SOLOMON NORTHUP (Chiwetel Ejiofor) è un nero nato libero nel nord dello Stato di New York, rapito e venduto come schiavo negli anni che precedono la guerra civile statunitense. Confrontandosi con la spietata ferocia di un mercante di schiavi (Michael Fassbender) ma anche con gesti di inaspettata gentilezza, Solomon cerca di sopravvivere senza perdere la propria dignità. Dopo dodici anni incontra un abolizionista canadese (Brad Pitt), che cambierà per sempre la sua vita. Film con la regia dell’inglese Steve McQueen tratto da una storia vera, al centro l’identità postcoloniale, nove candidature all’Oscar vincendone tre, miglior film categoria drammatico, attrice non protagonista (Lupita Nyong’o), sceneggiatura non originale.
Golden Globe 2013 sempre per miglior film, le altre candidature per regia, sceneggiatura, attore protagonista (Ejiofor), attore non protagonista (Fassbender), colonna sonora. Corpi e sangue dovuto alle frustrate con moltiplicata violenza, per raccontare la sopraffazione dell’uomo sull’altro. Il regista trasforma il romanzo di formazione di Solomon, che dopo la liberazione sarà un attivista per i diritti degli africani statunitensi fino alla morte, in un’esplorazione mentale della schiavitù, mostrando cosa significa essere schiavi nella testa prima ancora che nel corpo, perdendo se stessi, rassegnandosi alle regole del sadismo, aspetti già affrontati ne “Lo schiavo americano” di Comolli.
Attorno il paesaggio statunitense visto nel rovescio del mito, come conquista e massacri, figure archetipe tra i bianchi ma anche tra gli schiavi, vedi la figura della schiava che vuole essere come i bianchi, mentre il padrone condiscendente (Benedict Cumberbatch) è sempre uno schiavista che tiene dei prigionieri tanto quanto il padrone sadico impersonato da Michael Fassbender, tra paludi e campi di cotone, le “capanne dello zio Tom”, visualizzate dalla fotografia di Sean Bobbitt, disegnanti l’universo concentrazionario e le sue dinamiche di annientamento.
Senza retorica né consolazione, il film mostra la schiavitù nella sua essenza profonda, evidenziandone la trama a venire: il colonialismo, le società postcoloniali, la lotta delle Panthers americane, l’odierno razzismo quotidiano. Dispiace un po’ per i mancati riconoscimenti nelle premiazioni agli attori Chiwetel Ejiofor e Michael Fassbender, la pellicola “12 anni schiavo” è in co-produzione Stati Uniti e Regno Unito.