PISTOIA. Pronti, partenza, via. Il processo a Giuliano Sichi, ex economo della disciolta Comunità Montana, questa mattina, 14 giugno, non ha avuto finalmente rinvii.
Si parla dei due procedimenti contro l’imputato: l’accusa di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale (procedimento 926/2015, quello dei tagli boschivi) e l’accusa di peculato per aver sottratto dalle casse dell’ente almeno 1 milione e 143 mila euro dal 2001 al 2011 (854/2014).
Con più di un’ora di ritardo, questa mattina i due procedimenti sono stati riuniti dal Tribunale in composizione collegiale, composto dai giudici Gaspari, Martucci e Bizzarri, prima dell’audzione di due testi del pm.
Presenti in aula penale gli avvocati Pamela Bonaiuti, difensore di Sichi (assente), Andrea Ferrini per la provincia di Pistoia, Vito Di Berardino per i Comuni di Cutigliano, Abetone e Piteglio, Gentile per la Regione Toscana e Giovanni Sarteschi per i Comuni di San Marcello e Sambuca Pistoiese. Assente l’avvocato Parondi per il Comune di Pescia. Presenti anche Graziella Cimeli e Flavio Ceccarelli in rappresentanza del Comitato recupero ammanco Comunità Montana.
Dopo aver ammesso la costituzione della Provincia come parte civile (nonostante l’avvocato Bonaiuti avesse chiesto l’inammissibilità), il collegio ha proceduto all’istruttoria con l’escussione dei testi Cristiana Baldassarri, che lavorava all’istituto finanziario insieme a Sichi, e Daniela Bartoli, rappresentante dell’ufficio di segreteria e poi dell’ufficio del personale.
La prima, trattandosi di teste in rinnovazione, era già stata sentita a gennaio 2015. Questa mattina doveva rinnovare la propria testimonianza. Con tono di voce basso e confuso, la donna ha detto di ricordarsi poco di quello che aveva testimoniato più di un anno e mezzo fa.
Alla domanda da parte del difensore Bonaiuti sui chiarimenti relativi alla denuncia di furto fatta ai carabinieri di San Marcello il 26 ottobre 2011, durante la quale sarebbe stata sottratta una cartellina con documenti relativi a “fondi dell’ente deviati dal loro fine istituzionale”, la teste ha dichiarato di ricordare poco.
Più nitida invece la sua testimonianza sulla mancanza del bilancio consuntivo del 2010.
“Come è possibile – chiede l’avvocato Bonaiuti – che sia stato fatto il bilancio di previsione del 2011 e del 2012, se mancava quello consuntivo del 2010?”.
Più precisa, invece, la testimonianza ex novo di Daniela Bartoli. Alle numerose domande fatte prima dal pm Luigi Boccia, poi dal difensore di Sichi, la donna ha risposto di essere venuta a conoscenza dalla stessa Baldassarri (e da Fini, altro teste) di un mandato emesso a favore di Sichi e della riscossione di quest’ultimo di contanti su un capitolo riguardante il personale forestale.
Bartoli, Baldassarri, Fini e Berardino (altro collega) avrebbero poi avvertito di tali fatti la dirigente, Rosa Apolito.
La donna ha poi spiegato in aula come avveniva la procedura di vendita della legna da ardere: le somme venivano riscosse direttamente da Sichi: lui poi avrebbe dovuto versarle in banca.
Se Sichi non c’era, le somme venivano riscosse dalla stessa teste o dal collega Enrico Berardino, e poi consegnate a Sichi. Una procedura, come ha affermato la stessa Bartoli, non prevista dal regolamento di contabilità (trattandosi di ente pubblico avrebbero potuto essere incassate solo somme irrisorie). “Non lo sapevo – ha ammesso la teste – vedevo che quella era la prassi ricorrente”.
La anomalie, a detta della teste, risultavano anche dai versamenti Inps agli operai forestali, denaro contante che avrebbe dovuto essere versato alla banca.
Alle domande dell’avvocato Bonaiuti, però, la teste è diventata più incerta: non sa se una sola reversale avrebbe potuto riferirsi a più persone, “è complicato stabilirlo – afferma – l’elenco delle persone che prendevano la legna spesso non corrispondeva al numero delle reversali”.
Ultimo “cavillo” quello riguardante le spese di rappresentanza, spese che devono essere imputate al relativo capitolo di bilancio e che, a detta della teste, spesso venivano imputate ad altri capitoli. Spese di cui la teste non ha saputo definire l’ammontare.
Prossime puntate il 20 settembre e l’8 novembre, con l’escussione di altri testi del pm.
Intanto si attende il processo di dopo domani, 16 giugno, che vede imputati gli ex dirigenti della Comunità Rosa Apolito e Roberto Fedeli e i sindaci revisori Antonella Giovannetti e Alessandro Michelotti, accusati di concorso doloso in peculato per omissione di controllo.
[Alessandra Tuci]
IL Bancomat per i politici e la politica della montagna e non solo, per 30 e oltre lunghissimi anni.
Adesso gli ex Presidenti, Assessori e tanti di quelli che hanno avuto incarichi nella defunta Comunità Montana, miracolosamente guariti e non più ciechi e sordi, tutti in prima linea sul palcoscenico dei nuovi soggetti rampanti della Montagna Pistoiese, pronti a salire sul ponte di comando per salpare verso nuovi lidi, con un obbiettivo preciso: trovare un nuovo bancomat.
Caro Flavio,
noi ci conosciamo e certe cose ce le siamo dette altre volte. Come è possibile, mi continuo a domandare, che in montagna (ma non solo lì, se è per questo) girino, in un modo o nell’altro, dopo i trenta anni che hai detto tu, sempre i soliti nomi? Possibile che non siate riusciti ad operare un minimo di ricambio, nonostante tutto quello che è successo e tutto il malcontento che avverto serpeggiare in montagna?
Piero Giovannelli