25 settembre. ALLE URNE PER SUBIRE GLI ELETTI DELLA DEMOCRAZIA? COME SI FA A VOTARLI?

La merce in vetrina oltre che usata è scarsa ed è anche ad alto costo. Non voto candidati con il Dna democristiano, tralascio i furbastri maschi e femminucce che allignano nella cloaca Dem che sembra perfino aprire – vista la Cirinnà – ai melliflui pedofili…


Tutti santi sùbito. Compreso Becciu, perdonato perché forse

sa troppe cose?


 

Ormai non c’è più istituzione che non sia anche schizofrenica e pericolosamente distruttiva verso tutto quello che, essendo normale, è stimato un’aberrazione nell’ordine innaturale che i nuovi mostri stanno attuando in nome della libertà secondo la legge dello «’ndo cojo, cojo»

 

Manca un mese al responso elettorale e si delinea il quadro dei “beneficiati”, cioè dei raccomandati, che andranno a servire nella prossima legislatura il popolo “sovrano”.

Talmente sovrano da essere costretto a votare – parlo del nostro territorio – il compagno (?) della Susanna Ceccardi, già sbrindellata alle regionali toscane, ma sempre in auge, chissà come mai… a danno di un Carrara che, mi sembra, per il territorio non ha fatto niente, ma che almeno non è in odore di ruberie, non avendo bisogno di mangiare con i nostri soldi.

Forse, guardando ai morti di fame, soprattutto a sinistra, nati proletari e diventati “possidenti”, lo avrei potuto anche votare, esaudendo quel dovere civico oggi tanto decantato e confidando sul calcolo delle probabilità: se ha già soldi di suo, perché dovrebbe rubarne ancora? Domanda forse retorica e sciocca, ma non tanto quanto uno pensa..

Fuori uno. Poiché quando vedo rosso, divento un toro doppio, mai voterei per la compagna di Fratoianni, anche lei, a sinistra, ma pappona potenziale e futura nostra mantenuta. Anche questa Libera ed Uguale ma già pronta a sguazzare nel trogolaio che ci è stato apparecchiato.

Fuori due. Potrei votare per un cinque stelle serio, ma trovarne uno è un problema; avrei votato volentieri la Taverna (anche lei fottuta dai suoi amici), solamente per il suo cognome. Lo farei per nostalgia della mia gioventù, delle mie bettole, delle mie taverne e delle mie voluttà quasi sempre a vuoto.

Poiché non voto candidati con il Dna democristiano, tralascio i furbastri maschi e femminucce che allignano nella cloaca Dem; prima di dare il mio voto ad uno di questi faccio come il cinese che per fare dispetto alla moglie se lo tagliò.

Chi mi è rimasto? Ci sarebbe qualcuno che quando vuole toccare certe corde, nomina l’Almirante senza sapere di parlare di un Uomo che sta, a questo poveraccio, come l’urina sta all’acqua santa.

Posso io votare costui? E voi, lo potete? Solo per non fare vincere quell’esercito di mentecatti che il nipote di Gianni Letta, anche lui chiamato Letta ma solo Enrico, rappresenta? Proprio, no.

È vero. Ci sono anche altri nomi ma sono di contorno e non “pesano” politicamente niente perché non fanno parte dei ”nominati sicuri”.

Meravigliosamente bravi a rovinare i popoli lavoratori

Ma, dirà qualcuno: è un voto di testimonianza. Vero, grazie; io ho già dato. Da qui al 25 settembre, il tempo è lungo; anche per qualche ripensamento.

Certo è che la merce in vetrina oltre che usata è scarsa ed è anche ad alto costo.

Mensilmente, con i tempi che corrono, venti bollette mensili di luce e gas da pagare solo per andare in una cabina elettorale e sentirsi importanti. Di più, democratici.

E mandare a farci rappresentare personaggi che usano la lingua solo per sparare cazzate senza sapere che i giochi e la nostra vita sono regolati, fuori dai nostri confini, da farabutti che delle nostre elezioni e dei suoi risultati se ne “catafottono” altamente.

Dopo questi argomenti qualunquisti, ricordatevi di pagare le bollette e… votate in pace. Amen.

Felice De Matteis
[redazione@linealibera.it]


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