PISTOIA. Chiudete gli occhi per un attimo. Immaginatevi di vivere in mezzo alla guerra, alla miseria e alla povertà. Non cerchereste un angolo della Terra per far crescere i vostri figli?
Non cerchereste qualcuno che sia disposto ad accogliervi? Se le nostre fedi religiose fossero così viscerali non avremmo paura che qualcuno possa scalfirle, solo perché crede in un Dio diverso dal nostro.
Invece no, il diverso da noi fa paura. E la paura ha fomentato in questi giorni l’odio contro chi, nel suo piccolo, cerca di creare un mondo migliore. Odio che prima è sfociato in sterili critiche e poi in accuse e minacce.
Ma partiamo con ordine. Tutto nasce dall’idea dei due parroci, in collaborazione con l’associazione Virgilio-Città futura (nata anni fa all’interno del mondo cattolico soprattutto per l’accoglienza turistica) e il suo presidente Alessandro Vivarelli, di creare un progetto di accoglienza per migranti. L’idea si è concretizzata grazie a un bando della Prefettura che permetterà di accogliere 19 persone tra le parrocchie di Marliana, Vicofaro e Ramini dal prossimo 1° aprile al 31 dicembre di quest’anno.
Eppure arrivano taglienti come coltelli affilati le critiche nei confronti di don Alessandro Carmignani, parroco di Marliana, e di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro e Ramini. Il motivo? Aver parlato di accoglienza. Un’accoglienza che non sia solo un tetto sopra la testa ai migranti, un pasto caldo e un letto sul quale dormire. Accoglienza è anche far sì che questi profughi in balia delle onde possano continuare a coltivare le proprie radici culturali e religiose. Ecco perché Don Carmignani parla di “condividere eventualmente anche uno spazio della Chiesa. Non è sincretismo, ma un modo di vedere la Chiesa come luogo per pregare tutti insieme”.
Amarezza, tanta, e un po’ di dispiacere, soprattutto perché quelle critiche arrivano come un fulmine a ciel sereno soprattutto dall’interno del mondo clericale e dai cittadini pistoiesi. Magari anche da quei cittadini che un piede in Chiesa non l’hanno mai messo. Però puntano il dito contro i musulmani.
“A oggi l’esperienza dell’accoglienza non è ancora iniziata –le parole di Don Carmignani- io vorrei solo poter costruire qualcosa insieme. Dovrebbe essere una possibilità per tutti: non ho mai pensato di realizzare uno spazio che potesse dar luogo a un fraintendimento, anche perché penso che la preghiera sia un tempo prima che uno spazio”.
“Ciò che più mi ferisce è che queste polemiche abbiano distolto l’attenzione da quello che è l’obiettivo reale di questo progetto e la sua centralità: l’accoglienza –continua- un’accoglienza che possa vedere coinvolta l’intera comunità, anche perché la Chiesa cammina con le persone che fuggona dalla morte per guerra o per fame e che sono in cammino verso una speranza di vita”.
“Questi fraintendimenti giungono inaspettati ma, per certi versi, purtroppo, immaginabili: so cosa nel mondo cattolico talvolta è presente, se non addirittura sostenuto da alcuni che hanno un determinato ruolo all’interno della Chiesa. L’accoglienza è un gesto che indica il cammino della comunità cristiana nella carità, un gesto che testimonia quanto la Chiesa vive e sia testimone della Misericordia, come dice Papa Francesco. L’azione di carità nei confronti dei migranti è un diritto e un dovere proprio della Chiesa, un supplemento di umanità anche per vincere paura e pregiudizi”.
Inoltre, Don Carmignani precisa che tutto ciò che dovesse rimanere economicamente da questa esperienza sarà versato totalmente alle comunità che hanno aderito a questa iniziativa, ovvero ai poveri già conosciuti dalle comunità stesse.
“L’aspetto più bello di questo progetto è proprio il fatto ad accogliere non siano professionisti, ma le comunità –spiega Don Carmignani– non è un modo per arricchirsi, ma per dire che accogliere è possibile. Come diceva Gesù ‘Quello che voi avete fatto ai più piccoli fratelli lo avete fatto a me’. Niente ci viene tolto e tutto ci viene dato. Sta a noi metterci in gioco senza scuse né paure”.
[Alessandra Tuci]
Tutto sommato le chiese hanno spazi grandi e non sono ormai più tanto frequentate da essere riempite di cattolici. Un’ottimizzazione di spazio (e di tempo) è sempre meglio che spendere un sacco di soldi per costruire moschee. A meno che poi non vogliano anche quelle.
Grande assolo! Tra l altro questo don è un po’ esibizionista. ..tutte le volte che si inventa qualcosa non esita a chiamare tutte le testate giornalistiche per apparire. Caro don non importava dargli la chiesa per pregare. ..il tappetino lo mettono ovunque se non lo sa’ e non gli serve nemmeno la bussola.