pistoia. E QUEL PALLONE DEL PATTINAGGIO ARTISTICO CHE FU

Il pallone del pattinaggio dopo il 5 marzo 2015
Il pallone del pattinaggio dopo il 5 marzo 2015

PISTOIA. Il 5 marzo 2015 è una data che, purtroppo, la città di Pistoia difficilmente dimenticherà: i danni causati dalla tempesta di vento, il terrore che provocarono in quelle 12 ore, all’incirca dalla mezzanotte a mezzogiorno, le terribili raffiche non si possono cancellare facilmente dalla propria mente. A ricordarci ogni giorno che passa di quell’infausta data anche l’inefficienza dell’uomo.

Un esempio, fra i tanti, quel che resta del pallone comunale del pattinaggio artistico, tra lo stadio Marcello Melani, il “Turchi”, il Campo Scuola e il Tennis Club Enea Cotti: la struttura in acciaio con ancora i brandelli della copertura, svolazzanti.

Ecco, per la futura Pistoia Capitale italiana della cultura non c’è immagine peggiore di quella, che nessun “Sereno variabile”, nessun Osvaldo Bevilacqua, potrà mai occultare. Un tempo, in tutta la zona circostante, c’erano gli alberi a fare intravedere più che vedere: ma quelle stesse meravigliose piante sono state abbattute dalla furia del vento e allora ecco in tutto il suo malinconico spettacolo quel che resta del pallone, di quell’impianto gestito dal Dlf Pattinaggio Artistico Pistoia che oggi, al pari delle altre due società di pattinatori, è costretto ad ammassarsi con i propri tesserati nella struttura de Le Fornaci.

Non si comprende che cosa aspetti l’amministrazione comunale a ripristinare il tutto, visto che l’assicurazione parrebbe aver già provveduto a sistemare le cose. Non si capisce l’intenzione, se non che ci avviamo, tristemente, a festeggiare il primo anno da quel catastrofico evento atmosferico.

Qualcuno ci ha fatto notare che in quella bella parte della città di Giano, un tempo frequentata esclusivamente da sportivi, agonisti e amatori, hanno trovato rifugio strane figure, strani figuri: quando un sito è lasciato andare in malora, senza più vita senza più controlli, i primi a occuparlo sono malavitosi e indigenti, i primi per poter esercitare i propri loschi traffici lontano da sguardi indiscreti, i secondi alla ricerca di un luogo ove poter tentare di sopravvivere.

Ebbene bisognerebbe intervenire urgentemente, ma chi è impegnato a incensarsi o a rincorrere cariche o poltrone, beh non se ne interessa o fa finta che il problema non esista. Forza Pistoia destati, abbi un po’ d’orgoglio: che senso ha essere Capitale con quella bruttura?

Meglio essere più modesti, ma maggiormente sensati. O no?

[Gianluca Barni]

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