PISTOIA. Qualcuno domanda cosa fare per arginare l’incresciosa e pericolosa situazione di stazioni e aree connesse delle quali siamo tutti o quasi tutti capaci di segnalare i mali sorvolando sempre sulle terapie da seguire per porre rimedio a quella che sembra ormai divenuta una malattia cronica.
Non credo ci sia, almeno per ora, una cura, una medicina sicura alla quale ricorrere.
Segnalazioni come la mia (rileggere qui – n.d.r) sono sempre opera di singoli e singoli sono anche coloro, non molti per la verità, che sembrano sconcertati, stufi di tanto scempio e decisi a fare qualcosa.
Non esiste terapia poiché l’unica determinante e risolutiva dovrebbe essere sospinta e invocata a gran voce dal basso, dal popolo. Questo è il tassello fondamentale che manca per qualunque iniziativa volta a correggere un andazzo che è più che consolidato. Un esempio per comprendere meglio il semplice concetto.
Ancora alla stazione, domenica pomeriggio ore 15. Sotto la pensilina del primo binario un energumeno esaltato, forse in preda all’alcool o alla droga, o vittima di entrambi, importunava pesantemente alcune giovani donne che impaurite hanno avvisato l’unico ferroviere riconoscibile, non dalla divisa, ma perché seduto nella stanza dei “dirigenti movimento”, il quale ha chiamato la polizia.
Sono intervenute due volanti con quattro giovani e ben dotati agenti mentre il personaggio di cui sopra, trasferitosi al secondo binario proseguiva nello show spogliandosi e smanettando sul volto dei viaggiatori, lanciando improperi e bestemmie di ogni genere tra donne e bambini.
I poliziotti lo hanno raggiunto, ma anziché fare come sarebbe successo in qualsiasi altro Paese civile ovvero portarlo via di forza, hanno atteso pazientemente che quell’imbecille invasato terminasse la sua sceneggiata, li rivestisse di insulti e, di propria volontà uscisse, con comodo, dalla stazione.
Eppure i ragazzi della polizia sarebbero stati perfettamente in grado di eseguire l’intervento in altro modo, più rapido ed esemplare come la logica avrebbe richiesto.
Perché non lo hanno fatto? Perché al primo binario c’era gente col telefonino in mano impazienti di scattare qualche foto della polizia che malmena un “cittadino” da mettere su facebook o sulla stampa col commento che potete immaginare.
Forse se quegli appassionati di selfie fossero stati tutti genitori delle ragazze in pericolo, allora le cose sarebbero potute andare diversamente e sarebbero venuti meno tutti quei principi che di regola si rammentano e ai quali ci ispiriamo quando la questione non ci investe direttamente e quindi non rischiamo nulla.
Tutti siamo paladini della comprensione, del garantismo, della tolleranza etc., purché di mezzo non siano i nostri interessi.
Per invertire il corso delle cose occorre avere una coscienza popolare e quindi è indispensabile la presenza di un popolo che pensi collettivamente e che collettivamente faccia sentire la propria voce e il proprio peso. Non abbiamo un cemento che ci unisca né abbiamo radicato in ciascuno di noi il senso di appartenenza.
Ognuno pensa al proprio orticello privato, quello che accade nel terreno del vicino non ci interessa, dimenticando che domani, lo stesso destino potrebbe toccare anche noi.Questo non è individualismo, è indifferenza e le due cose non sono sovrapponibili.
Una bandiera ed un inno non fanno una nazione, viceversa è il popolo, col suo comportamento e le sue volontà, che dà significato all’una e all’altra.
[Fiore Di Monozzo]
[*] – Lettore, ospite
Vedi anche:
Mi sembra che un episodio, se non uguale spiccicato a quello segnalato da Fiore, almeno coincidente per il 90%, sia già accaduto qualche tempo fa e sia stato ugualmente riportato da “Linee Future”.
Se queste cose continuano tranquillamente ad accadere (e non mi meraviglio, visto il degrado generale che c’è intorno alla stazione, specie di notte), è doppiamente grave. Come è doppiamente grave ed incomprensibile il comportamento delle Forze dell’Ordine (anche nell’episodio riportato la volta scorsa andò così), specie se si fossero fatte condizionare da quattro cretini con il videotelefonino in mano (sai dove lo caccerei volentieri a tanti idioti che per guardarsi lo stupido oggetto non guardano e non vedono neppure dove mettono i piedi). A tali idioti anch’io auguro di cuore di trovarsi in una situazione simile alle persone che sono state minacciate ed importunate, così da aprire gli occhi e smetterla di fare, eventualmente, le prefiche del garantismo peloso a tutti i costi.
Piero Giovannelli