CAMMINI ISLAMOCRISTIANI DI LIBERAZIONE A VICOFARO

Padre Filippo con alcuni giovani del Ciad
Padre Filippo iVARDI con alcuni giovani del Ciad

PISTOIA. Domenica 9 agosto alla messa delle ore 11, la comunità parrocchiale di Vicofaro incontrerà il missionario padre Filippo Ivardi per una riflessione comune sul dialogo tra Islam e Cristianesimo. Filippo Ivardi Ganapini, missionario comboniano, ha vissuto dal 2005 al 2007 tra Perù e Bolivia.

Dal 2009 è in Ciad, prima a Moissala, alla frontiera con il Centrafrica e, dal 2013, nel nordest, ad Abéché, in zona a stragrande maggioranza musulmana. Accompagna le piccole comunità di base su un territorio sterminato che abbraccia sei regioni alle porte del deserto del Sahara. Studia l’arabo e il Corano e si occupa di dialogo interreligioso. Padre Filippo (Filo, per gli amici) condividerà con noi il suo riconoscere gesti di fraternità interreligiosa in Ciad, paese a maggioranza islamica.

Testimonia, semplicemente, la possibile convivenza pacifica tra cristiani e musulmani attraverso una scelta preferenziale per gli ultimi, per i più piccoli e una costante attenzione all’umano.

Come scrive nel suo ultimo libro La buona afronovella, p. Filo, vari gesti di solidarietà quotidiana tra i credenti delle due religioni mostrano a tutti coloro che “ritengono che con l’Islam non ci sia nulla da fare, che invece una strada è possibile, necessaria e urgente”. E aggiunge: “Lontano dai riflettori del mondo, in piccoli angoli sconosciuti della terra ci sono i piccoli di Dio che testimoniano in modo vero e concreto che l’incontro tra diversi è ancora possibile e che la fratellanza universale non è più una chimera. Ancora l’Africa fa scuola al mondo…”.

E cosi da questo paese africano, uno dei più poveri dell’Africa e del mondo, ci arriva un Vangelo, una Buona Notizia che vale la pena di essere raccontata e annunciata a tutti: cristiani e musulmani si riconoscono fratelli e sorelle nella lotta quotidiana per una vita più giusta e più umana.

Al termine della messa, padre Filippo s’intratterrà per un pranzo frugale con la comunità, prima di un approfondimento condiviso delle tematiche così attuali in un momento storico di estrema complessità e drammaticità, in cui la speranza e l’apertura all’altro devono sostituirsi alla paura. Dall’Africa una testimonianza di un mondo diverso e fraterno possibile. Chi vuole pace per sé dovrà imparare a dare pace agli altri.

E questo lo si potrà fare riscoprendo, in un momento storico in cui sembrano prevalere i contrasti e l’odio, le vere radici comuni alle religioni monoteiste, che sono l’accoglienza, l’ospitalità, la misericordia, la pace, perché “la terrà è di Dio” e nessuno ha il diritto di dichiararla propria e sfruttarla a proprio uso e consumo.

[biancalani-matteucci – comunicato]

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