MARLIANA. Un venerdì sera come tanti, l’inizio del fine settimana dedicato al riposo, allo svago, agli amici. Una città, Parigi, ma poteva essere Milano, Roma, Firenze. La gente in strada, nei ristoranti, allo stadio, ad un concerto rock. In pochi minuti tutto viene sconvolto. Esseri umani senza scrupoli e senza fede barbaramente e freddamente tolgono la vita ad altri esseri umani.
A noi spettatori di questa ennesima tragedia, di questo crimine efferato, manca il fiato di fronte alle immagini che entrano nelle nostre case, che entrano nelle nostre vite. La speranza vacilla, coscienti che non si è al sicuro in nessun luogo e in nessun momento.
Per riaccendere questa speranza però basta che un gruppo di ragazzi musulmani, provenienti da mezzo mondo e ospitati da più di un anno nella nostra comunità, a Marliana, decida di partecipare alla messa domenicale nella nostra chiesa di San Nicola, e così tutto cambia.
In quella chiesa che loro vedono un luogo sacro come una moschea, Oumarou, giovane musulmano maliano, allo scambio della pace prende la parola insieme ai suoi fratelli nella fede per ricordarci che con qualunque nome si voglia chiamare Dio/Allah è uno solo ed è davvero grande e non è certo Lui a chiedere il sacrificio di innocenti vite umane.
Sono questi ragazzi musulmani i primi a condannare questo crimine, ricordandoci che da nessuna parte nel Corano è chiesto il sacrificio di innocenti in nome della religione. L’Islam non è il terrorismo! Non è ciò che i media ci fanno vedere, è molto altro, molto di più, è un mondo multiforme che ci fa paura anche perché non lo conosciamo.
Terminato il suo discorso scritto su di un foglio a quadretti, Oumarou e gli altri ragazzi si dirigono verso la gente per dare un segno di pace: la tensione si scioglie e quello sgomento che c’era e che probabilmente non è ancora riuscito ad andare via completamente lascia il posto ad un sorriso, ad una stretta di mano sincera, tra fratelli, a un gesto semplice ma vero di riconciliazione secondo il cammino evangelico delle beatitudini che agli operatori di pace promette la figliolanza divina.
Il cuore torna a vivere. Contro chi erige muri restare umani, oggi più che mai, significa edificare ponti di amicizia. Quello che anche la nostra piccola comunità collinare cerca di fare attraverso gesti concreti di carità gratuita e di accoglienza generosa. Quello di oggi a Marliana è stato un piccolo gesto, quasi invisibile, che non avrà la notorietà delle immagini parigine di questi giorni ma che è necessario sostenere insieme a tanti altri per costruire un mondo più sicuro per tutti e aperto alla pace fra i popoli.
Don Alessandro Carmignani
e la comunità parrocchiale di Marliana
Questo il testo che Oumarou ha letto davanti alla comunità marlianese riunita per la celebrazione eucaristica domenicale.
Buongiorno a tutti,
oggi sono qui con i miei fratelli musulmani in questa occasione per quello che è successo a Parigi la sera di venerdì. Siamo venuti in chiesa come potevamo essere nella moschea, la casa di Dio, a condividere la nostra tristezza e il nostro pianto insieme a voi per coloro che hanno perduto i propri cari in questi eventi drammatici.
Noi siamo qui nel mondo laico dove ognuno è libero di scegliere la propria religione, la propria dottrina.
Le persone che hanno commesso questo delitto e che dicono di parlare nel nome del Corano, di Dio, non sono musulmane ma solo terroristi, malfattori che fanno attentati, che uccidono gli altri: loro non conoscono l’importanza della vita umana.
La religione musulmana è una dottrina per credere in Dio, per fare e mantenere sempre la pace, per aiutare, per rispettarci e soprattutto per non fare del male o dare noia a nessuna persona.
La religione musulmana proibisce, condanna, odia i delitti che i terroristi hanno fatto.
Siamo venuti per la pace, per fare le nostre condoglianze e soprattutto condividere il nostro pianto insieme a voi e a tutto il mondo.
Che Dio faccia riposare in pace le anime di coloro che sono stati uccisi e che viva sempre la pace fra tutte le religioni e anche con tutti coloro che non credono nell’esistenza di Dio.
Facciamo un minuto di silenzio per tutte le vittime di Parigi.
Vi ringrazio molto.
Oumarou
Buona sera…con tutto il rispetto. Penso sia difficile negare, nel momento in cui i terroristi assassinano persone inermi gridando il nome del loro Dio, che il problema sia anche un problema legato alla religione islamica. Questo viene negato da anni e anche ora, passati pochi giorni, si levano queste voci che a me appaiono più dovute a desiderio che all’aderenza alla realtà.
Massimo Scalas
Il messaggio che Oumarou ha letto, è un piccolo seme di speranza, certo non decisivo, ma significativo. Significativo del fatto che, a cercarlo bene, ad insistere davvero sulla via del dialogo e del confronto civile, qualche musulmano moderato lo si comincia a trovare, e bisogna cercarne e trovarne molti di più.
Questo non deve significare, come ho sentito in giro, che dobbiamo sempre abbassare la guardia noi, essere tolleranti a senso unico, ecc. Contro il terrorismo la tolleranza deve essere meno di zero, questo sia chiaro. Ma, insieme all’aspetto repressivo è assolutamente irrinunciabile anche l’aspetto dialogico e dell’accoglienza; altrimenti, non andremo da nessuna parte, a gioco lungo.
Con tutto questo, al di là delle belle parole di Oumarou esiste, e nessuno ce lo sa spiegare, un problema di corretta interpretazione del Corano, che faccia pulizia di una violenza e di un fanatismo che in certe sure sono innegabili. Anche nel nostro Antico Testamento c’erano pagine di estrema violenza che, però, secoli di civiltà, di corretta interpretazione, di superamento concreto di quelle situazioni, e soprattutto l’avvento di Cristo hanno di fatto contribuito ad annullare (anche se l’uomo ha la testa dura ed è capace di stravolgere a suo piacimento qualunque messaggio di pace ed amore).
Mi viene da dire, e chiudo perché il discorso si farebbe lunghissimo e certamente neppure sarei preparato a portarlo in fondo: cosa hanno trovato, di tanto suggestivo in Maometto centinaia di milioni di persone, che Gesù già non avesse? A me, come minimo, sembra che fosse uno molto noioso e ripetitivo, come pure sembrano esserlo tante parti del Corano.
Piero Giovannelli