70 ANNI DI DEMOCRAZIA ALLEVATA A SILENZI

Giulino di Mezzegra
Giulino di Mezzegra

PISTOIA. 28 aprile 1945: Mussolini viene assassinato, giustiziato, ucciso, passato per le armi, fate voi, a Giulino di Mezzegra. Settanta anni sono trascorsi e l’Italia democratica non vuole o non sa dirci chi furono gli autori, da chi ricevettero l’ordine e quali motivazioni fossero alla base di un così repentino finale. Senza uno straccio o una parvenza di processo: insomma, un mistero non ancora risolto.

Così come questo rosso filo di sangue, negli anni a venire, non ci narra la verità vera e supportata da nomi, cause e modalità: dalla strage di Portella della Ginestra, a Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, Ustica, via dei Georgofili, con contorno di omicidi vari e mai svelati nella loro realtà. Perché questa è l’Italia, piaccia o meno. L’Italia delle verità nascoste, dei silenzi rumorosi, delle ricostruzioni “ad hoc”; è un’Italia vera, questa, che non riusciamo a comprendere; è un’Italia vera perché il suo Dna è la menzogna di Stato e la cultura e la storia sono rigidamente programmate, premeditate e inserite nel percorso vigliacco della verità ad usum stultorum.

Portella della Ginestra
Portella della Ginestra

Dal 1945 ad oggi non una sola verità incontrovertibile è emersa in questo percorso di stragi che nascondono innominati interessi mentre il “segreto di Stato (ma quale stato?)” è sempre stato usato strumentalmente affinché il popolo restasse nella sua crassa ignoranza.

E allora dovete scusare se qualcuno, irriverente e bastian contrario, dice a chiare note che questa Italia non gli piace, né punto né poco.

Non li piace perché non rivela le sue verità, anche quelle meno ingombranti, perché l’usuale “niet” alla conoscenza dei fatti e della Storia permea il suo tessuto e si manifesta, a caduta, nelle sue rappresentanze, dal Parlamento Nazionale ai Consigli Regionali, Provinciali e Comunali. Luoghi dove, se si chiede una certa documentazione per chiarire certe scelte o controllare certi comportamenti, si adducono le scuse più svariate per negare quanto dovuto.

Strage di piazza Fontana. Interno della banca
Strage di piazza Fontana. Interno della banca

Questa Italia che ci appare sempre più in termini di quantità e non di qualità non ci piace, così come non ci piace dover sottacere il comportamento mafioso di chi minaccia, anche telefonicamente, si nasconde dietro sofismi verbali e si salva spudoratamente deviando il discorso da comportamento vigliacco a superiore necessità di operare per il bene del partito (la Nazione viene dopo). Che poi sia il Pd è solamente un dettaglio: il costume è pressoché trasversale a tutte le componenti politiche perché così si interpreta e si vive il sistema.

Parlando male di questa Italia, di contro, esaltiamo la sua capacità di sopportazione e l’obiettivo comune di migliorarci, per noi e per gli altri; non potremo però farlo con questi “pupazzi” dalla faccia di bronzo che vengono a pietire un voto di preferenza volendo dimostrare l’indimostrabile e promettendo ciò che non è in loro potere promettere.

Strage dell’Italicus, 1974
Strage dell’Italicus, 1974

Qualcuno dice che alle prossime elezioni regionali ci sarà un solo vincitore: l’astensionismo.

Noi ce lo auguriamo perché anche il non-voto è paradossalmente un voto pesante e pensante; un non-voto di chi si rifiuta di essere compartecipe di questa buffonata che viene chiamata “democrazia”, un termine usato, abusato e di non facile comprensione e interpretazione.

Dal 28 aprile 1945 alla data odierna non è cambiato niente.

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