UNA CITTÀ E IL SUO CENTRO STORICO MALMESSO

Un esempio di orrore...
Un esempio di orrore…

PISTOIA. Come recuperi artistici certamente non siamo all’avanguardia, basti pensare alle asfaltature di strade antiche, come via Palestro, o piazze come quella delle Scuole Normali, piazza San Bartolomeo, avvenute nel silenzio più totale dei pistoiesi e di quello dilagante e consolidato dell’intellighenzia storico-artistica.

Come testimonianza di “città verde” che esporta piante ovunque, sia nelle piazze sopracitate, dove sono state collocate cassette di legno con arbusti assai modesti, sia qua e là, ove possibile, per la città non abbiamo assistito all’impianto di alcun albero da ombra degno della nostra fama di vivaisti.

Città come Forlì, che comprano le loro piante a Pistoia, hanno il centro letteralmente “invaso” da alberi d’alto fusto che ossigenano l’aria e ristorano con la loro ombra. Gli unici viali alberati, non più di tre o quattro, sono il lascito di tempi passati. Complice in tutto ciò anche quella parte di cultura pistoiese che, in gran pompa, appare ovunque con fiumi di scritti e di parole ma senza produrre mai, o quasi mai, fatti concreti capaci di incidere sulle scelte dell’amministrazione anche quando si tratta di decisioni che riguardano l’aspetto più visibile della città.

Piazza del Duomo è un altro esempio eclatante di quanto asserito. Pietre dissestate o rovinate, stuccature di fughe col catrame, gibbosità dovute ai carichi eccessivi cui la piazza è sottoposta durante il corso dell’anno, perfino un sostegno in pietra del passamano di ferro del Tribunale, forse rovinato o distrutto, è stato sostituito indegnamente con un bidone di plastica arancione e gli esempi potrebbero continuare.

Sin dalle sue origini Pistoia ha fatto della pietra l’elemento principale dei suoi edifici, delle sue strade, delle sue piazze: oggi, di questo elemento da curare e mantenere, se ne perdono via via brandelli sempre più cospicui.

Vi sono marciapiedi e strade ove convivono in stretta e avvilente contiguità pietre ed asfalto o altri casi come le principali vie centrali, Cino, Curtatone, Can Bianco, Globo ecc. dove il monotono e inespressivo manto di asfalto ha cancellato memorie secolari degne invece di essere conservate e lette anche sul selciato storico di queste strade. Altre vie, come via Panciatichi invece, sono state del tutto abbandonate.

Chiunque può vedere lo stato del pavimento stradale ampiamente sconnesso con ancora qualche lamiera a coprire buche lasciate da chissà quanto tempo. Analoga situazione per via San Pietro che mostra, con avvilente evidenza, pietre ed asfalto in una contrastante contiguità.

Non pretendo di vedere rilastricate tutte quelle vie che avevano una volta il loro pavimento di bozze austere, ma ci si potrebbe almeno sforzare di recuperare e mantenere almeno quelle del cuore storico di Pistoia che rappresentano l’immagine della città dinanzi al mondo e che ancora mantengono (o mantenevano fino a poco tempo fa) la loro veste originale.

Come altri scempi del genere, tutto è avvenuto nella totale acquiescenza dei cittadini e di quella, complice e colpevole, delle forze di opposizione ammesso che ancora ci siano.

Paolo Nesti

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3 thoughts on “UNA CITTÀ E IL SUO CENTRO STORICO MALMESSO

  1. SEGNI SULLA PIETRA

    Segnalerei anche queste parole: «Tra le pagine degne d’un’antologia ideale indicherei subito “Segni sulla pietra”, che comincia con una “lettura” dei selciati dei marciapiedi torinesi come documento mineralogico, antropologico, storico, e termina con amare riflessioni sull’ indistruttibilità della gomma da masticare». Si sta parlando di Primo Levi.
    Le potete trovare qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/03/06/due-mestieri-di-primo-levi.html.
    A Nesti è sfuggito lo scempio che impesta e insudicia tutte le vie del centro di Pistoia. Non c’è un angolo in cui la pietra serena si salvi.
    Dicono che dalla Merkel, a chi butta una gomma masticata per terra, spetta una multa da 20 €.
    Ah, già… Ma qui siamo in Italia.

    Il direttore

  2. Molto potrebbe essere fatto partendo da lontano, vale a dire dalla scuola.
    La materia “Educazione civica” non esite davvero nella pratica.
    Gettare le gomme, le cicche di sigaretta, cartine di caramelle, lasciare bottiglie per terra, far defecare allegramente i cani sui marciapiedi, scrivere sui muri etc, potrebbe essere, almeno in parte, evitato dando importanza, al pari delle materie considerate fondamentali, fin dai primi anni scolastici.
    Risolvere bene un problema di matematica sputando per terra e gettando una sigaretta in un giardino, non è un successo.
    Forse anche i Vigili urbani troverebbero qualcosa di diverso da fare nella loro vita lavorativa al di là dei divieti di sosta?
    In più, con quello che si paga, un poco più di attenzione da parte del Comune per la manutenzione delle strade del centro storico sarebbe benvenuto.
    Comunque…siamo in Italia,

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