
PISTOIA. Siamo a metà settimana, si può cominciare a pensare al prossimo consiglio comunale, che – salvo eventi eccezionali – si aprirà sulla mozione a firma Betti, Baldi, Balza, Breschi, Ciriello, Mazzanti ed altri, che “impegna la Giunta a collocare l’opera di Ruffi La luna nel pozzo in altro luogo più consono ad ospitare un’opera d’arte contemporanea”.
Sembra davvero giunto il momento in cui si tornerà ad affrontare la questione in sede istituzionale, dopo la decisione dell’attuale collocazione, che risale al 1999.
Chi si mettesse in ascolto in questo momento potrebbe pensare che siamo matti ad occuparci della collocazione di una scultura in un posto anziché in un altro; con tutti i problemi che affliggono i cittadini e la città – dall’incuria di certe zone, alla minaccia alla sicurezza che si manifesta in particolari contesti, pensiamo ai parcheggiatori abusivi, spacciatori, ma anche all’amianto dell’impianto idrico etc. –, in realtà l’argomento riportato all’attenzione dalla mozione Betti & C. non ha mai smesso di essere dibattuto tra i pistoiesi che, giustamente fieri dell’antica piazza dell’ospedale del Ceppo, hanno visto come un’intrusa “La luna nel pozzo”, uno sfregio quasi, alla maestà dell’invetriata del Della Robbia, mentre altri (pochi invero), pur orgogliosi della splendida eredità artistica, apprezzano il tocco contemporaneo che la luna in corten dà, all’insieme architettonico.
Nessuno, nemmeno la mozione che sarà votata nel prossimo consiglio, disconosce il valore dell’opera scultorea di Ruffi, ne viene invece contestata la location.
Allora proviamo a capire meglio il senso e la ragione della scelta che potremmo fare, rimandando alla discussione consiliare la definizione della sorte dell’opera.

Il corten è un acciaio basso, legato con rame, cromo, nichel e fosforo, con una buona resistenza allo snervamento, ma la sua principale caratteristica è quella di resistere alla corrosione elettrochimica mediante la formazione di una patina superficiale compatta (ossidi), che impedisce il progressivo estendersi della corrosione: tale pellicola cambia colore con il tempo assumendo una calda tonalità bruna.
Perché si generi la pellicola autoprotettiva è necessario che il manufatto sia esposto all’aria, che subisca tutti gli agenti atmosferici e non ci sia acqua stagnante. Esclusa quindi una collocazione al chiuso o comunque riparata.
La più grande scultura in acciaio in Europa è “La Liberté”, di Marino di Teana, si trova a Fontenay sous Bois, è in corten ed è collocata in un ampio spazio a verde, ciò che caratterizza la maggior parte dei grandi manufatti della stessa natura, destinati a restare fissi nel luogo prescelto.
Detto tutto questo, a costo di ripeterci: siamo certi di non esserci affezionati a quella luna e a quel pozzo che interrompono lo spazio scenico proprio a vantaggio della parte più illustre della piazza?
Un vero pozzo c’era e si è perduto, la luna d’acciaio bruno ci si tuffa ugualmente e ci rende un po’ di magia…
Ma per capire chi ha ragione e chi avrà la meglio bisogna aspettare che il Consiglio si riunisca e argomenti.
O non sarebbe meglio fare un referendum anche su questo…?
[Paola Fortunati]
Eh già Paola….e chi glielo dice al Platano Picchiatore che si sposta la Luna, mentre lui è sempre lì, in mezzo alla pista ciclabile a prendere capocciate dai ciclisti….il referendum è comunque un ottima soluzione per bruciarsi altri 20.000 euro di soldi pubblici….si dai, facciamolo!
non vorrei mai far del male al platano, fra i due meglio eradicare la luna (che però io lascerei poprio lì dov’è, ma questo l’avevo già detto 🙂