SOCIAL NETWORK E GUERRA DEI SESSI

Parliamone con Botero...
Parliamone con Botero…

PISTOIA. Facebook (o meglio, i social network in generale) non farà informazione né comunicazione, come peraltro insegnano ai giornalisti ai corsi di aggiornamento, ma certo è fonte di spunti giornalistici. Proprio perché è un calderone, con di tutto di più, prevalentemente falsi (neppure d’autore).

Stavolta il ce l’ha fornito l’amico, milanese e milanista (aggravante? Scherziamo), Davide Mattiacci, che citiamo per correttezza (che non va mai dimenticata, nemmeno sui social). Che, in estrema sintesi, si chiede come mai certe signore e signorine pòstino (dal verbo postare: mettere, collocare, ecc.) sfoghi al limite del vilipendio dell’ex “sesso forte” (sul tipo, che razza bastarda!) per commenti non proprio oxfordiani dei signori uomini, e poi pubblichino, come se niente fosse, foto delle proprie beltà in tutta la loro splendida evidenza.

Come dire, i signori uomini saranno indubbiamente un po’ porcellini, ma voi che cosa vi aspettate quando mostrate in un crescendo rossiniano labbra, tette, culi e monti di Venere ripresi da diverse prospettive? Che i maschietti sfoderino il loro lato tenero, dolce e sensuale? O anche protettivo e angelico? Invitando signore e signorine ad avere maggiore dignità e una spiccata femminilità (si può esser sexy soprattutto con quel vedo non vedo che dà spazio alla fantasia).

La morale di Mattiacci è “non generalizziamo”. Non tutte le signore sono pornostar, non tutti i signori dei depravati. Giusto, tutto giusto, ma… Partiamo dal presupposto che ci siano persone valide e altre meno valide, tra gli uomini così come fra le donne.

E i petali si perdono nell’attesa...
E i petali si perdono nell’attesa…

Diamo a tutti la libertà di esprimersi, nei limiti del buongusto e della decenza. L’uomo non commetta l’errore – ciclopico – di giustificare la violenza a una donna perché svestita (“Se l’è cercata” – lo disse anche la Cassazione…), la donna non accusi l’uomo di violenza verbale se quest’ultimo si lascia scappare un complimento un po’ osé.

L’uomo non ragioni con le parti basse, la donna non si rifugi nell’indifferenza, che spesso ferisce (e uccide) più di alcune pur terribili parole. Si torni a puntare sulla testa, come nel film, con Steve Martin, “Ho perso la testa per un cervello”: non c’è nulla di più intrigante di una donna (o un uomo) che sappiano dialogare, argomentare, ragionare appunto.

Si torni ad avere rispetto in primis di se stessi e conseguentemente degli altri. Non ci si svilisca correndo dietro a mode o stereotipi, non si cerchi la foto stile/calciatore o quella modello/velina che tanto fanno figo/a. Si torni a essere e non ad apparire.

Vedrete che, così facendo, torneremo pian piano ad appassionarci ai principi e ai valori, oggi disconosciuti. Reagiamo, se possibile, come quella magnifica creatura che, a un apprezzamento, rispose: “Pensami come vuoi”.

Che vorrà dir tutto e vorrà dir niente, ma significa innanzitutto intelligenza.

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