231 GIOVANI SCRIVONO A BERTINELLI: «FORTE PREOCCUPAZIONE SUL FUTURO DEL BLUES»

Il mercatino Blues
Il mercatino Blues

PISTOIA. “Forte preoccupazione sul futuro del Pistoia Blues e più in generale sugli eventi legati al luglio pistoiese”.

A dirlo sono un gruppo di 231 ragazzi pistoiesi che hanno preso mouse e tastiera e hanno scritto al sindaco Samuele Bertinelli per chiedere più coinvolgimento e partecipazione a partire dalla prossima edizione del Festival. Il tutto partendo da due elementi imprescindibili: da un lato la tutela della sicurezza e del decoro urbano, dall’altro la volontà di ridare al Pistoia Blues la dignità che merita e che in questi ultimi anni è andata perduta.

“Si è passati infatti da un estremo all’altro. Dall’assenza di regolamentazione all’ipocrisia delle ordinanze a tolleranza zero sull’alcol, da mercatini di ogni genere, molti dei quali abusivi e fuori contesto e controllo, alla scelta miope di spostarli prima e abolirli poi. Negli ultimi anni l’amministrazione ha cambiato la natura del Festival. Non più una serie di eventi concentrati in un fine settimana lungo, ma più concerti spalmati nell’arco di un paio di settimane. Non più la città protagonista, ma una sola piazza, il Duomo, con il contorno svuotato di tutto ciò che rendeva unico il Blues”.

“In buona sostanza dunque, un Festival che altro non è che un cartellone di concerti, molti dei quali di indubbia qualità, ma separati dal contesto della città. Ci chiediamo quanto questa scelta sia in linea con il sentire comune, con la natura del Festival, consapevoli come siamo che il dovere di un buon amministratore è anche quello di prendere scelte impopolari, se fatte però per quello che si ritiene essere il bene della città. La domanda è: il Festival così come lo conosciamo oggi è un bene per Pistoia? Noi crediamo di no e pensiamo che sia l’ora di intervenire. Come giovani pistoiesi, chiediamo all’amministrazione, in vista ormai delle manifestazioni del prossimo anno, di avviare un percorso partecipativo per la riforma del Blues e del Luglio pistoiese, cercando un dialogo serrato con i cittadini, gli operatori economici, le associazioni di categoria e rappresentanti dei giovani”.

“Crediamo che nulla sia perduto e che si sia ancora in tempo per ricostruire un Festival lontano dagli eccessi del passato ma più vicino a chi la città la vive ogni giorno. Un Blues per i pistoiesi che però abbia anche l’ambizione di tornare ad essere un polo di aggregazione per le migliaia di giovani e meno giovani che ogni anno, al di là dei concerti, raggiungevano Pistoia da tutto il mondo perché universalmente riconosciuta, proprio per il Festival, come capitale della musica, dell’integrazione, del dialogo, della fusione tra realtà diverse. Oggi queste peculiarità sono state affossate nel nome di una nuova (quanto legittima, sia chiaro) visione della manifestazione che però noi – lo ripetiamo – riteniamo profondamente sbagliata”.

“Correggiamo insieme gli errori del passato, apriamo un confronto aperto e schietto sul senso della manifestazione, al di là degli sterili dibatti sui numeri di questo o quel concerto che si sa, sono relativi e non necessariamente indicativi del valore di una manifestazione. Non è una questione di presenze in piazza e nemmeno di cartellone. Il problema è che la città intorno non vive, o vive al pari di qualsiasi altra sera di luglio. Il nocciolo è che questa amministrazione ha preso un pezzo di storia della città e lo ha svuotato. Certo, si dirà, l’obiettivo era quello di promuovere la città, ma la direzione, francamente, ci sembra quella sbagliata”.

Pistoia Blues 2015
Pistoia Blues 2015

I firmatari:

