PISTOIA. Premessa: sono un semi-indigente e per me le ferie al mare e ai monti sono e restano un miraggio. Anche se non fosse vero sono affari miei, perché non chiedo niente a nessuno e a nessuno ho da dare niente. Per ora.
Mi consolo pensando a chi vorrei essere e, guardando il cielo, verso la Montagna, mi viene fatto di immedesimarmi in Lui, Manes, l’uomo che persegue il business-carità o, se volete, la carità che deve produrre profitto. Lo dice lui proprio qua.
Su questo argomento, troppo importante per essere trattato superficialmente e sul quale “certa destra” dovrebbe riflettere, torneremo a tempo debito.
Io, al momento “mi sento” Manes: e poiché è un caldo boia, penso ai monti, alla loro frescura e a come potrei respirare e non respiro.
Bene, se fossi Manes, al quale il mio amico bomba-Renzi ha dato un bell’incarico nel suo Governo, essendo il padre-padrone della Dynamo e di tutto il complesso ex Smi, prima di tutto ripristinerei i campi da tennis.
Lo farei perché il popolo ha bisogno di svago e tanto per far comprendere la finalità di questo sport così popolare e alla portata di tutti, a imperitura memoria, lo chiamerei Dynamo Sporting, Dynamo Club o Dynamo tennis.
Per dare lustro e vanto lo inaugurerei in qualche occasione prossima della Dynamo e regalerei palle e racchette, rigorosamente di marca, a tutti i plebei che a questa disciplina, un tempo roba da ricchi, desiderano avvicinarsi.
Certo, mi piacerebbe, se fossi Manes, fare questa opera “pia”, ma il problema dei soldi occorrenti per propagandare questo sport popolare e creare questo circolo (che già c’era e c’è) dove trovarli?
Nel frattempo,comunque, convocherei all’istante il vecchio consiglio del vecchio Tennis Club e comunicherei i miei “desiderata”. Magari con un voto favorevole all’unanimità, e se anche così non fosse perché qualche “vecchio” componente si ricorda di essere stato comunista, chissenefrega? Insomma roba alla luce del sole, tipo Bartoli-Laing…
Io credo che facendo del bene, come sta facendo Manes, qualche filantropo lo troverei: ma chi?
Mi viene in mente quel signore che ha lasciato a Bertinotti, proprio lui, il compagno rivoluzionario con golfini rigorosamente in ruvida lana di pecora, chiamati anche cashemir, già presidente della camera, non quella da letto, quella dei deputati (tutto minuscolo, ovviamente riferendomi non alla camera da letto), centinaia di migliaia di euro e si ritrova ricco per avere “onorato” la causa dei lavoratori.
Il Signore in questione, defunto, di nome Mario D’Urso, non avrà mica lasciato anche qualche “spicciolo” a Manes e alla sua Dynamo?
È una domanda assai intrigante e che renderebbe plausibile e concreto il concetto di carità-business, ovvero carità con ritorno economico.
Gli abitanti di Campotizzoro ne sanno qualcosa? Perché, Manes, sodale di Renzi, sicuramente non ce lo dirà, anche se noi “potremmo” sapere e soprattutto chiederci dove sono “gli utili idioti” che criticavano la “dinastia” Orlando.
È proprio vero: la carità crea una moltitudine di peccati…
Caro Felice, io ci lavoro (poco a Pistoia, dato che non vado a pietire incarichi: sono abituato a contare solo sui miei risultati…che però spesso non interessano…), con le persone disabili (persone non vedenti) e ne ho viste così tante da scriverci un libro. Se non fosse che è la mia parola contro la “loro” (cioè non posso provare quello che direi) li avrei già sputtanati da un pezzo. Comunque che le persone non vedenti a Pistoia siano state per anni seguite da una logopedista (incredibile ma vero) che lavorava in una nota struttura “pigliatutto” è un dato inconfutabile che può già indurre delle riflessioni.
Buona giornata
Massimo Scalas