misericordia-agliana. CONSERVAZIONE O RINNOVAMENTO?

Ilaria Signori [twitter]
Ilaria Signori [twitter]
AGLIANA. Ci ha non po’ sorpreso l’articolo apparso ieri sul Tirreno dedicato all’elezione del nuovo consiglio e che apre con un ossimoro di non poco conto: l’operazione – scrive Massimo Vitulano – sarebbe stato fatto “all’insegna della tradizione e del rinnovamento”.

L’ossimoro è evidente (o tradizione o novità: neppure San Tommaso saprebbe trovare la terza via…) e ci conforta nella prognosi da noi fatta in anticipo riguardo all’elezione della rappresentante della cordata artioliana, avvocata Ilaria Signori, che, finalmente, è stata scelta in modo corretto come Dio comanda nello Statuto. Questo rinnovamento, consentiteci, sta andando avanti da vari lustri e tra poco saremo a delle vetiste nozze d’argento.

L’elezione-Signori rappresenta, dunque, nei fatti, la conservazione che sussiste all’interno della Confraternita, dove il rinnovamento viene soffocato anche dal blocco (o, a piacere, dal contingentamento) delle nuove iscrizioni di soci, ben dosato e ponderato dal gruppo di potere effettivo e monopolistico di sempre.

Del resto, e non lo diciamo noi, la Misericordia di Agliana è un’associazione privata (alla pari di una bocciofila o di un club del tennis) nella quale le cooptazioni dei soci sono limitate e contingentate agli effetti di esercitare il pieno controllo sull’assemblea dei votanti onde impedire il “rinnovamento” – che somiglia assai all’isola di Peter Pan, quella che non c’è.

Corrado Artioli
Corrado Artioli

Sarà interessante osservare come i giovani consiglieri Cuguru, Marchetti e Natali potranno dare impulso a qualche timido mutamento a fronte dei consiglieri in quota Artioli, un manager ben saldo alla guida della Fondazione della Misericordia.

La Fondazione che è il vertice dell’organigramma del gruppo socio-finanziario di Piazzetta della Misericordia 1, e che, secondo l’ultimo bilancio, ha versato oltre 57mila euro di sostegni alle controllate Unimise e Confaternita onlus.

Colpisce, infine, scoprire che la cospicua perdita di 218.650 € nell’esercizio del 2015 è stata ricondotta, dalla neo-presidente Signori, agli “ammortamenti della sede inaugurata pochi anni fa” (esattamente il 10 dicembre 2010), mentre la versione di Artioli, per i 320mila € persi nel 2013, è stata diversa, dato che il presidente ha accusato della perdita la congiuntura economica e la riduzione dei contributi pubblici erogati dalla Regione Toscana.

Ci fermiamo a questa ulteriore contraddizione e attendiamo ancora le risposte alle domande formulate oltre un mese fa e ancora non pervenute.

Ma siamo consapevoli che le “aziende private” non hanno alcun obbligo di trasparenza e coerenza – anche se contano su fondi e contributi di natura pubblica, cioè di tutti i cittadini che pagano le tasse.

[Alessandro Romiti]

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