tesi group. VINICIO VIGNALI È NATO A BETLEMME

un moribondo Olek Czyz
Un moribondo Olek Czyz
PISTOIA. Diciamo la verità, a chi non piacerebbe avere una bella infiammazione come quella che ha tormentato tutta la settimana il bravo Alex Kirk? Un dolore insopportabile, ci è stato detto che partiva dall’anca ed interessava non ricordo quali muscoli della coscia. Gliele facciamo fare o no quelle cinque ore inutili di viaggio per scendere a Caserta? Un vero dubbio amletico per staff e dirigenza, finché, evidentemente, non è intervenuto Vinicio Vignali che, assunta la versione onnipotente, ha imposto le mani sull’anca e guarito talmente bene il centro USA da far partire in pompa magna il proprio processo di canonizzazione. Vinicio santo subito, lunga vita a Vinicio.

A chi non piacerebbe passare una settimana a letto con gli insopportabili sintomi influenzali che hanno torturato Olek Czyz? Eroico, il polacchino malato ha raggiunto i compagni solo la domenica, ma già la foto postata sui social alla partenza denotava l’insopportabile fatica patita per aggregarsi ai compagni. Immenso, viva la tachipirina.

Sto esagerando? Certamente sì, ma del resto è il coach che ha dettato la linea. Probabilmente è proprio la conferenza stampa pre-partita ad essere completamente inutile. Concetti tecnici – ammesso e non concesso che io sia in grado di capirli – non vengono mai detti perché non possono essere ovviamente anticipate le strategie. In linea di massima, inoltre, le dichiarazioni sono sempre più o meno le stesse: gli avversari sono sempre fantastici ed in un ottimo momento di forma, i ragazzi hanno dato l’anima in settimana – qui ci può essere la variante per le assenze, ma comunque quello che poteva essere fatto è sicuramente stato fatto – quali che siano gli avversari rispettiamo tutti ma non temiamo nessuno e giochiamo sempre per vincere. Punto, oggi posso fare un copia-incolla e, sviluppando un pizzico i concetti, questo è il contenuto della “preview” di sabato prossimo in previsione della partita con Cremona. Ci va già bene che il tormentone “giochiamo per salvarci”, propinatoci per mesi contro ogni evidenza, è stato finalmente abbandonato.

Vincenzo Esposito, sabato scorso
Vincenzo Esposito, sabato scorso

Quindi, come spiegato, è proprio il meccanismo della conferenza del sabato mattina abbastanza sterile. Se poi devo scappare di ufficio per sentirmi raccontare barzellette concederete qualcosa in più alla mia irritazione. Nemmeno la consapevolezza di essere stato strumento attivo per una strategia destabilizzante l’avversario consola troppo, perché se è vero che, qualche settimana fa, abbiamo tutti considerato un mezzuccio quello di coach Bucchi che, alla vigilia della nostra trasferta a Brindisi, dichiarò indisponibile Adrian Banks, che poi puntualmente si dimostrò uno dei migliori in campo, allora onestà intellettuale vuole che si pensi la stessa cosa anche se all’insulto dell’intelligenza ha fatto ricorso un mito come Esposito.

Mezzucci, tra l’altro non degni di un coach bravissimo come Vincenzo. Speriamo non succeda più.

Quanto a quello che maggiormente interessa, finalmente una bella vittoria. Non abbondo di chiavi di lettura, perché mi sono messo davanti alla televisione convinto di vedere giocare una squadra con una serie di problemi che però non aveva, quindi mi viene meno la capacità di capire – o almeno di provare a farlo – quali siano stati i momenti chiave in cui è stata vinta la sfida.

Alex l'infiammato [foto Maestripieri]
Alex l’infiammato [foto Maestripieri]
Sicuramente un Moore a due volti, da un lato un regista capace nuovamente di far male e dall’altro un giocatore quasi inesperto nel cadere nella trappola del quarto e quinto fallo stupidamente spesi in sequenza. Una sciocchezza talmente grossa che, avessimo perso, sarebbe stato l’indiziato numero uno per salire sul banco degli imputati. Uno splendido Amato, con tanto di step-back e tripla per gasare il tifoso, oltre che una presenza concreta in campo. Un ottimo Alex Kirk, in evidente ripresa ed autore di una buonissima prestazione, finalmente tanta sostanza anche da Preston Knowles.

Infine, un grandissimo coach, capace di non far capire nulla a nessuno, dai giornalisti a Sandro Dell’Agnello fino ai giocatori avversari in campo. Vincenzo si merita pure il titolo di MVP della partita per essere riuscito, grazie alla camicia bianca indossata e ad un movimento malandrino lungo la linea laterale, a farsi passare la palla dagli avversari ed a tirare da tre.

Non ha segnato, ma resta il più grande di tutti.

[Luca Cipriani]

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