inceneritore. IL COMIITATO-CHIUSURA: «ASPETTIAMO ANCORA RISPOSTE»

Anticeneritoristi
Anticeneritoristi in piazza

MONTALE. Il Comitato registra con stupore la risposta del coordinatore di Usl-Centro dottor Biagini che dovrebbe solo chiarire in “spirito di servizio” ai cittadini (suoi datori di lavoro) quanto richiesto e dedotto al tavolo istituzionale sull’indagine epidemiologica: ci spiace contestare che le risposte alle domande, non sono rese, né privatamente, né pubblicamente.

Quella pervenuta è una replica autoreferenziale e cattedratica del coordinatore che prima dice di voler prestare un “…attento ascolto ai bisogni della comunità locale” ma poi, contraddicendosi in realtà, propone un secco rinvio a consultazioni delle pagine in linea della Provincia, farcite di migliaia di tabelle impenetrabili alla comprensione dei semplici cittadini, comunque liberamente interpretabili a seconda dell’intento di risultato ricercato. Sollecitiamo dunque nuovamente le risposte alle nostre richieste (10 domande) sul “vero problema“ dell’inceneritore di Montale e sulle dieci proposte consegnate a mano lo scorso 26 febbraio a Montale ai componenti del tavolo istituzionale.

I cittadini non ringraziano la Usl-Centro per questo: intendono infatti contestarle di non aver assolto bene ai suoi compiti di tutela e, dunque, ci rivolgiamo ai direttori dei Dipartimento di prevenzione Cantini e Fedi affinché provvedano alle necessarie iniziative di replica, convinti che queste saranno sicuramente di stimolo per fare “un miglior lavoro”, come affermato dalla dottoressa Chellini.

In attesa di rivederci tra più di un anno(!), i cittadini restano amareggiati per questo ennesimo rinvio, solo utile ad allungare il brodo e dunque, invitiamo Usl-Centro a risparmiarci le noiose consultazioni delle “pagine istituzionali” provvedendo altresì a riceverci e ascoltarci, ricordando che i cittadini sono, appunto, i primi interlocutori e non solo dei rompiscatole da tollerare.

Ci spiace concludere questa nota precisando che la notizia che “le emissioni (dell’inceneritore) di oggi, sono decine di migliaia di volte inferiori rispetto a quelle di trent’anni fa” non ci consola affatto, proprio considerando la latenza delle malattie: si è trattato forse di una excusatio non petita della dottoressa Chellini? Questa dichiarazione ci ha lasciato un senso di inquietudine facendoci riconoscere che i cittadini sono considerati alla stregua dei “topi di laboratorio”, esposti tutti a una lunga sperimentazione. Dunque, chiediamo: la “prevenzione primaria” è un lusso nella piana di Pistoia/Prato?

Dobbiamo essere noi a sollecitare la disponibilità della odierna letteratura scientifica, della quale richiamiamo solo il progetto Moniter e la recentissima analoga indagine di Vercelli? Sappiamo che le nostre domande non sono di facile soluzione e infatti le sollecitiamo: non permetteremo che l’indagine epidemiologica sia abbandonata nelle mani di sindaci inceneritoristi, “controllori e controllati” applicati a suonare un’orchestra monotonale. Dell’indagine epidemiologica possiamo solo essere diffidenti, richiamandoci al brocardo latino Summum ius, summa iniuria!

[gelli – comitato chiusura inceneritore montale]

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