25 aprile. CARI DEMOCRATICI E CARI “ANPISTI”, LA LIBERTÀ L’AVETE AMMAZZATA VOI CON LA VOSTRA INSULSA RETORICA ANTIFASCISTA!

Il sogno della legalità e del rispetto è un sogno per bischeri patentati o beneficati dal sistema: un sistema che ha sempre fatto acqua (e quattrini, ma per pochi) da ogni parte; e da cui non ci liberiamo con le magnifiche “sbrodolate”, copiate dall’anno prima, sui valori assoluti e altisonanti che oggi tutti (anche quelli che hanno la bocca piena di dantesca merda infernale) sbandierano come se fossero veri

Un’entità nazionale che condanna a morte uno solo
e salva tutti gli altri colpevoli, è un regime

 

Non sventolate, oggi, le bandierine del 25 Aprile. Pregate, invece, laicamente, per i nostri morti inutili: tutti quelli che sono sempre serviti solo a far star bene e a comandare i veri fascisti dell’anima, gente immortale che nessuno riesce mai a levarci dai piedi!

 

I VERI MAESTRI NON IMPONGONO MAI

“DOTTRINE” ETICAMENTE PERFETTE

 


 

«DIETRO A OGNI articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione».

Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955

L’amico Alessandro Grassini ha ribattuto queste righe di Piero Calamandrei sul suo Facebook per onorare il 25 Aprile 2021.

Io ripenso alle bandiere dell’Anpi che sventolano e, onestamente, mi si piglia male nel considerare come certi falsi democratici, con il popò al caldo, ma attaccati a vessilli che grondano di sangue vero, di quello indubbiamente versato per la libertà, si facciano grandi dopo aver sistemato – come alcuni e/o forse molti di loro – le proprie famiglie in posticini protetti & sicuri con manovre e princìpi tutt’altro che degni della parola libertà a loro ignota.

L’Italia non è un paese libero: lo hanno impedito perfettamente cattolici e comunisti. Non è libero perché dove nessuno alza la voce quando sindaci, dirigenti, magistrati, avvocati, giornalisti, geometri, ragionieri, ingegneri, commercialisti, medici, professori, ministri, minestre, minestroni, non presidenti della repubblica, massoni, palamari, calamari, datteri di mare e totani; quando tutta questa gente è carne vivente dell’ingiustizia, dell’illegalità, del compromesso più marcio che, in maniera dittatoriale, detta le linee di ciò che è o non è giusto a favore di alcuni e a danno di altri, si ha voglia a sventolare le bandierine: quello è e resta un paese schiavo e in mano a cosche che fanno ciò che vogliono rovinando le vite altrui.

Il sogno della legalità e del rispetto è un sogno per bischeri patentati o beneficati dal sistema: un sistema che ha sempre fatto acqua (e soprattutto quattrini, ma per pochi) da ogni parte; e da cui non ci liberiamo con le magnifiche “sbrodolate”, copiate dall’anno prima, sui valori assoluti e altisonanti che oggi, 25 Aprile, tutti (anche quelli che hanno la bocca piena di dantesca merda infernale) sbandierano come se fossero veri.

Masaccio. San Paolo, un santo ignoto ai preti di oggi che saltano perfino il seminario

La vera libertà è quella di una terra non in mano ai giudici alla Palamara; ai politici corrotti; ai preti gay che pretendono di essere gay, santi e preti al tempo stesso (ma si studino un po’ di San Paolo!); ai prefetti che non fanno ciò che devono con gente che è diventata sindaco a caso, e segretari comunali che mantengono gli enti locali con la testa sotto le loro scarpe chiodate; a capi dello stato che si fanno eleggere, come Mattarella, da un parlamento che hanno, loro stessi, definito e bollato come illecito mentre indossavano la toga dei giudici della Costituzione di Calamandrei.

Sepolcri imbiancati. Penso a questa nostra provincia-sarcofago e mi prende una pena profonda per tutti i rovinati dal tribunale – e ne conosco tanti, oltre me –; dai democratici indegni, che circolano liberi e indisturbati; dai servi infedeli dello stato e fedeli solo al loro portafoglio pieno di sterco del diavolo.

Dai professori-educatori che, in consiglio comunale (Montale), parlano delle forze dell’ordine come dei fascisti, perché quello è il loro libro di testo con una sola parola, l’unica che conoscano; dagli assessori pasquali (Agliana) che si permettono, sempre dal consiglio, di dileggiare i carcerati e i latitanti, come dicono loro, tronfi di boria e d’aria per la troppa bottarga e bavette ingurgitate a cena la sera prima; ma anche dai comandanti di certe polizie municipali (Quarrata) che non multano il loro sindaco perché devono a lui la loro fortuna, o che falsificano documenti e dichiarazioni, ma sono lasciati liberi di circolare, e di fare danni a destra e a manca, da una procura della repubblica che attacca e violenta la libertà di espressione, di critica, di cronaca (povero Calamandrei!), ma che scorda l’inceneritore di Montale, la discarica del Cassero, il cloruro di vinile e i tumori “speciali” di Casalguidi, gli abusi edilizi fioriti come metàstasi in tutta la provincia e assessori e politici che sono i primi a fare e disfare capannoni e piscine senza permesso.

Tutta gente che non batte ciglio quando uno come me, che chiede limpidezza, giustizia, legalità, correttezza amministrativa, viene fatto passare per scemo e viene gratificato con 104 giorni di arresti domiciliari illeciti, decisi a schiocco di dita per chissà quali motivi. Ma il vero male sono io e, con me, il giornale che racconta la verità senza sconti per nessun uomo di regime.

Il 25 Aprile 1945 non è successo un bel niente, cari lettori! Se ne andarono i fascisti (categoria coltivata a steroidi del Pci filosovietico stalinista di Togliatti e Napolitano) per lasciare il posto a cattolici sturziani ex-fascisti da una parte, e a infuocati comunisti ex-fascisti dall’altra: entrambi pronti a fare – come è stato – i loro comodi e interessi.

Mazzanti si sarà messo la mascherina per festeggiare la Liberazione? Comunque anche senza maschera il suo comandante Bai non lo avrebbe mai multato: si multa il popolo, non il capo. E la procura sta a guardare

E chi si mise in mezzo, cercando di impedire quel connubio innaturale – come quello della Pasifae-vacca dantesca che si fece montare dal toro, cornificando Minosse e dando alla luce quel mostro del Minotauro che oggi governa tutti noi –, quello fu mandato a morire ad Hammamet da una “caccola baffuta” che ha fatto sganciare bombe all’uranio impoverito sulla ex-Jugoslavia dalle armate di Clinton, e che ha fatto da mediatore filocinese per l’acquisto dei ventilatori dello sporco guadagno sulle disgrazie altrui.

Perciò non sventolate, oggi, le bandierine del 25 Aprile. Pregate, invece, laicamente, per i nostri morti inutili: tutti quelli che sono sempre serviti solo a far star bene e a comandare i veri fascisti dell’anima, gli uomini di regime, la gente immortale che nessuno riesce mai a levarci dai piedi!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email