GAVINANA-MONTAGNA. Si può fare e ci può essere spettacolo in un concerto d’organo? Premesse e ingredienti c’erano tutti: Roberto Cognazzo, affermato artista internazionale e conoscitore dell’impegnativo strumento, avendoci suonato nel 2011; lo strumento musicale che, con tre tastiere, due pedaliere e un’enorme varietà di registri, ha solo il limite dettato dalla bravura dell’organista; un programma importante, vario e con brani famosissimi, pensato per il grande pubblico.
Ieri sera nella Pieve di Gavinana dedicata a Santa Maria Assunta è stato spettacolo, spettacolo musicale vero e le aspettative del numeroso pubblico accorso all’Opera di Gavinana non sono andate disattese.
La “platea” era al completo e per rendere ancora più coinvolgente il concerto era stato posizionato un maxi schermo che proiettava le immagini in diretta dell’organista impegnato sulle tre tastiere del monumentale organo.
Gli organi ottocenteschi sono strumenti particolari, l’uno dall’altro diversi, ma quello di Gavinana, sono le parole del Maestro, è un unicum.
Spingerlo al limite, tante sono le possibilità e configurazioni offerte, non è da tutti, ma farlo senza spartiti musicali come se fosse la cosa più semplice e normale che si possa fare su uno strumento complesso come l’organo di Gavinana, è da fuoriclasse.
La perfetta conoscenza della musica e l’assoluta padronanza dello strumento non bastano per spiegare quanto visto, ma soprattutto ascoltato, nell’ora e mezzo di esibizione: il Maestro Cognazzo ha suonato a memoria, senza l’ausilio dello spartito su cui seguire l’incessante incedere delle note. Un po’ come assistere ad acrobazie fatte a 20 metri di altezza senza rete, in cui il minimo errore può essere fatale. Unico aiuto la presenza discreta della compagna e per l’occasione addetta al cambio dei registri, la docente al Conservatorio G. Verdi di Torino, Maria Grazia Pavignano.
Spettatori rapiti dalle esibizioni musicali del Maestro. Silenziosamente assorti, nel tentativo di rendersi invisibili e non disturbare la performance dell’artista. Emotivamente catturati ed ipnotizzati. Trasportati in una dimensione senza tempo fatta solo di musica. Brani ascoltati in apnea con la tensione che esplode alla fine in un fragorosi e liberatori applausi.
Nella cantoria ieri sera non c’era un organo, ma violini e arpe, flauti e clarinetti, trombe e tromboni, corni e ottoni, timpani e tamburi: un’orchestra al completo, tante erano le varietà di e suoni note, liberate nelle navate della chiesa, dirette sapientemente dall’organista piemontese.
Durante “Puccini e dintorni” – titolo del concerto – un particolare e toccante ricordo è stato dedicato alla memoria di Meri, compianta segretaria dell’Accademia di Musica per Organo di Pistoia, a cui è stato dedicato l’intero programma e in particolar modo, la commovente Marcia Funebre di Ofelia dell’Amleto. Lei era lì con la sua associazione La Voce di Meri, coorganizzatrice insieme alla Domenico Achilli, della serata.
Un distillato di note e arie da riascoltare e rivedere grazie alle registrazioni audio e video effettuate dalle due associazioni. Un medley è disponibile sul canale YouTube dell’Associazione gavinanese Domenico Achilli.
Prossimo e ultimo appuntamento per poter nuovamente ascoltare l’organo, è per sabato 29 agosto alle 18, con gli allievi del secondo corso musicale propedeutico per l’organo, “tirati su” con competenza e soddisfazione da Monica Nesti, direttore artistico dell’associazione gavinanese e organista ufficiale della chiesa.