preti. LA QUESTIONE DI PADRE PAUL E LO “SCIOPERO” DELLA MESSA

Sant'Agostino
Sant’Agostino

PISTOIA. Italiani brava gente era il titolo di un fil del 1965, con cui poi, in sostanza, si voleva dire che l’italiano è un “bischeraccio” che va dove lo porta il cuore e non la ragione. Tutto il contrario del prosieguo.

La vicenda di un sacerdote, nella fattispecie Padre Paul, trasferito dalle sue parrocchie della piana a quelle pedemontane, testimonia che il senso di “gerarchia umanamente intesa” nelle cose di Chiesa e nella sua conduzione sono ridotte a livello di dispute da Casa del Popolo.

Il concetto di obbedienza è un optional, solo perché lo diceva un prete di Barbiana che, pur nelle sue livorose critiche a Santa Romana Chiesa, mai da essa si allontanò.

In compenso, leggendo certi commenti alla notizia, si ha la sensazione che un Vescovo, cioè un apostolo di Pietro e un suo garante, altro non sia che un capo-ufficio di un ente pubblico.

Colpa della Chiesa, forse, nel suo aspetto mondano, ma anche colpa dell’umana presunzione di pensare che su tutto si possa e si debba discutere e su tutto si debba polemizzare, criticare e, quel che è peggio, sentenziare.

Dimenticando che la Chiesa è gerarchia, ordine e obbedienza; e dimenticando che la Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica. La Chiesa non dà tessere e, in suo nome e per suo conto, è indubitabile, si compiono nefandezze di ogni genere. Ma “quella” chiesa non è la Chiesa.

Don Lorenzo Milani
Don Lorenzo Milani

Non sarà il presente e peccatore manovratore di tastiera di questo barattolo chiamato computer a voler indicare agli altri la via maestra della Fede e della sua pratica; né alcuno vuole prendere le difese di Monsignor Tardelli: cadremmo inesorabilmente nella stessa colpa di presunzione.

Resta il fatto che lo “sciopero” della Messa o la minaccia di non frequentare più la Parrocchia, sono un segnale, neppure tanto timido, della presunzione umana.

Sono anche l’immagine falsa di una chiesa sincretista e modernista e soprattutto il pensiero debole di chi non comprende la differenza fra una Chiesa moderna e una “modernista”, ovvero, come qualcuno ha osato affermare, illuminista: sono cose fra loro antitetiche e non conciliabili.

Ribadisco di non avere titoli, per il mio vissuto, per poter giudicare gli altri. Ma l’intelligenza (etimologicamente parlando) di contestare certi atteggiamenti, umorali e niente affatto ecumenici, balza palesemente agli occhi.

Perché poi, in fondo, come dice quell’extracomunitario di San Agostino: “Est fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium”.

Forse Monsignor Tardelli potrebbe dare a tutti noi una lectio magistralis sul tema…

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