
PRATO. Sarebbe fin troppo facile dire “ve l’avevamo detto”. Invece no, per sopperire alle carenze sanitarie di Prato, e non solo, servono proposte concrete. Servono più posti letto, almeno 100: perché l’ospedale è piccolo e adesso lo dicono tutti, anche coloro che lo difendevano strenuamente; perché la nostra città sconta quote posti letto inferiori alla media nazionale e soprattutto perché, per dimensionare la struttura sanitaria, non si è assolutamente tenuto conto dei “non ufficialmente residenti”.
A Prato mancano totalmente le strutture per le cure intermedie ed i pochi posti letto aggiunti sono solo palliativi, soprattutto nel caso in cui ci sia solo la presenza di personale infermieristico e non siano previsti medici di guardia. L’oncologia, fiore all’occhiello pratese, perde un pezzo importante che troverà collocazione definitiva a Sesto Fiorentino. In un momento in cui si profila un’emergenza sanitaria, causata dall’elevato numero di casi di meningite, servono strutture adeguate capaci di fronteggiare qualsiasi evenienza. Tutto questo non esiste.
Immediatamente prima e dopo il consiglio comunale straordinario di giovedì scorso abbiamo assistito, da parte dei rappresentanti del partito di governo regionale e cittadino, ad una parata di presenzialismi e dichiarazioni trionfanti a suon di milioni di euro, ampliamenti del nosocomio e posti letto in più.
Servono solo ad ottenere visibilità ad imbonire la cittadinanza. Infatti, invece di programmare seriamente e con coscienza, si continua ad operare in emergenza: si mettono toppe qua e là a un vestito nato logoro e strappato.
[cenni – prato con cenni]