PISTOIA. Ho letto con interesse e partecipazione il post di Antonio Vermigli. Ovviamente di fronte a quella foto c’è poco da dire e, per qualche giorno non mi è parso davvero opportuno aggiungere altro. Quel bimbo potrebbe essere il mio e ricordo molto bene come era a 3 anni. L’innocenza di un bambino a 3 anni è ancora pressoché assoluta…
Più passano i giorni, però, più la sgradevole sensazione di un trito e triste déjà–vu si fa strada nella mia mente. Fra pochissimi giorni nessuno ricorderà più quel bimbo. Allora penso che una riflessione che non sia legata sempre al contingente andrebbe fatta.
Probabile che io sia disattento, ma non riesco mai a leggere un qualcosa che riguardi l’immigrazione scritto con una visione a 360°. Di solito, come sempre e come su tutto, prevale la visione parziale delle tifoserie, si oscilla da un improbabile “accogliamoli tutti” a un altrettanto improponibile (e pure a mio parere vergognoso) ributtiamoli tutti in mare.
E nel mezzo restiamo noi, gente comune, loro, che preferiscono morire in mare piuttosto che tornare indietro e il problema nel suo complesso che, lungi dallo smaterializzarsi come fino ad oggi hanno sperato i nostri inetti politici-struzzi europei, si ingigantisce ogni giorno di più: penso che l’immagine più azzeccata in questo momento sia quella di una gigantesca diga piena di crepe che sta per collassare.
Allora io credo che dovremmo, se non vogliamo sempre essere facili prede di demagoghi da strapazzo, delle Boldrinibuone e dei Salvinicattivi, riflettere sui vari aspetti che compongono il problema.
Innanzi tutto un dato di fatto: l’Italia ha il record mondiale di emigrazione… oggi nel mondo ci sono circa 60-70 milioni di persone di origine italiana, questo vuol dire che se ci si scambiasse di posto l’Italia non subirebbe un calo demografico. Molti obbiettano che gli italiani quando emigrano lo fanno in modo regolare e rispettando le leggi del Paese ospitante.
Oggi che ne vanno via 40mila l’anno (!) sicuramente sì, ma quando avvenne la storica ondata migratoria a cavallo tra la metà dell’800 e la metà del 900, no davvero (altro che 200mila… eravamo decine di milioni…). Eravamo per lo più una massa di gente analfabeta, rozza, che, esattamente come gli immigrati odierni, espatriava con tutti i mezzi, finendo per vivere in tuguri sovraffollati e spesso da clandestini (leggere L’orda: quando gli albanesi eravamo noi, di G. Stella).
Ricordo che abbiamo esportato la mafia in tutto il mondo… eppure… eppure se ci avessero chiuso le porte in faccia, in Italia non sarebbe stato possibile il boom economico degli anni 60, avviato grazie alle rimesse di questi emigranti e, i paesi che ci hanno accolto avrebbero perso mano d’opera a basso costo e molti di quei geniacci italiani che hanno fatto grandi anche quei Paesi (gli Usa su tutti… l’aeroporto di New York è, non a caso, intitolato a uno dei più grandi Sindaci che quella città abbia avuto: Fiorello La Guardia).
Questo è un aspetto. Noi siamo stati accolti ovunque: con quale coerenza possiamo negare ora l’accoglienza agli altri?
Il secondo aspetto è la figura dell’immigrato: non possiamo ignorare che l’ondata attuale è prevalentemente fatta da gente che scappa dalle crocefissioni dell’Isis. Questa è gente che non si fermerà di fronte a niente. Perché l’alternativa è lo sgozzamento. Cosa mai possiamo pretendere di dire loro… prediche su cose che non conosciamo?
E poi, dove eravamo quando Sarkozy destabilizzava la Libia per meri calcoli elettorali? Cosa stavamo facendo quando i nostri cari governanti, fomentavano le “Primavere Arabe”? Perché non ci siamo opposti? In piazza va bene solo quando chiama la Cgil? Parlavamo di Inter o ci facevamo un aperitivo I suppose. I risultati sono quelli di un Nord Africa e un Medio Oriente in fiamme: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Altro aspetto subito collegato a questo: l’Ue ex Unione Europea, ora Unione Ebeti. Se da un punto di vista economico ci ha dovuto mettere una pezza Draghi, qui eravamo, siamo chiamati a mostrare almeno di esistere in base al nome che ci siamo dati… invece niente, fino a che sbarcavano da noi erano affari nostri, ora che passano dappertutto è tutto un fuggi fuggi dalle responsabilità in ordine sparso.
In particolare mi fanno davvero senso, per non dire schifo, i vari Paesi dell’ex blocco Urss, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Lettonia, Estonia, Lituania, Bulgaria… Il loro comportamento ci riporta bruscamente alla realtà di Paesi che, con le regole democratiche come le intendiamo in Occidente, non c’entrano nulla e di come sarebbe meglio che Putin se li riprendesse in blocco: proprio loro che sono stati aiutati, foraggiati, fatti crescere a spese nostre, quando c’è da dare si rifiutano.
