san[t]ità. L’ASSESSORA SACCARDI SPIEGA IL VANGELO AI SINDACATI

L'incontro pistoiese dei sindacati con Stefania Saccardi
L’incontro pistoiese dei sindacati con Stefania Saccardi

PISTOIA. La presenza della bandiera della pace accanto a quella della Cgil faceva sperare nell’assenza di battibecchi in seno alla conferenza sullo “Stato di salute della sanità pistoiese: criticità e proposte”. Speranza evidentemente vana, perché dove c’è sindacato c’è anche lo scontro (verbale).

L’assenza iniziale del giovane sindaco Bertinelli ci ha fatto sperare nell’ulteriore assenza di un’improvvisata (ma neanche troppo) campagna elettorale senza la presenza dell’opposizione.

Ma non perché la presenza del primo cittadino sia irrilevante in dibattiti di questo tipo, piuttosto perché, con le elezioni alle porte, è facile che un convegno si trasformi nella peggior propaganda renziana: se qualcosa va bene il merito è nostro, se qualcosa va male la colpa è di chi c’era prima.

Speranza, anche questa, andata in frantumi quando alle 15.10 il sindaco ha varcato la soglia dell’aula della biblioteca San Giorgio e ha preso posto davanti al pubblico.

Il dibattito si è suddiviso tra chi vede criticità nella sanità toscana e pistoiese, e chi smentisce i dati di questi “uccellacci del malaugurio” contrapponendo un sano e pericoloso ottimismo che, condito con un buon accento toscano, somiglia da far paura a quello di Renzi all’ultima Leopolda.

La signora Gai Minella della Cgil Pistoia, inneggiando alla miglior tradizione della sinistra, si è detta preoccupata perché esiste il rischio che la sanità si divida in due categorie: una per i poveri e una per i ricchi (ma la sanità non era gratuita? Ma i ricchi non andavano nelle cliniche private infischiandosene delle file al pronto soccorso o delle liste di attesa?).

Ha dato anche la sua proposta per risolvere i problemi: combattere maggiormente l’evasione e diminuire gli sprechi. La retorica insomma fa da cavallo di battaglia, ma almeno ci ha risparmiato la classica battuta sull’aver avuto un premier condannato per evasione fiscale. Gliene siamo grati. Concludendo ha poi sottolineato che la Cgil ha sempre collaborato – ma questo lo sapevamo da sempre – ma che adesso c’è bisogno di novità e risposte. Ma nessuno ha posto domande.

L’altra parte del sindacato, quella che ascoltando le chiacchiere in platea è apparsa più concreta, era rappresentata dal medico e coordinatore dei medici della Cgil Pistoia Corrado Catalani, il quale ha sparato a raffica una serie di numeri da far venire la pelle d’oca: la mortalità annua ha raggiunto vette degne della prima guerra mondiale (68mila morti di cui 11mila per anzianità), la rossa Toscana del presidente Rossi “ha l’influenza” (vale a dire che a parte quelle del meridione è la messa peggio) e che addirittura a Pistoia si registra, per alcune malattie, il maggior numero di decessi del centro Italia.

Quadro tutt’altro che roseo, se non che gli ospedali toscani hanno la maggior percentuale di sopravvivenza rispetto alle altre regioni. Della serie: se vi sbucciate un ginocchio correte all’ospedale e trovate il modo di assicurarvici una permanenza duratura. Un grosso problema che ammorba la Toscana riguarda gli squilibri tra aree della regione in fatto di qualità della sanità: in zone come Pisa o Siena, famose per le loro strutture ospedaliere e le loro università, arrivano investimenti che rimangono sconosciuti al resto del territorio. La Cgil, ragionevolmente, afferma che tali iniquità devono essere cancellate.

I due Paolo, uno David e l’altro Tosi, uno dell’Ordine dei Medici di Pistoia e l’altro Coordinatore Rsu Sanità Pistoia, hanno espresso pareri preoccupati sia sulla condizione economica sempre più difficile in cui versa la popolazione, sia sullo stato generale delle strutture ospedaliere provinciali.

