GENOVA. Nonostante che la casta si blindi contro il pericolo di essere smutandata (vedi), la notizia che Beppe Grillo è stato assolto in appello dall’accusa di diffamazione nei confronti del tesoriere del Pd Antonio Misiani, non avrebbe avuto alcun interesse se non fosse per il contenuto della vicenda.
Il leader 5 Stelle era stato trascinato in tribunale per avere espresso semi di critica politica sul malcostume della condotta di alcuni tesorieri di partito, registrata dalle cronache politiche risalenti al 2012.
Avuta notizia della sentenza, Grillo ha ribadito che non sarà felice per la restituzione di 30mila euro pagati quale provvisionale nella sentenza di primo grado, ma sarà, al contrario, molto soddisfatto per la riaffermazione etica del “principio di libertà e diritto di critica” ignoti a molti pm e giudici delle prime cure.
Come si vede – e come dobbiamo incessantemente sperare –, c’è sempre, un giudice che ragiona senza il cervello fasciato da una tessera…
[Alessandro Romiti]
Si, chiaro che la cosa è importantw, ma noto due fatti:
– siamo sempre appesi alla discrezionalità di un giudice
– Grillo è giustamente contento….peccato che all’interno del movimento chi lo critica fa sempre una brutta fine
Massimo Scalas