PISTOIA. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, assistiamo con preoccupazione al fiorire di tante iniziative volte a chiamare i genitori a raccolta contro la c.d. “teoria del gender”, che secondo alcuni sarebbe una “pericolosa” ideologia contenuta fra le righe della cosiddetta legge 107/2015 (“Buona Scuola”).
Una teoria che sarebbe finalizzata ad instillare negli alunni e negli studenti il convincimento che non c’è alcuna distinzione fra i sessi, e che da ciò discenderebbero improprie ed ideologicamente orientate lezioni di “educazione sessuale”.
Chiariamo subito che non esiste una teoria né, men che meno, un’ideologia gender.
Questi termini stanno ad indicare invece la manipolazione degli “studi di genere” nati negli anni ’70 sulla scorta del nuovo diritto di famiglia e della cultura di genere che ha rappresentato le basi per l’emancipazione femminile.
Da questa voluta distorsione di tali studi nasce l’attacco alla legge 107/15 (“Buona Scuola”), la quale all’art. 16 prevede semplicemente (ed aggiungiamo noi, fortunatamente) azioni di lotta alla discriminazione, di educazione all’uguaglianza e al rispetto tra i generi e tra i diversi orientamenti sessuali, recependo fra l’altro le indicazioni dell’art. 51 della nostra Costituzione, e quanto già stabilito dal decreto-legge del 14 agosto 2013. n.93 denominato “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”.
Riteniamo che le pari opportunità, la lotta alle discriminazioni, l’educazione all’uguaglianza ed ai pari diritti siano tutti valori fondamentali per una società che voglia dirsi compiutamente civile, e che i nostri bambini ed i nostri ragazzi abbiano diritto a ricevere un’educazione improntata al rispetto dell’altro, ed alla conoscenza dei reciproci diritti e doveri, nella quale il sessismo possa finalmente non trovare più posto.
Parimenti, riteniamo che una corretta educazione sessuale e sentimentale, rispettosa dell’età degli studenti e degli alunni rappresenti un valido antidoto ed una buona prevenzione contro fenomeni quali violenza di genere e bullismo, la cui incidenza è purtroppo oggi sotto gli occhi di tutti.
Al contrario, consideriamo un inqualificabile abominio qualunque azione di censura. Tutto ciò considerato, invitiamo le famiglie ad informarsi accuratamente senza cedere a semplificazioni, coinvolgendo eventualmente, ove ne avvertissero la necessità, gli insegnanti e gli educatori nei percorsi di approfondimento.
Condanniamo nettamente i toni inadeguati e violenti con cui vengono condotte certe campagne di (dis)informazione: nel rispetto del pensiero di tutti riteniamo che le leggi debbano essere presentate per ciò che effettivamente contengono nelle loro disposizioni, senza coinvolgere in campagne capziose e, queste sì, ideologiche, famiglie ed insegnanti nel momento più delicato: l’inizio di un nuovo anno scolastico.
Cogliamo l’occasione per porgere a studenti, famiglie ed insegnanti l’augurio di un anno scolastico radioso!
Alessandro Giovannelli
Segretario Uc Pistoia
Chiara Innocenti
Resp.le Politiche di Genere
Gentili Sig.ri.
Molto blablabla, e poco altro in Italia. Unica nazione in Europa dove ancora non si riesce a fare una legge sulle unioni civili…..(e siamo, come su molte altre cose, che riguardano i diritti dei cittadini, stati richiamati dalla Commissione Europea)…quella in cantiere oltre ad essere ridicola pare non riesca comunque a passare….
Altro che gender…in ogni caso…e so di essere un troglodita…io vorrei che a scuola si tornasse a studiare. Studiare cose tipo storia, geografia (che alle medie ancora non sanno i confini dell’Italia…), matematica, italiano. Mi rendo conto che chiedo la luna, ma francamente di queste discussioni astratte su parole alla moda gli allunni, anche quelli gay, non sanno che farsene. Vorrebbero imparare e possibilmente evitare di essere menati dai bulli perchè omosessuali o sempicemente perchè bene educati.
Massimo Scalas
PS. a quando una full immersion nella realtà voi del PD? Guardate che i genitori non si preoccupano per l’argomento…si preoccupano per la scarsa preparazione di chi spiega e per il fatto che il tempo perso su queste cose impedisce ai loro figli di imparare bene l’analisi logica, i Canti della Divina Commedia e a fare una radice quadrata…
Non posso, ancora una volta, non approvare ciò che dice Massimo Scalas. Anch’io mi sento, e sono orgoglioso di esserlo, un troglodita, anche perché, con i miei sessantaquattro anni compiuti, la scuola la ho lasciata da un pezzo. Però, con tutto questo, mi guardo intorno e vedo molte cose che non capisco. I ragazzi delle medie che non conoscono la geografia ( e non solo quella) vanno però a scuola con zaini pesantissimi (cosa contengono, allora, mi domando?). E vorrei parlare di una notizia di pochi giorni fa, che mi ha lasciato esterrefatto, legata al prossimo inizio dell’asilo di mio nipote, che ha tre anni. Io, ai miei tempi andavo dalle suore, mi sono trovato benissimo e ricordo da me senza bisogno che ci pensino gli altri (in realtà, oggi come oggi solo uno zio potrebbe farlo) come giocavamo spensierati e come, all’ora stabilita facevamo merenda con il panino o altro che la mamma ci aveva preparato a casa.
Adesso, vengo a sapere che il dirigente scolastico della situazione (preside, traduco: all’asilo la preside?) non vuole dare la merenda ai ragazzi, con la scusa di risparmiare tempo da devolvere allo studio (della storia, della geografia, addirittura della meteorologia, mi si dice). Ma siamo matti? Bambini di tre anni costretti a rinunciare alla merenda per studiare quelle materie? Ma con quale profitto?. Con quale rendimento? Con quale logica a quella età? Arrivo alla conclusione che allora siamo in presenza di un sistema scolastico completamente slegato, disorganizzato, in cui, mentre alcuni bambini vengono costretti allo studio a tre anni, molti ragazzi, di converso, non studiano a tredici anni, con le conseguenze di ignoranza che abbiamo detto. Alla fine, non ci capisco più niente. Per la cronaca, alla riunione in cui si sono dette le cose di cui sopra, sembra che ci sia stata una bella rivolta delle mamme. Spero che porti frutti, se così è. Per non parlare poi di quella enorme fonte di masturbazione mentale che è, a mio avviso, il rispetto della normativa legata all’HACCP ( analisi dei rischi e dei punti critici in campo alimentare) secondo cui, in base ad un complesso di norme europee, in poche parole e per farla breve, un genitore non può dare al proprio bambino una merenda preparata a casa, ma tutto ciò che riguarda la somministrazione di pasti e bevande è sottoposto ad una snervante e ridicola liturgia. Sulla cosa, comunque, meriterà tornarci con più calma.
Piero