ARRIVEREMO sfiancati al referendum pro o contro la riforma (?) costituzionale.
Il resto dei problemi può attendere perché di secondaria importanza, secondo questi mascalzoni.
Forse potremmo cominciare a risolvere “il problema” partendo da una domanda semplicissima: può un governo non eletto dal volere popolare proporre una modifica costituzionale attraverso un referendum che, di fatto, va a spaccare in due un Paese già abbondantemente spaccato e disastrato?
Può un presidente della repubblica, anch’egli illegittimo, restarsene in posizione di terzietà dinnanzi a questo vulnus di origine?
Nel frattempo possiamo osservare come l’italica dignità, paragonabile a una fogna a cielo aperto, già si stia preparando a essere rigirata dal bomba-Renzi attraverso “assestamenti” che passano dalla nomina di Feltri (fautore del sì) a direttore di Libero al posto di Belpietro (assertore del no) e come su Rai2 nazionale, la scomoda trasmissione di un giornalista non organico come Porro, che si intitola Virus, venga bruscamente interrotta.
Ci stanno preparando il piattino i cattocomunisti del bomba e la lotta già si fa impari.
A meno che…
A meno che la cosiddetta destra e la cosiddetta sinistra, con molto pragmatismo politico, alla faccia di quella verginella maliziosa che si chiama Elena Boschi, la smettano di battagliare fra loro e, desistendo fino al referendum, facciano forza comune.
A meno che anche i pentastellati la smettano di prendere la gente per il “guru”, visto che il buon Casaleggio ha traslocato altrove e che i proponimenti verbali e le buffonate, di cui siamo quotidiani spettatori, si tramutino in argomentazioni (e ce ne sono a iosa) tendenti a fare comprendere come questo referendum sia illegittimo e quindi “infruttifero”.
A meno che anche gli asini che volano, o per lo meno una parte di essi, decidano di cominciare democraticamente a “scalciare” contro tutti quegli omuncoli che hanno e usano il frustino per tenerli buoni e asserviti ai loro voleri di cacca.
Se non si è ancora compreso, tutto questo “pacco” che vorrebbero confezionarci, si può tranquillamente chiamare “colpo di stato”.
È un golpe democratico, altro che golpe Borghese! È tutto vero, sotto gli occhi di tutti e quotidianamente rinforzato da mercenari della politica (Verdini docet), che ai loro portafogli guardano e non al bene comune.
No, no, no. Così non va!
[Felice De Matteis]