi presenti e pienamente funzionanti come era nel 2009/2010, dei quali la stessa Asl vantava l’ eccellenza in termini di costi, professionalità ed efficienza su molti documenti ufficiali? Dove era la politica quando i camion portavano via gli arredi e le apparecchiature dell’ospedale Pacini, ben prima che avvenisse la vergognosa firma dei patti territoriali?
Se quelli sopra indicati non sono argomenti da affrontare in una campagna elettorale, sono pronto a essere accusato di essere inopportuno e provocatorio. Se invece la politica fosse stata attenta alle rimostranze dei cittadini forse molte di queste cose sarebbero già state affrontate e per usare le parole del sig. Braccesi, “questo rappresenterebbe un segnale che la Montagna Pistoiese ce la può fare”, perché la politica dimorerebbe di aver fatto tesoro e di aver imparato qualcosa di buono dai propri errori.
Un ultimo commento, questo sì polemico, nei confronti dell’assessore regionale all’agricoltura con delega alla montagna, sig. Gianni Salvadori, che secondo quanto riportato dal sig. Braccesi, ha detto di non essere mai stato a Cutigliano in 4 anni di mandato perché non invitato. Le relazioni e le amicizie influenti probabilmente rivestono una grande importanza nella politica, come sostiene il sig. Braccesi, ma sentir dire che un assessore regionale dichiara, di non aver visitato un luogo perché mai invitato prima, dimostra una volta di più quanto la politica spesso non conosca i luoghi e i bisogni delle realtà che dovrebbe amministrare e come quella stessa politica continui a mostrarsi molto attenta ai richiami degli amici e palesemente sorda di fronte alle necessità dei cittadini.
Naturalmente non sono l’avvocato difensore di chicchessia, ma volevo solo rendere pubbliche le mie riflessioni dopo quello a cui ho assistito e su cui ho molto riflettuto nei giorni successivi.
Distinti saluti
Egidio Ceccarelli
One thought on “«UN MOMENTO DI BRACCESI CHE NON MI È PIACIUTO PUNTO»”
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