Marchiano alla nazi gli immigrati, costruiscono ridicoli confini di latta… ritornano indietro di 100 anni e costringono noi ad assecondarli. Questa è l’Ue a 28… torniamo di corsa a l’Ue a 9 e vedrete che tanti soldi che si buttano ora dalla finestra andranno a beneficio di chi davvero è europeo non solo di nome ma anche per storia e cultura…
Altro aspetto da considerare – e qui stavolta non posso fare a meno di stigmatizzare i paladini dell’accoglienza a prescindere, tipo gli Erri De Luca. Questi fanno altrettanto danni dei Salvini, degli Orban. Infatti fingono di credere e ci vogliono dare a bere che ci sia posto per tutti a prescindere. A prescindere dall’economia, a prescindere dalla demografia, dagli usi e costumi. Perché un conto è la pietas dovuta a chiunque soffra, un conto è passare sopra ad evidenti problemi generati da un certo tipo d’immigrazione.
Qui occorre essere netti: i grandi problemi attuali, esulando per un attimo dallo specifico siriano, sono dati da un solo tipo di immigrati. Quelli di fede musulmana. Qui ha 10-100-1000 volte ragione Oriana Fallaci, tanto sbeffeggiata 10 anni fa con La rabbia e l’orgoglio e tanto profetica in quello che puntualmente aveva visto e sta accadendo. Le persone musulmane ovunque vadano, tendono a non adeguarsi alle leggi vigenti che cercano sempre di sostituire con la sharia. E questo non riguarda solo i fanatici, ma anche i cosiddetti moderati, che se esistono, sono sempre silenti nei confronti dei terroristi e spesso accondiscendenti.
Questa è la realtà, e chiunque la contesti si trova a dover fare i conti con decine, centinaia di piccoli grandi episodi che quotidianamente li smentiscono in tutto il mondo. Si va dai matrimoni combinati tra bambini, all’infibulazione praticata sul suolo europeo, al rifiuto, per gli uomini di prendere ordini da donne sul lavoro… al recente episodio di Colle Val d’Elsa, dove a ragazze italiane è stato impedito di salire sul bus da parte di immigrati musulmani.
E in tutto questo gli europei come reagiscono? Cercano di rabbonirli, come in modo ridicolo fanno alcuni nostri prèsidi sotto Natale, quando impediscono di fare il presepio nella scuola, non già perché laica, ma per non offendere la sensibilità del 5% della popolazione scolastica musulmana…
Il tutto a me sembra, oltre che portare alla catastrofe, un’occasione sprecata: infatti nel computo costi-benefici lo Stato italiano con gli immigrati ci guadagna 3.9 miliardi di euro e 500mila aziende in più, senza i quali, con una popolazione sempre più vecchia, sarebbe già ora impossibile mantenere i pensionati al livello attuale (vedi qui).
Questo mentre i nostri bamboccioni, educati da bamboccioni al cubo, non vogliono saperne di lavorare se è anche la notte, o se è d’estate, o se c’è qualche domenica da fare… Andate al Nord e vedrete che, se non ci fossero gli immigrati, si fermano aeroporti, centri commerciali, ristoranti, tintorie, tessiture, metalmeccaniche (ma potete andare a vedere anche nelle tintorie di Prato o in molti vivai di Pistoia).
Non so se ho esposto tutti gli aspetti del problema e probabilmente può apparire sbilanciato a favore degli immigrati. In realtà no: personalmente penso che chi viene qua ad accrescere il proprio benessere e a contribuire al nostro, rispettando le leggi e adeguandosi agli usi e costumi fondanti della nostra millenaria civiltà, è benvenuto.
Chi pensa e agisce invece per sovvertire tutto ciò, va espulso senza pietà, subito e senza possibilità di ritorno. In ogni caso il problema si risolverà solo rimediando allo sfacelo causato dai nostri eserciti in nord-Africa.
In particolare penso sia giunto il momento di uno strappo deciso a livello mondiale: occorre che chi ha tanto accumulato, redistribuisca un poco la propria immensa ricchezza. Non esiste che Mr. Google o Microsoft o altri detengano, a livello personale, il Pil di una media nazione africana, e che i neri non abbiano nemmeno dove mangiare, dormire e studiare. E badate bene, che questo è anche l’unico vero modo per uscire dalla crisi economica mondiale, che tra alti e bassi prosegue (altro che fine!).
Solo un salto di almeno il 30% a livello mondiale degli stipendi e, uno spostamento di parte dell’immensa ricchezza esistente verso Africa, Asia, Sud America, potrà ridare impulso all’economia che si basa non sui super-ricchi ma sulla creazione di una vasta classe media e potrà creare le condizioni di pace mondiale che tutti sognamo (a parole).
Si farà: perché conviene a tutti, soprattutto ai ricconi, che sganciando sull’immediato avranno poi un ritorno fortissimo dovuto alle centinaia di milioni di appartenenti ad una nuova classe media. Quest’ultima è la vera soluzione al problema migratorio.
Bisogna avere e lavorare su una visione di medio-lungo periodo e non per scadenze elettorali; la gente deve capire che non si può più far finta di niente… Basta belle parole commosse per la foto di bimbi morti; la fortezza non tiene più, non è più immaginabile un mondo dove noi abbiamo tutto e gli altri niente: dobbiamo accettare una redistribuzione. Perché conviene anche a noi. Non staremo peggio, anzi.
Basta però anche con le utopie buoniste-cattoliche (ma non cristiane) e catto-comuniste. Non si può predicare e agire senza tenere conto delle situazioni contingenti, la realtà esiste ed è nei numeri (mi ricollego al Sig. Nesti… salve Nesti…) ed è proprio il volere pervicacemente ignorarli che contribuisce ad aggravare il problema. L’accoglienza a prescindere è parte del problema, non la soluzione.
[*] – Lettore, ospite