SAN MARCELLO. [f.d.m] Vi ricordate il nostro articolo sulla partecipazione della Coop di San Marcello in una operazione che abbiamo definito speculativa e fuori dall’interesse territoriale? (vedi).
Evidentemente non tutta la Montagna dorme: nel caso di specie vi proponiamo le riflessioni della signora Lucia Geri, già assessore al Comune di San Marcello, che ci sembra, al pari nostro, niente affatto convinta dell’operazione.
A partire dalla notizia posizionata in cronaca di Pescia e non della Montagna, quasi a voler evitare le valutazioni dei “donatori” locali, cioè dei montanini.
Comunque sia, buona lettura:
29 maggio alle ore 22:21
Domanda sulla Coop, da f.b: di Lucia Geri
Leggo per caso e, per questo, con ritardo, un articolo apparso sulla cronaca di Montecatini del Tirreno del 17 maggio. E questa è la prima stranezza, visto che la questione mi pare di maggiore interesse per noi della montagna.
Viene annunciato che il consiglio di amministrazione della nostra Coop Montagna P.se, con altre due Coop immagino delle province di Firenze e di Pisa, costituiranno, con gli attivi del nostro bilancio, una s.r.l. e insieme, rileveranno quella di Pescia, in liquidazione.
La notizia mi inquieta non poco, sia come socia che come cittadina. E mi inquieta anche il silenzio di tutta la montagna, visto che un totale di un milione e mezzo di euro – seppure diviso per tre – verranno conferiti alla nascente società. Ora, le mie domande sono molto semplici ma gradirei delle risposte; anzi, le definirei doverose.
Prima domanda: se è vero, come scritto sull’articolo, che i bilanci della nostra Coop sono molto positivi, non sarebbe stato il caso (il dovere?) di investirli per migliorare il servizio magari riducendo i prezzi o aumentando nuovi tipi di merce? O meglio ancora, magari organizzare nuovi servizi (per esempio portare la spesa a domicilio) dando lavoro a qualche giovane disoccupato?
Seconda domanda: se la Coop di Pescia è in liquidazione, i motivi possono essere diversi, ma si possono riassumere in due: o la sua gestione è stata pessima – ma allora sarebbe normale che venissero cambiati i membri del consiglio – oppure che per altre ragioni obbiettive (p.e. centri concorrenziali vicini o altro), ma in questo caso non si comprende perché mai utilizzare il nostro denaro senza speranza di riaverlo. In ogni caso, anche prevedendo miracoli a cui personalmente proprio non credo, quanto tempo ci vorrebbe per recuperare tutto quel denaro?
Infine non è di facile comprensione come con questa manovra si farebbe fronte al crescente calo demografico della montagna.
Insomma, o dall’articolo manca un pezzo di equazione o la scelta – così come si legge – mi sembra non solo immotivata, ma addirittura offensiva per i soci e per tutta la montagna che probabilmente ne verrà ulteriormente impoverita.
Io spero di sbagliarmi e di aver capito male, perché altrimenti la manovra mi sembrerebbe addirittura pericolosa e non credo di essere socia da anni e anni di una società che gioca in borsa, peraltro investendo su società destinate a perdere…
Se il miracolo non ci dovesse essere, i membri del C.d.A. così decisionisti, avranno delle conseguenze o a pagare saremo noi come sempre?
Beh, io comincio a essere stanca e penso che dovremmo ricominciare a riprendersi il nostro. Anche da questo fatto, se è così come sembra.
Egregia sig.ra Lucia,
complimenti per l’analisi dei fatti ed auguri per quanto riguarda le risposte che, giustamente, si ripromette di ottenere.
Un consiglio, semmai: cerchi di farsi più alleati possibile in loco e di fare, insieme agli altri, la massima pressione possibile, altrimenti, le probabilità di avere una risposta decente saranno assai scarse.
Infine, una piccola osservazione. Nel leggere l’articolo del Tirreno ho rivisto il nome di una mia vecchia conoscenza di quando lavoravo alla (fu) Comunità Montana Appennino Pistoiese (sono passati ormai più di ventiquattro anni da quando ho cambiato aria, regnante allora Valerio Sichi, altro inossidabile): Adamo Bugelli; e mi è venuto da pensare a come sia lunga, in montagna (ma non solo lì) la longevità politica di certa gente. Ma un po’ di ricambio d’aria, anche energico, no, eh?
Auguri anche per questo, signora, a Lei ed agli altri “montanini”
Piero Giovannelli
Pr chi non conosce la Coop di Pescia è un minuscolo negozio in centro, in una strada nord-sud a senso unico, senza un parcheggio interno proprio, inoltre in passato non era Unicoop Firenze perchè la tesserina non si poteva utilizzare, se poi ci sono errori di gestione non lo so, di sicuro la sua ubicazione è infelice e per adesso a Pescia l’Esselunga la fa da padrona