
PISA. I cittadini toscani appartenenti al comitato cittadino “Non vogliamo una Toscana Rosso Sangue” sono scesi nuovamente in piazza per manifestare il loro dissenso nei confronti della Legge Regionale Remaschi sul contenimento del presunto sovranumero di ungulati nella regione.
Dopo Firenze è la volta di Pisa, nella quale è stata allestita una piazza colorata in cui i cittadini hanno invitato a parlare esperti del settore per dare un’informazione realistica e veritiera per quanto riguarda la legge, il presunto aumento del numero di ungulati non dimostrato dai dati resi pubblici dalla Regione, sulla situazione del recupero della fauna selvatica, spesso abbandonata a se stessa nelle mani dei cittadini con i centri di recupero in difficoltà e sempre più spesso costretti a chiudere, sulla gestione delle specie problematiche, per le quali il fucile rappresenta, come dimostrano molti lavori scientifici a livello internazionale, la causa e non la soluzione dell’eccesso, e sulla situazione della vigilanza, sempre più ridotta e poco ostacolata!
Gli interventi informativi sono stati intervallati da momenti di danza a tema su basi di pizzica e tammurriata dell’avvocata, recitazione, lettura ed è stato “ospitato” persino un contest fotografico tema con tanto di premiazione finale con prodotti offerti da negozianti toscani.
Non vogliamo una Toscana Rosso Sangue nasce in seguito all’approvazione della Legge Remaschi ed è costituita da semplici cittadini che, insieme, vogliono far luce sulle problematiche legate alla caccia, sulle possibili soluzioni alternative al “problema” ungulati e sul menefreghismo politico che sono costretti a subire.
«I politici, sostengono i cittadini, favoriscono la minoranza armata di fucile alla maggioranza dei cittadini, mettendo a rischio non solo la loro sicurezza ma limitandone anche la libertà e danneggiando una delle più belle campagne del mondo!» e continuano sostenendo che «La fauna selvatica è un bene indisponibile dello stato e quindi proprietà di tutti, non è una risorsa rinnovabile con cui pochi “eletti” possono lucrare».

La legge prevede infatti la creazione e la valorizzazione di una filiera di carne di ungulati “rubati” alla collettività, la possibilità di sparare tutto l’anno anche in oasi e aree protette, dopo il tramonto, con l’utilizzo di mezzi luminosi e per tutti i mesi dell’anno, anche nel periodo riproduttivo, quando le femmine stanno per partorire o sono già accompagnate da cuccioli.
“Non vogliamo una Toscana Rosso Sangue” non si ferma qui e continuerà ad informare altri cittadini e a chiedere un confronto col presidente Enrico Rossi e l’Assessore Remaschi, promotori della tanto discussa legge.
Paola Zintu
Comitato cittadino “Non vogliamo una Toscana Rosso Sangue”