Giulio Colomeiciuc, Mirko Manfredi, Bruno Leka, Alessandro Giampà, Niccolò Borri, Matteo Fasciana, Bernard Dika, Lorenzo Arcangeli, Francesco Natali, Alban Zadrima, Andrea Borsi, Federico Chironi, Michael Manfredi, Danilo Barretta, Simone Gradi, Jacopo Innocenti, Giulia Aiello, Gennaro D’Isa, Giovanni Sardone, Virginia Francesconi, Elisa Gori, Giovanna Niccolai, Nicolò Del Pero, Matteo Niccolai, Lorenzo Zoppi, Wassim Najah, Alessio Mauro, Arbina Dika, Nicola Cozza, Denise D’Accico, Costanza Strumenti, Niccolò Gelli, Lorenzo Cipriani, Lorenzo Innocenti, Susanna Sassoli, Mario Dedaj, Gianluca Doronzo, Gabriele Gallorini, Roberto Rossi, Filippo Niccolai, Irene Vannacci, Matteo Cristiano, Leonardo Tognozzi, Ottaviano Augusto Costa, Matteo Zucchelli, Daniel Gocaj, Matteo Peloso, Klevis Pllumbi, Nicola D’Erasmo, Francesco Bresci, Daniele Polacci, Giovanni Bernardi, Alberto Treshaj, Giacomo Beccano, Rikardo Mhillaj, Rosvald Kokojka, Lorenzo De Santis, Alberto Nuti, Matteo Baroncelli, Lorenzo Meoni, Francesco Sergio, Federico Panico, Cristian Basili, Elisa Chelucci, Fabio Barni, Niccolò Monaco, Gregory Mannori, Antonino Madonia, Vinicius David, Leandro Marinho, Manuel Iodice, Edoardo Baldi, Daniel Necula, Andrea Ballotti, Francesco Nerozzi, Giulio Natali, Marco Pascali, Any Sulejmani, Roberto Marsella, Francesco Penta, Esler Cukaj, Eleonora Zara, Gian Maria Filoni, Camilla Petrini, Elisabetta Marsala, Alessio Procelli, Arwen Frangioni, Alberto Tesi, Angelo Vallaj, Lorenzo Merlini, Giovanni Gallà, Sacha Ieri, Giacomo Innocenti, Iacopo Dani, Serena Dami, Gregorio Menchi, Andrea Luongo, Paolo Scalzo, Frosini Matteo, Alessandro Ferri, David Antonucci, Klej Luka, Simona Borchi, Martina Arcangioli, Pietro Gori, Sergio Alexander Muttini, Erik Gjata, Andrea Antonucci, Giovanni Di Fazio, Simone Truisi, Lorenzo Piccoli, Giacomo Fronzoni, Antonio Montoro, Paolo Bartolini, Jacopo Pulcini, Edoardo Gaggioli, Niccolo Carli, Lorenzo Montini, Federico Spagnesi, Maurizio Grazioso, Bruno Naselli, Vannucci Daniele, Lorenzo di vita, Nicola stefanelli, Andrea valente, Gabriele melani, Chiara melani, Camilla romoli, Carlotta mazzoni, Tamara Tascone Gabriele Filippi Matteo Breschi Alice Guerrieri Francesco Petrelli Francesco Carillo Francesco Pierri Sara Baldi Rey kalaria Karim hamri Francesco de Luca Gabriele palumbo Cecilia Mungai Julian Iannotta Caterina Sguanci Giulia Carrella Marco Gualandi Denis Maraj Davide Baglio Mattia maraviglia Andrea Bucciantini Pierluigi Maltagliati Francesco Belliti Giulia Toppi Maira Ricciardiello Massimo Paganelli Francesco neri Bianca Arcangeli Andrea Lo Piccolo Alberto Zoppi Alessandra Jakaj Emilio santorufo Ditmir Derguti Mattia Montagni Edoardo Leporatti Gian Luca Filoni Gennaro Falanga Leonardo Campigli Noemi molina Matteo Ciofi Victoria chiudi Marco Benini Luca Pellegrini Alessandro Aurelio Alessandro Bertolucci Alessandro Bertocci Filippo Nuti Gabriele Baldasseroni Elena finocchi Igli Xhafa Leonardo Azzini Andrea Mazzei Dennis Monticelli Alessio Procelli Gandolfo Federico Immordino Alberto Lucarelli Simone Pagnini Silvia Bai Francesco Lucarelli Gabriel Kercaj Paolo Tavernari Luca Tedeschi Michele Francesconi Francesca Tumillo Greta Baioli Serena Trapani Lucrezia Tringi Chiara Conte Stefano Corsetti Giulia Cappelli Giuditta Melosi Niccolò Martini Lorenzo Defi Leonardo Marini Victoria Nerini Martina Biagi Erasmo Nardi Damiano Martini Alessio Monzillo Leonardo Innocenti Lorenzo Acciaioli Matteo Bruno Stefano Martelli Irene Ghezzi Giovanni Paolieri Elia Costantini Stefano Capecchi Gabriele Gramigna Jacopo Noferi Marco Torracchi Pietro Bettazzi Niccolò Reali Sara Napolitano Alessandro Fiorini Adelaide Priami Letizia Calamai Benedetta Rallo Mirta Romagnoli Greta Gai Francesca Conti Francesco Vacante Chiara Mastini Greta Carlesi.

