PESCIA. Alcuni cittadini di Pescia si sono rivolti a noi per una questione delicata cui, al momento, non trovano risposte dalle istituzioni.
Tra il 2009 e il 2011 sei cittadini acquistano altrettanti appartamenti completamente ultimati, in un caseggiato costruito dalla Spes.
Tale compartecipata dai comuni della provincia di Pistoia, si occupa di edilizia popolare ma, in questo caso, il caseggiato in questione era destinato ad edilizia privata.
I sei acquirenti, infatti, acquistano i loro appartamenti, posti in via Lucchese 96 a Pescia, a cifre allora di mercato attorno ai 1400 euro/m2. A detta di costoro la Spes, una volta venduti questi sei appartamenti, avrebbe dato come l’impressione di non essere più solerte nella ricerca di nuovi acquirenti e difatti nessun altro appartamento è più stato venduto.
Ecco quindi che nel 2013 la Regione Toscana delibera di acquistare da Spes tutti gli invenduti di via Lucchese 96 per destinarli ad “edilizia popolare” (Erp). Nonostante, così facendo, la Regione smentisse se stessa dato che, tramite le proprie linee guida al riguardo, ha sempre sconsigliato la realizzazione del “condominio misto”.
Nella suddetta delibera, la Regione s’impegnava a comprare ad un valore tra i 1000 ed i 1700 euro/m2, e al momento dell’acquisto, esso è avvenuto al valore massimo e cioè di 1700 euro/m2. Questa cosa ha stupito non poco i sei proprietari, sia perché, a detta loro, il valore di mercato nel 2013 era nettamente minore (1000-1100 euro/m2) ma anche perché, da dati in loro possesso, con tale quotazione, la somma versata dalla Regione, guarda caso, copriva esattamente l’ammontare del mutuo contratto dalla Spes con la Cassa Di Risparmio di Pistoia per realizzare il caseggiato che così poteva essere estinto.
Su tali questioni, infatti, hanno ritenuto opportuno presentare esposto tanto alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica.
Al di là però delle questioni giuridico-amministrative, ciò che preoccupa davvero i sei proprietari è la realtà che sta per configurarsi. Da una parte il disagio legato alla convivenza con i futuri assegnatari degli appartamenti, dall’altra la quasi certa impossibilità di “fuga”.
Infatti, chi mai sarebbe disposto, stanti così le cose, ad acquistare tali appartamenti? E quand’anche quale mai potrebbe esserne la sotto-quotazione?
Alla luce di ciò i nostri proprietari vorrebbero un incontro con Spes per vedere di poter uscire da questo vicolo cieco.
Loro avrebbero due proposte. In primis chiedere a Spes di riacquistare i loro appartamenti essendo anche disposti a venire parzialmente incontro sul prezzo. In alternativa sarebbero anche disposti a prendere in considerazione una permuta dato che la Spes disporrebbe di un ingente patrimonio immobiliare diffuso sul territorio.
Il problema è che il tempo incalza. Era, infatti, prevista ad aprile 2016 la Conferenza dei Sindaci che avrebbe dovuto ratificare la situazione e dare il via al Sindaco Giurlani per procedere all’assegnazione degli appartamenti in relazione alle graduatorie di edilizia popolare.
Siamo ormai alla metà di maggio ma nessuno è propenso a credere che la situazione di stallo possa ancora proseguire a lungo. La Lega ritiene che le istituzioni debbano affrettarsi a convocare la presidenza della Spes ed a farsi tramite per una soluzione ragionevole della questione.
Luciana Bartolini
Giuseppe Fiore
Lega Nord