PACI SUL BILANCIO DELLA FONDAZIONE: «NON HO ALCUN BISOGNO DI LAVARMI LE DITA, NÉ ALTRE PARTI DEL CORPO»

Il Prof. Ivano Paci, Presidente della Fondazione Caripit
Il Prof. Ivano Paci, Presidente della Fondazione Caripit

PISTOIA. Ivano Paci scrive:

Egregio signor Bianchini,
nelle Sue “anticipazioni” sul bilancio della Fondazione per il 2013, che sarà entro pochi giorni da tutti consultabile sul sito, Lei torna ad insistere su una presentazione scandalistica dell’investimento che la Fondazione decise nel 2008 nel titolo “Fresh” riferibile al Monte dei Paschi di Siena, insinuando dubbi sulla regolarità del bilancio in questione.

Fino ad ora ho sopportato pazientemente, senza ricorrere alle tutele legali per le quali esistevano tutti i presupposti, i Suoi attacchi personali, talora volgari, l’ingiuria, il dileggio, allusioni e insinuazioni continue; ma non intendo tollerare che si metta in dubbio la regolarità del bilancio della Fondazione e della sua attività.

Alla fine, si torna sempre e soltanto lì: al “diabolico” investimento in un titolo connesso al Mps, sottoscritto non solo da noi, ma anche da altre Fondazioni, istituzioni e investitori istituzionali.

Anche se non servirà a nulla, perché nulla serve contro il pregiudizio malevolo, preciso quanto segue:

– il bilancio 2013 è stato approvato all’unanimità, anche dalla “vocina corsara” [*] al suo servizio, che si è subito premurata di informarLa;

– il titolo “Fresh” non è quotato sul mercato, ma si scambia con trattative bilaterali: la nostra Fondazione ed altri sottoscrittori hanno ricevuto offerta da una grande banca d’affari internazionale per cederlo a 0,40 euro, cosa che noi abbiamo rifiutato;

– il fondo rischi variazioni di mercato è ampiamente sufficiente a coprire un’eventuale perdita sul Fresh, anche integrale, cosa del tutto improbabile;

– il portafoglio di investimenti finanziari della Fondazione al 31 dicembre presentava plusvalenze nette per € 33.800.000 non evidenziabili in bilancio; al 25 aprile tali plusvalenze erano pari ad oltre € 77 milioni, a dimostrazione di un portafoglio che ha retto molto bene alla crisi e in grado di cogliere la ripresa dei mercati;

– basta leggere i giornali sulle vicende del Monte dei Paschi negli ultimi mesi per capire che è tutto spiegabile, e il “miraggio”, di cui sarei vittima, è solo nella Sua immaginazione;

– forse Le sfugge che la Fondazione Mps ha “dovuto” vendere, mesi orsono, a prezzi molto inferiori a quelli oggi ottenibili, l’ingente quantità di Fresh a sue mani, circa la metà dell’emissione, per carenza assoluta di liquidità e per rimborsare un rilevante debito contratto verso le banche.

La nostra Fondazione non ha alcuna necessità di vendere e può ben attendere il ritorno del Mps ad una positiva normalità.

Il bilancio della Fondazione è corretto, rigoroso e prudente, come attestato da coloro che lo hanno controllato per dovere professionale e da osservatori esterni.

Il richiamo, papiniano prima che papale [**], allo “sterco del diavolo” non ci riguarda e non mi riguarda; e non ho alcun bisogno di lavarmi le dita, né altre parti del corpo.

Cerco e cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro; la Fondazione, per le sue finalità, è un’istituzione etica di per sé e a tale principio-guida si ispira nelle sue scelte di investimento e di intervento. Il che, naturalmente, non è una garanzia contro possibili errori.

Ma questo è un ragionamento troppo raffinato per il Suo giornalismo rozzo e violento che, almeno per quanto riguarda me e la Fondazione, non è al servizio di un’informazione corretta, anche critica, ma di ossessioni personali e forse di obiettivi che col giornalismo niente hanno a che fare.

Ivano Paci

 

Denaro o... stercus diaboli
Denaro o… stercus diaboli

Chiarissimo ed ex-Cattedratico Professor Paci,
dinanzi a cotanta scienza e certezza illuminata, senza dubbio, da divine e indiscutibili ragioni (pur se sembra di capire, nella nostra consapevole/incolpevole rozzezza, che alle nostre ragioni di ragioneria Lei [o preferisce uno spagnolesco e più appropriato Usted?] non abbia granché riposto…), “cecidere manus”.

Il latino, magari, se non ci arriva, se lo faccia tradurre da qualcun altro men rozzo e più prono…

Edoardo Bianchini

 

ERRATA CORRIGE (mannaggia al latino!)

  • [*]vocina corsara”: rectius “vocina carbonara”, Professore! Ma stavolta nessuno ne aveva fatto cenno: da dov’è uscito, quindi, questo dotto, ma assolutamente improprio e inopportuno, richiamo? Si tratta, forse, di un vulnus antiquum?
  • [**] stercus diaboli: “papiniano prima che papale” sottolinea accuratamente il Prof., come a voler correggere la citazione. Ma dire che l’espressione è papiniana prima che papale (il Papa ne aveva parlato proprio in quei giorni…) è un irremissibile errore storico-filologico, dato che essa viene da un ben più lontano Medio Evo. Ma occorre arrendersi, però: non omnes arbusta iuvant humilesque myricae, Professore…

Vedi in proposito: Il miraggio del Professore

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