FIRENZE. In questi giorni, Enac e Toscana Aeroporti stanno facendo dei saggi archeologici nell’ambito della Valutazione d’Impatto Ambientale per il nuovo aeroporto. A quanto pare, hanno trovato reperti che vanno dalla preistoria all’età romana, che potrebbero richiedere varianti all’opera.
Ma la vera domanda è un’altra: perché si permette a Enac e a Toscana Aeroporti di continuare a portare elementi per la Via? I termini per la studio d’impatto sono scaduti.
Il 20 luglio, il Ministero gli aveva richiesto delle integrazioni, entro il termine tassativo di 45 giorni. Fa 3 settembre. E il 3 settembre Enac e Toscana Aeroporti hanno presentato le integrazioni, su cui il pubblico poteva fare le proprie osservazioni, entro 60 giorni (non perentori). Fa 2 novembre.
Poi però, il 2 dicembre, Enac e Toscana Aeroporti hanno presentato altri 14 documenti di non meglio specificata “documentazione integrativa volontaria”, del tutto sconosciuta alla legge sulla Via (d.lgs. 152/2006).
Secondo la legge, il Ministero doveva esprimersi entro 90 giorni (non perentori) dalle osservazioni del pubblico. Fa 31 gennaio 2016. È il 4 febbraio. Il Ministero tace. In compenso, Enac e Toscana Aeroporti continuano a studiare, a scavare, a integrare.
Evidentemente le integrazioni che hanno presentato non sono state sufficienti. Allora la legge è chiara: “nel caso in cui il proponente non ottemperi alle richieste di integrazioni da parte dell’autorità competente, non presentando gli elaborati modificati, o ritiri la domanda, non si procede all’ulteriore corso della valutazione” (d.lgs 152/2006, art. 26, comma 3-ter).
Che fine ha fatto il diritto? Servirà Indiana Jones per disseppellirlo?
Piana Sana