EPPURE, nel nostro piccolo, notiamo con crescente senso di impotenza, come tutti quanti si sforzino di preconizzare sfaceli, annunciare disfatte, nel migliore dei casi straparlare rifacendosi alle guerre puniche per spiegare come e quanto l’uscita (?) dell’Uk dall’Unione Europea cambierà le nostre vite.
Asfissiante.
Premesso che l’exit è tutta da fare (accordi, firme, norme: anni) e per quanto Cameron che è il Prime Minister di una delle potenze mondiali, patria della democrazia da almeno otto secoli, possa essere stato avventato — possa aver sbagliato a proporre cotanta scelta a un popolo che, a sentire i commentatori più adamantini e variegati, è composto di vecchi privi dei fondamentali per scegliere — c’è stato un voto.
Voto uguale, libero e segreto dice la nostra Costituzione, che ormai da un bel po’ di tempo viene tirata come l’elastico delle mutande Slappa (quello che non ritorna indietro).
E se agli italiani il permanere nell’Unione Europea è cosa grata, non hanno niente da temere, se invece scalpitano per uscire si facciano sentire.
Non è stato chiesto agli italiani se volevano entrare a far parte di questo sovrastato (che curiosamente può imporre leggi a tutti senza far riferimento ad una Costituzione comune); non è stata sottoposta a referendum l’adesione all’euro (va bene, c’è l’art. 75 della Costituzione) ma i sistemi fiscali dei vari Stati membri sono profondamente differenti.
In Italia c’è ancora la mafia? C’è ancora la camorra? C’è la corruzione a tutti i livelli? C’è ancora la crisi occupazionale? A Roma, e non solo, fanno il bagno nelle fontane dopo aver fatto la cacca in pubblico? Qualcuno dice: non sarà mica colpa dell’Unione Europea? Ma non sarà mica nemmeno un merito…
Proprio come accade nella vita di ognuno di noi, l’esistere pone di fronte a scelte multiple, difficili perché a ogni opzione corrisponde un numero elevato di conseguenze variabili, non esistono risposte incontrovertibili, certezze granitiche su cui appoggiare una e una sola decisione.
Si può solo procedere per tentativi, da esperire con cautela.
Keep calm, oggi è davvero troppo presto per sputare sentenze – come amano fare gli italiani.
[Paola Fortunati]