SERRAVALLE. Per la seconda volta abbiamo chiesto di poter visionare le rendicontazioni della gestione degli impianti sportivi che le società, secondo convenzione, devono presentare entro il 31 agosto di ogni anno per ottenere i contributi del Comune.
Risulta che solo un’associazione sportiva ha presentato per due volte il bilancio di gestione nei tempi prestabiliti; negli altri casi non ci sono rendiconti oppure non sono protocollati (e quindi privi di valore) oppure sono stati presentati guarda caso solo alcuni giorni fa, come attesta la data del protocollo.
Per ogni struttura ci sono state fornite le bollette di luce, gas, acqua e telefono pagate dai gestori negli ultimi due anni di attività e per ogni società sportiva una relazione sul quinquennio di gestione dell’impianto ad essa affidato, appositamente commissionata dall’amministrazione comunale dopo la nostra richiesta.
L’amministrazione però dovrebbe sapere che tali relazioni non hanno nessun valore legale, non possono comprovare le uscite e le entrate dei gestori, tantomeno l’utilizzo dei contributi, per cui non possono in alcun modo sostituire le rendicontazioni mancanti.
Le convenzioni prevedono che “il concessionario è tenuto a presentare all’Ufficio Sport, entro il 31 agosto di ogni anno, il rendiconto economico-finanziario dell’esercizio precedente che deve comprendere gli introiti da sponsorizzazioni, pubblicità, attività commerciali, quote mensili attività giovanile, affitto dell’impianto e quant’altro costituisca entrata od uscita del periodo di gestione: 1 luglio (anno precedente) – 30 giugno (anno successivo), nonché il Modello Unico Enti Non Commerciali relativo”, e che “il pagamento del compenso per la gestione dell’impianto viene effettuato in rate semestrali…. previa presentazione di fatture debitamente riscontrate e vistate per la liquidazione dal Responsabile Ufficio Sport… La fattura da emettersi il 31 agosto deve essere accompagnata dal rendiconto annuale di attività”.
Riassumendo: le rendicontazioni forniteci o sono mancanti o inesistenti o non sono valide e il Comune – come è possibile evincere dai documenti consultati – risulta aver sempre versato i contributi, equivalenti a più di 100mila euro all’anno (denaro pubblico), senza avere avuto riscontro ufficiale di come siano stati impiegati e senza dare debita giustificazione alla cittadinanza, in barba alla trasparenza amministrativa.
Le società sportive si sentono in questo modo tutelate nei loro rapporti con l’amministrazione? Sospendiamo qui ogni commento o conclusione, che lasciamo liberamente ai cittadini.
Ci chiediamo solo: ma l’Assessore dov’è e cosa fa?
Elena Bardelli
Consigliere Comunale Fdi-An