Entrambi però hanno concordato su un aspetto: l’importanza delle risorse umane all’intero degli ospedali e la troppa attenzione all’aspetto economico che rischia di offuscare comunque la sanità e i suoi risultati.

Il punto è che le risorse per finanziare la sanità pubblica devono essere trovate, e se da una parte è vero che infermieri e medici sono le colonne portanti di ogni ospedale, è altrettanto vero che per garantire un carico di lavoro equo occorrerebbero nuove assunzioni (a novembre sono stati assunti quaranta nuovi medici), ma i conti devono tornare e, a questo punto, la coperta si fa corta da qualche parte. La politica insiste, in questo contesto, con la necessità dell’accorpamento previsto nella nuova legge delle dodici Usl in tre aree vaste. Ma restano più che lecite le preoccupazioni per le aree territoriali più deboli: quelle montane e quelle isolane.

Mentre il moderatore dell’incontro supplicava coloro che sarebbero intervenuti di limitare la durata dei loro interventi, per la Società della Salute si sono fatti avanti Per Luigi Galligani, Daniele Mannelli e Claudio Bartolini i quali hanno dirottato la discussione sia sullo stato di stress dell’ospedale, sia sul problema delle liste di attesa. Soluzione semplice: molte persone dovrebbero essere ricoverate per meno tempo o addirittura non essere ricoverate. A detta loro pare che la riforma della sanità rinforzerà la rete ospedaliera toscana – ma lo dovrà fare non garantendo prestazioni ai malati?

Dopo ciò, rullo di tamburi, è arrivato il momento del giovane sindaco Bertinelli. Mettendo in grave difficoltà l’apparato uditivo degli spettatori, ha iniziato il suo monologo ben lontano dal microfono, probabilmente con l’intenzione di far ascoltare metà delle frasi che gli escono dalla bocca, poiché chi non si era addormentato prima ha notato che il primo cittadino si è limitato a ripetere qualche numero devastante sulla sanità italiana ridotta a un colabrodo, dopo di che, nella parte restante dei trentaquattro minuti della sua arringa, ha fatto ciò che tutti temevano: campagna elettorale.

“Noi abbiamo fatto di qua, noi abbiamo fatto di là”, senza che nessuno avesse modo di contraddirlo poiché dii sindacalisti da ascoltare non ce n’erano più. Se avesse stilato una lista dei peggiori quotidiani a lui avversi, indovinate a chi sarebbe somigliato.

A suo sostegno è arrivata anche l’Assessore Regionale alla Sanità Stefania Saccardi, che è riuscita a smentire i tagli alla sanità presenti nella Legge di Stabilità, che si è sentita in dovere di smentire i dati del dottor Catalani senza però presentare neppure uno straccio di numeri diversi e, in fine, di dare un po’ contro ai governi di centro-destra che pare abbiamo fatto di tutto per ridurre la sanità pubblica a un cesso. Tutto questo mentre fuori i contestatori della sinistra regionale, nonostante la Saccardi, dicevamo male della sua sanità e distribuivano volantini a favore del referendum: quello che l’Assessora Stefania disprezza perché 55mila voti non sono nulla contro i 600mila dati a sbafo al signor Enrico Rossi.

Un consiglio a coloro che organizzano questi convegni: viste le cifre tremende che ci ha dato Corrado Catalani, provate a tenere la temperatura della stanza adibita al convegno sotto i trenta gradi, ché sennò anziché avere la mortalità della prima guerra mondiale, avremo quella dell’era del paleolitico.

[Lorenzo Zuppini]

_____________

Sull’Assessora Saccardi e sui suoi “punti di vista” torneremo prossimamente…

Print Friendly, PDF & Email

2 thoughts on “san[t]ità. L’ASSESSORA SACCARDI SPIEGA IL VANGELO AI SINDACATI

Comments are closed.