CASO-GODUTO. UN COMUNE CHE HA LE IDEE CHIARE SULLA LEGALITÀ

Il dottor Mauro Goduto
Il dottor Mauro Goduto

AGLIANA. Intervista al vero (così dice il Tar) comandante della Polizia Municipale di Agliana, espropriato del suo posto di lavoro con la formazione di una graduatoria aggiustata ma viziata da un banale “errore di somma”, ancora oggi negato da quella che si definisce in assoluto una buona amministrazione di sinistra, chiara, trasparente, democratica e legalitaria.

Dottor Goduto, la vicenda giudiziaria contro l’amministrazione comunale è prossima alla definizione: perché non c’è stata una transazione stragiudiziale in oltre dieci anni di controversia?

Perché da parte del Comune non è mai stata manifestata tale volontà. L’unica proposta che ho ricevuto è stata fatta a settembre 2013, il giorno prima dell’udienza per il giudizio di ottemperanza. È opportuno evidenziare che sono stato costretto a ricorrere al giudizio di ottemperanza, con notevoli spese a mio carico, perché il Comune, tre anni dopo la sentenza del Tar, non si era assolutamente attivato per correggere l’errore. Ma tale proposta era irrisoria rispetto ai calcoli predisposti dal mio consulente del lavoro, per cui non ho potuto accettarla. A marzo sono venuto a parlare con la Sindaca Ciampolini, per verificare la possibilità di una transazione che potesse soddisfare, almeno in parte, sia me che il Comune, ma non ha voluto nemmeno affrontare l’argomento.

La sentenza di ottemperanza del Tar sembra essere disattesa non solo in relazione al risarcimento del danno, ma anche alla riformulazione della graduatoria. Quali le sue determinazioni sul punto?

In effetti sto aspettando, oltre al risarcimento, anche la riformulazione della graduatoria, nella quale dovrei essere collocato al primo posto. In attesa della decisione finale del Consiglio di Stato (che peraltro poche settimane fa, in occasione della richiesta di sospensiva presentata dal Dr Nesti ha assicurato che provvederà in tempi brevi) nella perdurante inerzia del Comune, ho presentato un ulteriore ricorso allo stesso Consiglio di Stato contro la sentenza Tar sull’ottemperanza, nella parte in cui non ha chiarito esattamente la somma da risarcirmi. È per questo motivo che il Comune sostiene che “nulla è dovuto”. Il loro ragionamento credo sia incomprensibile da un punto di vista di ragionevolezza, giustizia ed equità, prima ancora che giuridico. Credo che se si domandasse a qualunque cittadino quale dovrebbe essere la cifra, chiunque risponderebbe: “la differenza tra quanto ha preso il dr Nesti e il dr Goduto, tra il 2000 ed il 2010” (e la somma è piuttosto rilevante, perché io sono diventato Comandante dopo un po’ di tempo dal concorso in questione). Sembrerebbe intuitiva e semplice, ma non per il Comune di Agliana: esso sostiene che, nel calcolo del dr Nesti, non deve essere computata l’indennità di “posizione organizzativa” che a lui, invece, è sempre stata assegnata. Si afferma che “così ha detto il Tar” (in sentenza di ottemperanza), ma non è affatto così. Purtroppo il Tar non ha fissato criteri certi, riaffermando comunque il diritto al risarcimento.

Attenderà comunque la Sentenza definitiva del Consiglio di Stato o cos’altro?

Come ho detto, il Consiglio di Stato si deve pronunciare sia nel giudizio finale di merito, sia in riferimento alla sentenza di ottemperanza. Dobbiamo attendere ancora.

Nella corrispondenza con la Sindaca, emerge da parte sua una sensazione di profonda delusione e amarezza, nonostante l’esito giudiziale favorevole.

È evidente che non si è tenuto in alcun conto l’aspetto umano in riferimento alla vicenda in tutti questi anni. Ripeto che la questione avrebbe potuto essere definita da tempo, non solo in relazione al risarcimento ma anche alla stabilità del posto del dr Nesti.

Ritiene di rivolgersi al giudice del lavoro per l’azione risarcitoria?

Il giudice del lavoro sarà certamente attivato nel caso in cui, una volta assunto dal Comune di Agliana, non mi venisse attribuita la posizione organizzativa, la quale afferisce alla complessità ed alle responsabilità delle funzioni e non certo al nome della persona.

Eleanna Ciampolini, Sindaco di Agliana
Eleanna Ciampolini, Sindaco di Agliana

Riconosce possibili le azioni di tutela che molti cittadini intendono esercitare rivolgendosi alla Corte dei Conti?

In effetti credo che, se il Comune di Agliana sarà condannato a risarcire per intero la somma fissata dal mio consulente, emergerebbe una notevole differenza tra quanto avrebbe invece potuto risparmiare, con una transazione. La Corte dei Conti, in generale, condanna al pagamento delle somme pubbliche che si sarebbero potute evitare.

Esistono, che lei sappia, casi analoghi in Italia?

Veramente un caso paradossale come questo dove, in pratica, mi si dice che dovrei essere contento che non mi hanno assunto, credo non abbia precedenti… Capisce?

Come potrà collaborare – dopo l’esito della sentenza definitiva – con un’amministrazione comunale contro la quale si è trovato contrapposto da una dilaniante, vessatoria e irrispettata vicenda giudiziaria?

Ci sarà un nuovo Sindaco: di qualunque parte politica sia, auspico di trovare una persona ragionevole e serena, consapevole di tutti gli aspetti della vicenda. Un’amministrazione che mi dia le possibilità di operare. Da parte mia sarebbe il quarto Comune dove farei il Comandante (il quinto se si considera anche una parentesi di facente funzioni a Pietrasanta) e dovunque, credo di aver lasciato un buon ricordo.

 

TANTO PER DIRE

 

Il Comune di Agliana
Il Comune di Agliana

È QUALCHE anno che battiamo su questo tasto e che l’amministrazione aglianese fa finta di niente.

Il caso-Goduto è davvero un paradosso: il Comune perde, se ne impipa, manda in tasca la giustizia, ma organizza – con tutti i suoi fiancheggiatori pubblici, semipubblici e privati: dalle associazioni ai magistrati di punta – sfilate e marce della legalità. Siamo al paradosso: come se in Vaticano si decidesse di fare davvero pulizia dei preti pedofili, ma ogni anno se ne facesse beati un bel mucchietto.

Anche stavolta – rileggete bene l’intervista – si vede che, pur chiamati alla conciliazione, i signori della Giunta, Ciampolini in testa, non hanno mai voluto pensare seriamente a una transazione. Troppo il gusto del comandare a dispetto dei santi e dei fanti?

Deve essere un vizio di Agliana quello di non voler trattare: ve la ricordate la storia del signor Artioli e dei Mangoni, il caso-Misericordia? Alla fine, per non trattare, si raggiunsero cifre astronomiche di rifusione di danni e di spese – e non lo abbiamo detto noi, l’ha detto il Tribunale civile di Pistoia con sentenze, peraltro, passate in giudicato che bollano senza remissione la non-intelligenza della direzione della Misericordia.

Si vede proprio che Agliana è un’isola a sé. Dove si crede che managerialità e democrazia siano l’andare avanti a testa bassa.

Col rischio di trovarsi decapitati com’è successo al Presidentissimo Artioli, ahilui!

Edoardo Bianchini

Print Friendly, PDF & Email