PISTOIA. Occorre che tutti gli attori pubblici e privati pistoiesi interessati delineino, al più presto, una possibile alternativa al rischio di ritrovarsi il Cespevi acquistato, e quindi controllato, da soggetti interessati al know-how d’eccellenza del Centro Sperimentale per il Vivaismo, ma non ad utilizzare questo sapere per garantire la supremazia produttiva di Pistoia.
È quello che auspica Coldiretti Pistoia, relativamente al futuro di Cespevi, una delle tessere del sistema florovivaistico ornamentale pistoiese, il settore che vale il 30% del paniere di tutte le produzioni agricole della Toscana.
Il Cespevi è nell’imminenza di una importante scadenza: entro fine anno, l’azionista di maggioranza con l’80% del capitale sociale, la Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di Pistoia deve cedere le quote possedute. Un obbligo che scaturisce dalla legge 190/2014, che impone la razionalizzazione delle società e delle partecipazioni detenute dalle camere di commercio.
Il rimante 20% del capitale di Cespevi è in mano alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Al momento non si è delineata un’ipotesi di riassetto societario, che permetta al Cespevi di garantire l’indispensabile innovazione e la centralità a livello nazionale ed europeo nel settore florovivaistico pistoiese.
Per questo è indispensabile che tutti i soggetti interessati direttamente e indirettamente si incontrino al più presto, e ognuno faccia la sua parte, affinché il Cespevi sia il motore del futuro per il vivaismo ornamentale – prosegue Coldiretti –: un motore che dia energia e permei di innovazione tutto il puzzle di cui si compone la fabbrica del verde pistoiese.
[coldiretti pistoia]