1° maggio. SE ANCHE LA SINISTRA TRADISCE

 

Quarto Stato - Pellizza da Volpedo - particolare - Modified---
Non c’è più rispetto per nessuno

Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti non conoscono.

Primo Levi

Traditi da tutti
Traditi da tutti, ma ancor più dalla sinistra

DIFFICILE OGGI identificarsi con Faussone, il personaggio del primo romanzo d’invenzione di Primo Levi, un elogio del lavoro, difficile per questi tempi in cui il lavoro è stato frantumato in tante piccole briciole non più connesse e in cui la parola d’ordine è flessibilità, competizione, crescita in un mondo finito dove la sostenibilità ha un grosso prezzo, sull’ambiente e sulla vita delle persone.

Ogni anno siamo a festeggiare il giorno del lavoro, della dignità, della coesione.

Noi però oggi, in questo tempo storico, sperimentiamo la mancanza di lavoro per molti, la privazione della dignità, la poca coesione sociale messa a dura prova da un capitalismo flessibile che corrode i legami comunitari e che mette al primo posto la massimizzazione del profitto utilizzando le persone come risorse umane, esuberi, scarti del sistema.

Nella dichiarazione di Filadelfia del 1944, concernente la finalità e il proposito dell’Organizzazione internazionale del lavoro, si legge: il lavoro non è una merce.

“Durante il trentennio successivo alla dichiarazione di Filadelfia, la legislazione sul lavoro prodotta dai parlamenti, la giurisprudenza delle corti ordinarie e costituzionali e la dottrina elaborata dai giuslavoristi – l’insieme cioè di quanto si sussume nell’espressione “diritto del lavoro” – si sono sviluppate, nei maggiori paesi europei, perseguendo in misura predominante l’affermazione del principio posto dall’Organizzazione in cima ai propositi.

In Italia uno dei punti più avanzati dalla legislazione orientata a tale principio è stato toccato con la legge 20 maggio 1970 n. 300, nota come Statuto dei Lavoratori. Per contro, a partire dalla metà degli anni 70, si è avuta una inversione di tendenza, una ri-mercificazione del lavoro, in sintonia con il ritorno del liberismo, che ha avuto in Europa una formidabile testa di ponte nei governi conservatori di Margaret Thatcher”.

Quarto Stato - Pellizza da Volpedo - particolare - Modified
Quarto Stato. Pellizza Da Volpedo, particolare

Prendiamo il caso esemplare del Jobs Act del governo italiano presieduto da Matteo Renzi; esso abolendo di fatto l’articolo 18, prepara la cancellazione dell’intero Statuto dei lavoratori, opponendo i tutelati dall’art. 18 ai non tutelati e, invece di estendere la tutela a tutti, la toglie ai primi con la scusa di tutelare gli “ultimi”. Risultato: precarizzazione generale.

Oggi in questa “quarta rivoluzione industriale”, in cui la tecnologia nella sua espansione rischia di fare a meno del contributo umano, il lavoro rischia sempre più di scomparire e dissociarsi dalla vita delle persone.

Il primo articolo della nostra Costituzione, a cui ultimamente si cerca di mettere mano per “ritocchi” proprio da un governo che “idealmente” dovrebbe custodirne e avverarne quei principi spesso disattesi, recita che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

L’Italia prevalentemente agricola che esce dalla guerra, ricorda e vuole tramandare cosa significa avere un lavoro come patto sociale, integrazione, difesa della democrazia contro nuove derive autoritarie.

Quando si priva o non si dà la possibilità di una vita dignitosa attraverso il proprio contributo, il valore della democrazia non viene più apprezzato, non c’è libertà. Non può esserci pace senza giustizia sociale.

Vi piace così come oggi?
Vi piace così come oggi?

Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale.

Tuttavia l’orientamento dell’economia ha favorito un tipo di progresso tecnologico finalizzato a ridurre i costi di produzione in ragione della diminuzione dei posti di lavoro, che vengono sostituiti dalle macchine.

Per il neoliberismo siamo risorse per l’economia, non è l’economia a essere risorsa per noi. E non è neppure la cosa peggiore che possa capitarci: quanti non sono risorse diventano esuberi e rischiano di essere ridotti a vite di scarto.

Dobbiamo chiederci se possiamo ancora sostenere un sistema che non rispetta la dignità dell’uomo sacrificandola sull’altare del profitto; se questa “ideologia”, mai così forte come oggi, proprio in ragione della sua accettazione acritica, possa ancora espandersi e non incontrare un inversione di tendenza in esempi virtuosi del passato e non (economia comunitaria, Olivetti, economia civile, economia del dono, decrescita, Latouche ecc.).

A porto Torres
A Porto Torres. Ma i politici si fanno d’oro…

Il costo umano della flessibilità è alto, vuol dire mancare l’appuntamento per un vivere armonico, senza l’oppressione e la corrosione dei legami fra le persone. Insomma citando S. Ireneo, la gloria dell’uomo è “l’Uomo Vivente”, l’uomo che fa e che dà il suo contributo; si può spengere la vita delle persone privandole del loro prezioso, insostituibile segno su questa superficie in divenire che è la terra e della Vita.

“Le persone che hanno perso il lavoro, che non riescono a trovarlo (disoccupati primari) o a ritrovarlo (disoccupati di lunga durata) e che subiscono il processo di desocializzazione progressiva, soffrono.

“Oggi di fronte ai rischi dell’esclusione tutti sono partecipi di un sentimento di paura per sé, per i familiari, per gli amici o per i figli. Insomma tutti sono consapevoli del fatto che in Europa aumenta il numero degli esclusi, e si moltiplicano le minacce di esclusione.

“Non tutti invece pensano che le vittime della disoccupazione, della povertà, e dell’esclusione sociale siano anche vittime di un’ingiustizia”…

[*] – Lettore, ospite

[Massimiliano Filippelli]

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One thought on “1° maggio. SE ANCHE LA SINISTRA TRADISCE

  1. Buona sera, la sua tesi è interessante ma rappresenta solo una parte della verità: manca tutta la parte, cospicua, del ruolo, nefasto che l’ipersindacalizzazione e i corporativismi hanno avuto e tutt’ora svolgono in questo paese, manca di dire che c’è una larga fetta parassitaria annidata nel pubblico, che campa benissimo facendo pochissimo. Omette di ricordare cosa era l’Inghilterra nei primi anni 80, prima dell’avvento della Thatcher, un paese in crisi economica e morale, con una disoccupazione molto più alta di ora. tace sul fatto che la via italiana al precariato è stata iniziata e consolidata dal Sig Treu, coi suoi co.co.co, col beneplacito dei sindacati. Che ora si scagliano contro una delle poche cose decenti, anche se incom’plete, fatte da questo governo. Il Job’s act, i cui limiti sono evidenti (uno su tutti non averlo esteso al pubblico impiego) ma che rappresentano un passo verso la realtà.
    E lasciamo perdere la decrescita fighetta di Latouche, che è roba per ricchi: la decrescita vera, la stiamo sperimentando dal 2008 e non è un bel vivere. Infine:quando mai la Costituzione è stata applicata in Italia? Ancora di più: la Costiuzione è un costrutto umano, che cambia con l’evolversi della storia. Niente è eterno, figuriamoci un pezzo di carta, scritto e mai applicato. Detto da uno che scrive quello che scrive su Renzi e renziani.
    Massimo Scalas

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