2 giugno. SE QUESTA È UNA COSTITUZIONE

Sono un Pinocchio
«Sono un Pinocchio»

PISTOIA. Succede che il 2 giugno, oltre a festeggiare la nascita della Repubblica italiana, ci si debba sorbire in prima serata sulla Rai un Benigni eccitatissimo che legge e commenta i principi fondamentali di quella che lui chiama acriticamente “La Costituzione più bella del mondo”.

Si sa, esser politicamente corretti e tessere le lodi della nostra Carta sono i modi migliori per assicurarsi visibilità nei salotti buoni e, in futuro, un posto in paradiso.

Se poi ci mettiamo anche che quel simpaticone toscano vinse tre Oscar col suo film sull’olocausto “La vita è bella” (sia mai che un Oscar venga assegnato a un film in cui gli americani sfoggiano la loro utile e fantastica potenza militare, vedi “American sniper”), ci sono tutti i presupposti per poter leggere il suo nome sui libri di storia dei prossimi mille anni.

Dobbiamo incolpar lui per tutti quei pecoroni che, dal ’97 in poi, hanno iniziato a berciare di prima mattina “buongiorno, principessaaaa!”.

Ma Benigni è un tipo di ruffiano molto particolare, perché ha dichiarato che ad ottobre voterà in favore della riforma costituzionale. Un amante della Carta che la vuole cambiare? Nessuno se lo sarebbe aspettato, come nessuno avrebbe creduto che un Feltri si sarebbe prestato a certa propaganda degna d’un regime. La vita riserva sempre nuove sorprese.

Sono davvero bugiardo...
«Sono davvero bugiardo…»

E se a un comunista non puoi certo spiegare che i grandi problemi di oggi derivano dalla mancanza di liberismo della “più bella del mondo” (il lavoro come un diritto, lo Stato che lo deve garantire, lo Stato che deve livellare le differenze sociali e molto ancora), sarebbe però il caso di rammentare che per fortuna nel mondo c’è qualcuno che, a differenza nostra, non ripudia la guerra.

Non ci sarebbe difatti stata alcuna Costituzione se gli Stati Uniti non avessero dichiarato guerra al nazismo e al Giappone e, successivamente, lanciato le due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Non ci sarebbe alcuna Repubblica se Roosvelt avesse dichiarato che non è tramite l’uso delle armi che si risolvono i conflitti internazionali. Dunque non ci sarebbe stato nessun Benigni sulla Rai in prima serata se tutti l’avessero pensata come la pensa adesso lui.

Lasciamo stare Benigni sulla tv di regime e usciamo da questa infernale gabbia del politicamente corretto. Abbiamo le scatole piene degli elogi a questa parodia di Costituzione e, mi permetto di aggiungere, degli Oscar ai film che denunciano l’olocausto e lo schiavismo.

[Lorenzo Zuppini]

 


 

QUEL FURBACCHIONE DI REMIGIO

AL QUATTRINO SEMPRE LIGIO

 

Quando Benigni era proletario e berlingueriano
Quando Benigni era proletario e berlingueriano

PISTOIA. Nel film Non ci resta che piangere, ho avuto l’onore di interpretare Remigio, non solo il fratello di Vitellozzo, ma pure il secondo nome anagrafico di Roberto Benigni.

Roberto è un artista magnifico ed è un caro amico, ma è sempre stato un furbacchione.

Ora leggo del suo appoggio a Renzi, del suo cambio di pensiero sulla Costituzione, ma lui ha sempre puntato verso i vincitori, le platee piene, il successo E naturalmente i soldi – e credetemi, tanti.

Roberto è nato con le feste dell’Unità, quando i giovani di sinistra, una sinistra sparita da anni, riempivano gli stadi, accusando Berlusconi, destra e chiesa.

Poi dopo ha cercato di riprendere quel popolo che accusava, ha fatto Dante, i 10 Comandamenti e il Papa gli ha aperto le porte del Vaticano.

Film dopo la Vita è bella, in cui ho avuto la fortuna di partecipare in una piccola parte; e i tanti oscar vinti: ma non è più riuscito ad alzare le qualità sulla pellicola; quando tocchi la vetta, puoi solo discendere.

E a noi Non ci resta che piangere
E a noi Non ci resta che piangere

Ora deve trovare spazio su Rai 1, Renzi e la Chiesa, i giovani sono persi perché molti votano il Movimento 5 stelle e allora il furbacchione Remigio cosa deve fare? Riprendere le sue platee di giovani diventati anziani, dove come il suo Matteo predilige, destra e sinistra non contano.

La Chiesa, dove è molto più sarcastico Papa Francesco del famoso Benigni e i suoi adepti, che si sono scordati, negli anni, di quello che Roberto!

Ho la fortuna di conoscere da anni quel furbacchione di Remigio e non vi offendete, fa solo quello che fa un presidente di un’associazione per disabili, un presidente di una fondazione bancaria con tanti soldi da gestire, un politico che cambia idea girato l’angolo.

Come si dice a Pistoia, tira l’acqua al suo mulino, ma credetemi è circondato da tanti amici!

Un abbraccio a Linee Future e grazie per esserci!

[Massimo Bianchi – Loppa]

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One thought on “2 giugno. SE QUESTA È UNA COSTITUZIONE

  1. Ciao Lorenzo, sai che non sono un ammiratore di Renzi…ma manco un pochino,…. però io voterò si per una serie di ragioni che spero si possano evidenziare in una discussione sul merito dei cambiamenti proposti e su ciò che finalmente abbandoniamo. L’inizio non è incoraggiante se tutta Italia parla da due giorni di Benigni. Il quale, sono perfettamente d’accordo con Loppa, è un grandssimo e abilissimo, nonchè intelligente, furbastro. Io amo il Benigni dissacrante prima maniera e anche film che mi hanno fatto pisciare dalle risate come Jonny Stecchino e il Piccolo Diavolo. Poi secondo me la svolta in negativo, l’abbiamo avuta, con il trionfo agli oscar con un film che più paraculo non si poteva: secondo me un insulto ai morti nei lager contrabbandato per visione poetica e delicata di un orrore. Da lì in poi solo abili e dotte furbate e film davvero mediocri…del resto la vena artistica col tempo si prosciuga in molti e non altrettanti ce la fanno ad uscire di scena in silenzio.
    Massimo Scalas
    PS. anche io apprezzo molto gli USA per certe cose, a cominciare da una Costituzione snella, fatta di pochi articoli e ben comprensibile, ma non dimenticarti che il loro interventismo non è stato solo la sconfitta del nazismo…dopo di allora c’è stato il Vietnam e sopratutto i disastri in Afaghanistan e Iraq….per non parlare della Libia…

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