PISTOIA. I reati ambientali? Grazie al Governo Renzi non esistono più. O meglio, si fa fatica a classificarli tali.
Anche Pistoia, nella sua piccola dimensione, i reati connessi all’ambiente sono all’ordine del giorno.
Raccontiamone uno. L’altra mattina, 7 giugno, nell’aula penale di san Mercuriale, si è tenuto un processo dinanzi al giudice monocratico Jacqueline Monica Magi.
Sull’imputato, un giovane titolare di un esercizio commerciale piuttosto noto in città, pendeva l’accusa di due reati: “concorso con ignoti per abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi da parte di titolari di imprese” e “trasporto di rifiuti speciali non pericolosi in assenza della prevista iscrizione all’albo delle imprese”, entrambi disciplinati dal D.lgs 152/2006.
In aula penale, l’ispettore superiore scelto del Corpo Forestale di Pistoia Marco Marchionni, teste del pm titolare dell’indagine Luciano Padula, ha raccontato i fatti accaduti nel 2013. Durante un servizio di controllo del territorio, l’ispettore aveva scoperto, a Germinaia, insieme ad un agente, uno scarico di materiale edile in mezzo ad una stradina sterrata, occludendola. Si trattava di calcinacci provenienti dalla demolizione di sanitari e mattonelle da cucina, il tutto sottoposto a sequestro penale dal Corpo Forestale – Comando stazione di Pistoia.
Ma ahimè. L’incauto autore di questo bello scenario non si era accorto (o forse aveva gettato) di avere lasciato dei documenti in mezzo a tutti quei calcinacci, documenti dai quali è stato possibile risalire alla provenienza dei rifiuti.
Il titolare dei documenti, risultato poi autore del reato, aveva cercato invano di giustificarsi, raccontando di aver affidato il materiale edile ad una ditta sconosciuta, della quale non aveva saputo fornire né il nome né informazioni precise. Da qui, l’accusa dei due reati.
Bene. Fino a qui ognuno di noi si aspetterebbe la giusta punizione per lo scarico di quei rifiuti in mezzo ad un bosco.
Niente di che. La giudice Magi non ha potuto far altro che pronunciare l’assoluzione “per intervenuta legge per reati di lieve entità”, cioè il D.lgs. 28 del 2015.
Grazie, infatti, al decreto che apporta alcune modifiche al codice penale, “Nei reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, valutate ai sensi dell’articolo 133, 1° comma, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento non è abituale”.
Praticamente sono esentati quasi tutti i reati ambientali, eccetto forse gli incendi.
I firmatari del decreto? Matteo Renzi, Andrea Orlando, Pier Carlo Padoan. Con la supervisione di… Sergio Mattarella.
Insomma, un bel passo in avanti per la (in)giustizia italiana.
E poi non si colpevolizzino i giudici se le leggi sono fatte così male.
[Alessandra Tuci]
L’ultima riga conclude l’articolo in modo magistrale: “Non si colpevolizzino i giudici se le leggi sono fatte così male.” Non solo questa, ma una miriade di leggi, a cominciare da quelle che dovrebbero combattere la criminalità organizzata, sono fatte, volutamente, e quindi con dolo, male; perché ancora non si sa bene, in certe occasioni almeno, da che parte stia lo Stato.
Quanto alla frase citata all’inizio, ci riflettano gli sciocchi, i superficiali, ed altre categorie ancora, continuamente pronte a sparare sempre e solo sulla magistratura (certamente non esente da colpe talvolta anche gravi, ci mancherebbe!).
Piero
Buona sera ….no…è che se fanno le leggi fatte bene i primi che vanno in galera sono loro….questo penso sia il cuore della questione.
Notte!