1º maggio. ANCHE IL CARC PISTOIA AL SIT IN DI FRONTE ALL’OSPEDALE SAN JACOPO

L’adesione al sit in

“La doppia importanza del nostro essere scesi oggi in piazza”

PISTOIA. Al sit in indetto davanti all’ospedale San Jacopo dal comitato pistoiese Diritti e Beni comuni in occasione della festa dei lavoratori come segno di ringraziamento agli operatori di tutti gli ospedali italiani ha aderito anche il Carc di Pistoia che ha diramato un comunicato per spiegare i motivi della propria presenza:  

Essere scesi in piazza per questo primo maggio ha una doppia importanza: significa affermare la centralità del lavoro e ribadire con forza da quale parte della barricata vogliamo stare.

Parlare di unità nazionale significa ingannare le masse popolari. Nel nostro paese ci sono 2 Italia: quella di chi per vivere deve lavorare e quella che vive del lavoro altrui.

Noi del Partito dei CARC stiamo dalla parte di chi per vivere deve lavorare, per questo motivo abbiamo aderito alla manifestazione indetta dal comitato pistoiese Diritti e Beni Comuni e per questo motivo sosterremo ogni mobilitazione che verrà messa in campo dai lavoratori di ogni categoria nel prossimo periodo.

Non ci interessano le idee di chi abbiamo di fronte; non ci interessa il sindacato al quale sono iscritti oppure l’organismo politico che votano alle elezioni. I lavoratori, in modo particolare la classe operaia, sono l’unica forza propulsiva capace di invertire il corso delle cose. Per questo motivo siamo e saremo sempre al loro fianco.

In tutti questi mesi i governi che si sono succeduti alla guida del paese non hanno preso nessuna misura veramente a favore dei lavoratori.

Il governo Draghi ha deciso di eliminare Quota 100 e di procedere con lo sblocco dei licenziamenti, misura che determinerà una moria di posti di lavoro nei prossimi mesi.

Tutto il paese è attraversato da un capo all’altro da proteste di tutte le categorie, che sempre di più stanno entrando nell’ottica di fare fronte comune contro le misure della classe dominante. È chiaro che nessuna soluzione potrà arrivare dagli stessi che ci hanno sprofondato in questa situazione e la posta in gioco adesso è la presa del potere politico da parte dei lavoratori e del resto delle masse popolari.

L’attuale classe dominante, pur avendone i mezzi, non ha la volontà politica di porre rimedio all’emergenza e non ne ha la possibilità: risolvere la pandemia significa trasformare radicalmente la società, superare il capitalismo e instaurare un nuovo e superiore modo di produzione e di gestione della società, il socialismo.

L’unica strada positiva è la ribellione, l’organizzazione e la mobilitazione per rovesciare il governo della classe dominante e installare un governo di emergenza popolare. Non importa se, al momento, mille fattori alimentano nelle masse popolari scetticismo e sfiducia rispetto alla possibilità di perseguire questa strada.

Dobbiamo imparare a far valere la forza delle masse popolari organizzate, insegnare loro a contare sulle proprie forze e a combattere fino all’instaurazione del socialismo. Nel nostro paese abbiamo gli esempi del Biennio Rosso e della Resistenza: momenti nei quali i lavoratori giocarono un ruolo decisivo nel cambiare le sorti del paese.

Per costituire un governo di emergenza popolare e avanzare verso il socialismo dobbiamo riprendere il cammino intrapreso in Russia dai Soviet e in Italia prima dai partigiani e poi con i Consigli di Fabbrica.

Questa è l’unica strada per sconfiggere la pandemia e la soluzione definitiva alla crisi del capitalismo!

P-carc pistoia

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