PESCIA. Nel dibattito intorno all’apertura fantasma del Teatro Pacini, qualcuno mente. E il dibattito che si allunga, allunga ombre inquietanti, ed aumenta gli interrogativi.
Concessione a una compagnia teatrale fiorentina per prove di spettacolo senza i necessari requisiti?
L’assessore nega, ma certi fatti vanno nella direzione opposta.
Molti sono i punti da chiarire: c’è stato un uso personalistico di un bene comune? Chi ha dato le chiavi a chi? Il dirigente ne era a conoscenza?
Chi sono coloro che hanno usato il teatro? Amici, conoscenti, colleghi dell’assessore? Ci sono stati a monte i doverosi atti amministrativi?
Ci sono stati costi per il Comune, e quindi per i cittadini (elettricità,riscaldamento)? Oppure gli utenti estemporanei hanno pagato?
È intervenuto personale del Comune, con costi magari per la reperibilità? E tutto è stato lasciato in ordine (luci spente, porte chiuse)?
L’assessore parla di sopralluogo. Chi ha autorizzato con gli atti dovuti questa operazione?
Non è una casa privata dove uno chiama l’elettricista che preferisce, o invita chi vuole. Tutte queste zone d’ombra non chiarite, anzi ingarbugliate da dichiarazioni discordanti e posticce, richiedono chiarezza definitiva.
Chiedo pertanto con la presente che il Consiglio comunale approvi l’immediata costituzione di una commissione di indagine per accertare le eventuali responsabilità sorte intorno a questa vicenda.
Olivero Franceschi
Consigliere di “Un’Altra Pescia”