solidarietà & pistoia. I CLOCHARD ASSISTITI SOLO DAI VOLONTARI

L’articolo sulla Nazione
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PISTOIA. La riflessione di un lettore sulle azioni della politica locale rispetto ai bisognosi.

Vorrei condividere una mia riflessione in seguito ad un articolo letto nel quale si lamenta alla stazione un presunto decadimento del decoro per l’aumento di frequenze di persone più sfortunate di noi in attesa di un pasto sicuro distribuito dai volontari della Associazione Raggi di Speranza in Stazione.

La stazione è sempre stato un luogo frequentato dai clochard detti gli invisibili, un motivo ci sarà che giustifica questo appellativo? Maria Scarpellino Renzi con l’Associazione Raggi di Speranza in Stazione ha dato risposta ad un bisogno di accoglienza e di tutela.

La società civile spontaneamente si è fatta carico di un dovere che in parte stava a chi amministra la città.
Alla stazione vi erano e vi sono casi disperati di isolamento che necessitano di cure quanto soprattutto vicinanza accoglienza e dialogo.

Alla stazione ferroviaria la politica e le sue belle intenzioni hanno e avevano fallito!

Ha fallito la politica estetica di una sinistra perbene e buonista e ha fallito la politica destrona che si nutre di rancore rabbia e intolleranza.
Lì la società civile invece ci ha dimostrato e ci dimostra che tutto è possibile e che se la politica è autenticamente decisa a svolgere un servizio lì, può intercettare energie positive di essa.

Cosa ha fatto ad oggi la nostra amministrazione alla stazione per fare questo?

Ecco la vera riflessione da iniziare; il tallone di Achille di una politica prigioniera dei propri estetismi ideologici e incapace di mettere a frutto le qualità di una società civile attiva e costruttiva.

Massimo Alby

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One thought on “solidarietà & pistoia. I CLOCHARD ASSISTITI SOLO DAI VOLONTARI

  1. Buona sera Alby…guardi che la gente non se la prende coi bisognosi, la gente si arrabbia e molto per episodi come quello dei ragazzi presi a colpi di uncino, per i furti delle biciclette, per la generale sensazione dì insicurezza che si respira dopo una certa ora in stazione. E’ la delinquenza a preoccupare e non i poveracci. Quindi evitiamo prediche e moralismi che tanto lì va fatto solo pulito con un posto fisso di polizia. Caso mai e su questo sono con Lei, penso che la città debba trovare una soluzione più dignitosa per queste persone abbandonate a se stesse, che non sia l’attesa di un pasto caldo da parte dei volontari. Possibile che il Comune non possa intervenire dando l’opportunità alle persone più sfortunate (ma che hanno voglia di darsi da fare) di svolgere lavoretti di pubblica utilità, in cambio di un vitto, un alloggio e una piccola retribuzione? Il Papa tra l’altro se non erro ha esortato le parrocchie a dare alloggio ai diseredati, ai miseri…
    Massimo Scalas
    PS. A Bergamo, da dove provengo, avevano il medesimo problema (non dei mendicanti…ma della delinquenza), aggravato dallo spaccio massiccio: hanno risolto con una postazione fissa di polizia, che al netto dei buonismi e di tutti i sofismi, è l’unico deterrente in certe situazioni. Si chiama controllo del territorio.

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