[giovani pistoiesi]

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2 thoughts on “231 GIOVANI SCRIVONO A BERTINELLI: «FORTE PREOCCUPAZIONE SUL FUTURO DEL BLUES»

  1. Se questo è quanto arrivano ad esprimere i ‘giovani’ pistoiesi, auguri!
    Fa un po’ sorridere leggere che altri giovani “raggiungevano Pistoia da tutto il mondo perché universalmente riconosciuta, proprio per il Festival, come capitale della musica, dell’integrazione, del dialogo, della fusione tra realtà diverse”: come no!
    Al massimo questa presunta identità perduta, definita “pezzo di storia” (e sarei davvero curioso di farmi raccontare dai 231 giovani la storia di Pistoia che più li affascina…) legata all’atmosfera blues, poteva essere il surrogato delle feste in spiaggia con mercatino etnico e sangria.
    In soldoni quel “contorno […] che rendeva unico il Blues” si sostanziava in un allegro e faraonico pisciatoio a cielo aperto, dove tra una canna e l’altra (e non sono un retrogrado bacchettone: legalizzerei tutte le droghe leggere e subito, voi? magari scrivete al Governo…) passava un’umanità in buona parte sbandata: si può sapere, in maniera circostanziata e più definita e concreta, cosa si dovrebbe rimpiangere?
    Ai 231 giovani sfugge in parte il dato oggettivo: quest’edizione ha visto gli eventi quantitativamente aumentati: infatti si svolgono anche in altre piazze e gratuitamente, evidentemente proprio per aumentare la fruizione della città da parte del mondo giovanile.
    Se poi si riconosce che le presenze in centro, in particolare sulla Sala & dintorni, sono una costante e indice di vivacità cittadina nonché di vocazione alla socializzazione, tutte le critiche espresse appaiono illogiche.
    I 231 giovani potrebbero piuttosto portare l’attenzione su quel catafalco che per circa un mese copre il palazzo comunale, sulle tribune che occupano la piazza, sui cessi che coronano il battistero, sui tendoni e camion di fronte al Duomo e sui camion-bar e tavoli parcheggiati/appiccicati (con regolare concessione) di fronte a S. Giovanni. Perché ad esempio a Firenze, Siena o Pisa certe scene non si vedono, ma l’uso del centro storico e del patrimonio monumentale è più consono alla funzione e alla storia (questa volta sì) dei luoghi?

  2. Volevo condividere una mia riflessione su un aspetto che, probabilmente, sarà balzato all’attenzione di molti cittadini: quello delle condizioni in cui versa Piazza del Duomo al termine di ogni evento del Pistoia Blues. Piazza del Duomo – a mio avviso la più bella piazza centrale della Toscana, anche più significativa di Piazza del Campo a Siena (visto che mostra in modo eminente i poteri temporale e secolare in equilibrio, l’uno accanto all’altro nella vita della città) – viene concessa all’Associazione Pistoia Blues in una condizione di sufficiente pulizia. Al termine di ogni concerto del Pistoia Blues, invece, lo spettacolo al quale il cittadino può assistere è quello di una piazza piena di rifiuti (bottiglie e bicchieri in plastica, cartacce, ecc.), abbandonati a terra dagli spettatori paganti. Uno spettacolo davvero vergognoso. Ma ciò che mi fa riflettere è soprattutto il tipo di mentalità sotteso a questo fenomeno: in pratica lo spettatore pagante, acquistando il biglietto, è come se pagasse non solo la possibilità di godere dell’esibizione dell’artista di turno, ma implicitamente anche la possibilità di fruire dello spazio pubblico a suo piacimento, in maniera individualistica, per cui il biglietto è come se recasse con sé una sorta di supplemento: la licenza di trasformare uno spazio che è e resta pur sempre pubblico – e che, per di più, ha un valore storico e artistico assai rilevante – in un luogo franco dal qualsiasi forma, anche pur minima, di rispetto del decoro. Al termine di ogni evento, per di più, è il Comune e l’intera collettività a farsi carico dei costi dello spazzamento. Ora, capisco perfettamente che questa manifestazione ricopra un’importanza fondamentale e rappresenti per la città e per il commercio un’opportunità, soprattutto dal punto di vista economico, ma ciò che davvero lascia disarmati è la totale assuefazione disinteressata che sembra caratterizzare l’Amministrazione Comunale nell’accettare supinamente questa modalità di fruizione di uno spazio così importante (come, del resto, di tutti gli spazi pubblici): sembra non lo percepisca neppure lontanamente come un problema e, di conseguenza, neppure può attivarsi per reagire a questa modalità dominante di fruire degli spazi pubblici, per cercare di invertire la rotta di questo andazzo generalizzato, prevedendo una campagna di sensibilizzazione e di educazione, che coinvolga sia l’Amministrazione stessa che l’associazione organizzatrice, sul rispetto del luogo di cui si fruisce. Insomma, prima di arrendersi ad una mera e squallida valutazione economica del Blues (quanti soldi porta e poi il resto non conta), si potrebbe anche pensare a come apportare quei miglioramenti che possono trasformare il Blues anche in un’occasione di sensibilizzazione ai temi ecologici e di rispetto del decoro urbano.

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