PESCIA. Siamo sempre più esterrefatti di quello che sta avvenendo all’ospedale di Pescia e della Valdinievole.
Nonostante tutte le rassicurazioni dei Sindaci e dei rappresentati regionali toscani, assistiamo ormai nel silenzio generale della politica, dei sindacati, delle istituzioni e perfino dei comitati nati ad hoc, alla definitiva realizzazione del piano di smantellamento del presidio iniziato anni orsono e proseguito per un decennio, in modo strisciante e subdolo, prendendo in giro gli operatori e cittadini utenti.
Le responsabilità della politica sono enormi soprattutto perché mentre tutto ciò è accaduto si è negata l’evidenza e si è altresì rilanciato la palla in avanti affermando che il presidio di Pescia era fondamentale nella logica degli ospedali in rete, che ci sarebbero stati investiti milioni di euro per adeguarlo strutturalmente, che le eccellenze sarebbero state preservate e implementate ecc. ecc.
Evitando di ritornare, per carità di patria, sugli impegni presi in accordi di programma tra Sindaci e Regione completamente disattesi, sulla favola del nuovo ospedale e su tutti gli altri annunci fatti in questi anni, che poi nei fatti si sono dimostrati lettera morta, prendiamo atto che ormai siamo alla fase finale dell’opera di smantellamento, quella parte del piano dei dirigenti dell’azienda (ormai Area vasta) tutta tesa a canalizzare l’attività operatoria sul nuovo ospedale di Pistoia (che ricordiamocelo deve far girare l’attività chirurgica delle sue sale a pieno regime; pena l’applicazione di penali da pagare ai privati), che dopo aver ulteriormente depotenziato la chirurgia e la cardiologia, riducendole al lumicino, ora si appresta a dare il colpo finale anche alle ultime due eccellenze rimaste: oculistica e punto nascite.
In oculistica grande parte dei medici, che hanno fatto la storia del reparto, sono andati in pensione o hanno fatto altre scelte senza essere rimpiazzati, se non con una mero incremento di attività ambulatoriale; in ostetricia, nonostante si ragioni di investimenti e altre amenità, in tre anni siamo passati da più di mille parti a poco più di 500, senza considerare la cessazione dell’attività di pediatria (che molto ha voluto dire nello screditare tutta l’area materno infantile dell’ospedale).
Le vicende di questi giorni presupporrebbero le dimissioni di qualcuno che invece continua serenamente a “stare in sella” con retribuzioni molto sopra i 100.000.00 euro.
È probabile che tra qualche tempo qualcuno inizi a mettere in discussione gli investimenti previsti sul punto nascite (ma i soldi ci sono davvero?) in quanto il reparto, ormai sceso sotto le 500 nascite annue, non potrà più essere considerato di eccellenza.
- Ci chiediamo cosa altro ancora debba accadere perché i Sindaci della Valdinievole e quello di Pescia in particolare, battano su queste questioni un colpo e ritrovino un minimo di ruolo che pur è dato loro dalla legge in tema di sanità pubblica?
- Ci chiediamo anche cosa hanno da dire i sindacati su queste questioni, se è possibile e tollerabile ancora per molto questo appiattimento sulle politiche meramente economicistiche dell’azienda?
- Ci chiediamo che fine hanno fatto i comitati di cittadini che tante firme di sostegno avevano raccolto a difesa del presidio?
- Ci chiediamo anche che abbia da dire il nuovo corso del Pd regionale e provinciale su queste questioni?
Vorremmo con questo nostro duro intervento sollevare un dibattito e avere alcune risposte, speriamo però che qualche “genio dell’amministrazione pubblica” non rispolveri l’idea del nuovo ospedale della Valdinievole, perché sarebbe veramente ai limiti della comicità sperare di far credere che in un’area in cui in 50 km ci sono tre nuovi ospedali, appena ultimati, si possa realizzare una nuova struttura, vista la penuria di risorse pubbliche attuali, contestualmente ci auguriamo che qualche amministratore locale abbia il coraggio e l’onestà intellettuale di affrontare con realismo i destini del nosocomio della Valdinievole tracciando, una volta per tutte, una strada percorribile finalizzata a dargli un ruolo nella rete sanitaria locale dei prossimi 20 anni.
Adesso Pescia
semplicemente la trasformazione in un PIOT come a San Marcello Pistoiese, cioè la morte definitiva, continuate a credere ai ciuchi che volano e alle promesse dell’asl e ai politici della regione èra chiaro dall’inizio quando parlano di potenziamento questo è il risultato