2 giugno. UNA SIGNORA CON 70 ANNI DI VIOLENZE ADDOSSO

Dalla Cosituente alla Boschi
Dalla Cosituente alla Boschi d’Etruria

LA REPUBBLICA ITALIANA ha settant’anni e li porta proprio male!

Ha avuto sicuramente tutte le malattie possibili e immaginabili e si vede.

Non necessariamente a settanta anni si deve essere “vecchi”: esistono signore che sono ancora belle e che danno, come si suol dire, i punti alle giovini signorine tacco 12 e cervello zero. Ogni riferimento alla Maria Elena Boschi è puramente casuale.

Resta il fatto che questa Signora Repubblica ha settanta anni e è sdrucita nei suoi abiti, rincoglionita nella testa e vanamente aggrappata al ricordo di Via Tomba, dove ha sicuramente esercitato, vista la prole e visti i tanti figli di mignotta che invadono il teatrino politico e di esso si alimentano con grande voracità.

Quindi, per farla breve, tenetevi pure la vostra festa e ascoltate il profluvio di discorsi modaioli e l’inevitabile peana alla nostra Costituzione che tutti chiamano affettuosamente Carta.

Da De Nicola a Mattarella
Da De Nicola a Mattarella

Ricordiamoci che «l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione».

Basta questo art. 1 per poter dire che da settanta anni questa Signora è fatta prostituire agli altri, quelli con i dineros, e si nega regolarmente a noi.

Abbiamo un Presidente del Consiglio arbitrario e non eletto dal popolo e un Presidente della Repubblica che collegialmente, da Giudice Costituzionale, sancisce l’illegittimità delle rappresentanze popolari e dalle medesime si fa poi eleggere Presidente di tutti gli italiani (meno chi scrive e pochi altri, direttore compreso).

Poiché so benissimo di essere maggioranza in questo comune pensare e poiché ho imparato che il termine democrazia è come un lenzuolo e cioè lo si tira dalla parte più conveniente, oggi, 2 Giugno, mi “diletterò” nella compilazione della denuncia dei redditi cercando di poter mettere in detrazione anche gli starnuti, se previsti.

Nonostante tutto farò un’opera buona, anzi due.

La prima, dopo una vita, sarà quella di non dare più l’otto per mille alla Chiesa Cattolica perché non voglio essere moralmente partecipe delle castronerie e del business-accoglienza attraverso il quale qualcuno si sta facendo ricco sulla pelle di migliaia di disgraziati che andiamo a prendere a dieci/dodici miglia dalle loro coste: chiamiamo questa azione “salvataggio” invece di chiamarla “servizio taxi” fronte casa.

Da De Gasperi a Renzi
Da De Gasperi a Renzi

Questa Europa vigliacca (nella quale l’Italia è parte, anche se minima e spernacchiata) dimostra di essere il più mostruoso agglomerato criminal-economico in attività.

Non per questa Europa delle Banche milioni di giovani si sono battuti e neppure per questa Europa di burocrati e parassiti politici: andate e ditelo ai vari Giorgio Napolitano e ai suoi degni sodali che oggi  saranno in bella mostra sugli schermi della Tv di Stato, ovvero di Regime – altra meravigliosa presa di culo.

La seconda cosa che farò, estendendo l’invito ai pochi amici che sopportano me e ciò che scrivo, sarà quella di devolvere il cinque per mille all’Ospedale Meyer di Firenze.

Non mi farò infinocchiare guardando volti di bimbi malati sulla cui pelle, a mio parere, in certi casi si sta commettendo un crimine, quello di violentare il buon cuore delle persone indirizzando i proventi secondo il principio della carità che deve produrre utili: a buon intenditor poche parole.

Scusate se mi ripeto: Ospedale Meyer di Firenze.

Adesso mettetevi la divisa, democratici del 2 Giugno, ed andate a sfilare lungo i Fori Imperiali. Portate anche l’ombrello, perché oggi piove.

Anche cacca.

[Felice De Matteis]

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