PISTOIA. Molto del lavoro sommerso parla urdu e cinese: i Carabinieri del NIL di Pistoia sospendono le attività di quattro ditte, scoprono 25 lavoratori “in nero” ed elevano sanzioni amministrative per 45mila euro.
Un fenomeno non nuovo ma di certo che appare di continuo più frequente nella provincia di Pistoia: cinesi e pakistani sono sempre più i protagonisti delle nuove imprese che producono non solo capi d’abbigliamento ma anche divani e altro ancora. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, in servizio presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Prato-Pistoia, nella giornata di ieri hanno eseguito tre controlli nel territorio dei comuni di Quarrata ed Agliana, identificando più di 40 lavoratori, di nazionalità cinese e pakistana, di cui 10 sono risultati occupati in totale carenza assicurativa e pertanto “in nero”.
I titolari delle tre ditte ispezionate, invece, sono tutti di nazionalità cinese e uno di loro è già noto alle forze dell’ordine per i reati di favoreggiamento e permanenza di clandestini o irregolari. Per due delle tre attività controllate è scattata poi la sospensione dell’attività imprenditoriale, poiché il personale non assicurato è risultato essere superiore al 20% della forza lavoro presente al momento dell’accesso ispettivo. Nella settimana di Pasqua, a Quarrata, gli stessi Carabinieri del NIL di Pistoia in collaborazione con i militari della locale stazione e con il locale comando della Polizia Municipale, avevano sospeso l’attività ad una ditta Pakistana ed una cinese per aver impiegato, complessivamente, 20 lavoratori “in nero”.
Il totale delle sanzioni amministrative comminate alle cinque ditte controllate nelle operazioni di ieri e pre-pasquali, ammonta a più di 45.000,00 euro. Un imprenditore cinese è stato denunciato in stato di libertà anche per violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Sono state comminate ammende per un totale complessivo di 5. 092,00 euro.