M5S: «LA DISCARICA BRUCIA, MA NEL SILENZIO ISTITUZIONALE»

Assemblea per il Cassero. 3. La sala del Francini
Assemblea per il Cassero. La sala del Teatro Francini

PISTOIA-SERRAVALLE. Martedì sera nella sala della Misericordia di Casalguidi si è tenuta la conferenza stampa indetta dall’amministrazione di Serravalle; presenti sindaco, Arpat, Asl e l’assessore Fratoni per la Regione, a tranquillizzare i cittadini sull’accaduto alla discarica del Cassero dove lunedì sera alle 18:30 è scaturito un incendio.

Infiammati anche gli animi delle persone presenti; molte le domande dirette, probabilmente inaspettate, che gli enti si sono visti porre e alle quali si sono limitati a dare risposte sommarie o inconsistenti. Ha aperto il sindaco spiegando a grandi linee l’accaduto. Due le ipotesi: auto combustione la prima, incendio doloso la seconda, entrambe attualmente al vaglio degli inquirenti.

La prima domanda che ci poniamo è se sia stata posta sotto sequestro l’intera area e sia stata aperta una indagine da parte della magistratura, con i dovuti avvisi di garanzia nei confronti dei responsabili della discarica. Non si hanno notizie in merito.

Passata la parola al tecnico Arpat, questi ha tentato, venendo più volte interrotto da cittadini che chiedono verità su quanto bruciato e sulle eventuali ricadute sulla salute, di spiegare cosa fosse presente in discarica e l’entità dei fumi sprigionati, oltre alla propagazione che gli stessi hanno avuto nei comuni limitrofi.

Arpat spiega come le sostanze bruciate siano scarti di carta, rifiuti tessili e rifiuti derivanti da lavorazione di altri rifiuti, spiega poi come l’incendio sia stato domato nella mattinata di ieri anche con l’intervento di un elicottero proveniente da Bologna, poiché in Toscana non sono attualmente presenti elicotteri, e che i fumi scaturiti hanno interessato l’area fino a 2 km di distanza dalla discarica.

Incendio dela discarica del Cassero. 7
Incendio dela discarica del Cassero.

Alla popolazione è stato richiesto di non consumare verdure in quel perimetro, allarme che pare essere stato ritirato nella giornata di mercoledì.

Qui viene da chiedersi come mai non abbiano guardato oltre il Montalbano dove per la causa dei venti che soffiavano da Est-Ne i fumi sono stati portati sui comuni di Larciano, Monsummano, Pieve, Lamporecchio e sopra il Padule.

Tra le mancanze più gravi si rileva come i sindaci di tutti questi comuni non abbiano effettuato ordinanze per avvertire i cittadini di quanto stava accadendo e sulle precauzioni da prendere.

Oltretutto nella nostra zona non è per niente chiaro quali controlli specifici siano stati attivati sull’aria, sulle acque e sul vegetale a consumo umano. Arpat conferma che dalle sue analisi il fumo scaturito conteneva sostanze nocive unicamente se respirate in modo diretto; non ha poi però chiarito le tipologie e le concentrazioni.

È facilmente intuibile che potrebbe trattarsi di diossine in quantità ancora sconosciuta, per questo va capito come agire per i controlli nei prossimi mesi, in modo specifico sulle colture di olio e vino locali.

E tutte le aziende biologiche? Potranno continuare a fregiarsi della certificazione?

L’assenza di rappresentanti della ex provincia e dei comuni coinvolti, i quali uffici si sono inadeguatamente astenuti dal fare la dovuta informazione sull’emergenza, ha trasmesso ai cittadini il disinteresse totale da parte delle amministrazioni per la popolazione e gli interessi personali che invece sono sempre priorità.

Durante la conferenza si è davvero troppo minimizzato sull’accaduto e sulle ricadute postume, che non dovrebbero essere invece sottovalutate. La paura è nata spontanea nelle persone dal veder ripetersi, sul nostro territorio, ciò che si è già visto accadere nella “terra dei fuochi”.

Assemblea per il Cassero. 2
Casalguidi. Assemblea per il Cassero

Chiediamo che siano al più presto attuate procedure specifiche, maggiori controlli e la immediata revisione delle autorizzazioni.

A detta del sindaco di Serravalle la discarica del Cassero ha ancora un 35% di attività da svolgere prima della sua chiusura; a nostro parere ciò non significa che non si debba verificare e controllare la situazione.

Stesso discorso vale anche per le altre discariche presenti in Valdinievole; quella di via Casaccia a Lamporecchio, quella del Fossetto a Monsummano, e la ex discarica del Bottaccino.

Come cittadini chiediamo la verità su quanto accaduto, sulle ricadute in campo ambientale e sulla salute. Chiediamo che sia fatta una indagine sull’attività operativa storica della discarica e su cosa realmente sia bruciato.

Chiediamo che siano estesi immediatamente i controlli dell’Asl sulla Valdinievole e sul Padule. Chiediamo inoltre il perché le amministrazioni dei comuni coinvolti non abbiano informato i cittadini né durante né dopo l’accaduto e cosa intendano fare le istituzioni per la sicurezza presente e futura.

Confidiamo nella massima vigilanza da parte delle autorità competenti affinché possano prevenirsi fenomeni di criminalità organizzata legata ai rifiuti.

[valdinievole 5 stelle]

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