TAR E INCENERITORE DI MONTALE, UNA NUOVA BEFFA

L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale

PISTOIA-PIANA. Sulla sentenza del Tar che permette alla società Ladurner (gestore dell’inceneritore di Montale) di passare da 150 tonnellate/giornaliere a 220 tonnellate/giornaliere bruciate senza una revisione della Valutazione di Impatto Ambientale (risalente al lontano 2005) e di cui abbiamo dato in anticipo notizia (leggi qui), riceviamo un documento “riservato”.

Nella nota di premessa inviata alla redazione (la lettera è firmata ma con richiesta di riservatezza) si legge: “È evidente che il giudice non abbia capito un paio di cosette banali: la prima è che bruciando più tonnellate di rifiuti (fino al 40 % in più) c’è un aumento del flusso di massa nell’aria (polveri, fumi) e sul territorio (ceneri) con problemi anche rispetto all’attuale normativa; l’altra cosa è che non si sa cosa succede con l’aumento delle tonnellate/giorno in termini di salute per le persone e di impatti territoriali”.

“Chiaramente, gli estensori della nota – si legge ancora – ne fanno una questione di sensibilizzazione sul rischio inquinanti ma anche, comprensibilmente dal loro punto di vista ma meno da quello dei cittadini coinvolti, di un problema di iter.  Nel senso che con una nuova Via (valutazione impatto ambientale – n.d.r.) che dimostrava che non c’erano problemi, difficilmente avrebbero potuto bloccare un nuovo aumento della potenzialità dell’impianto”.

“Io – conclude la nota – penso invece che l’incenerimento dei rifiuti sia una modalità da superare. Così come è evidente che questa vicenda richiama con forza il fallimento del modello di raccolta differenziata impostato nella Piana Pistoiese (area di servizio dell’inceneritore di Montale) che non è quella  porta a porta ma del raggruppamento di cassonetti (a parte Agliana, non a caso)”.

Scarica il documento riservato: Beffa inceneritore Montale

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