PISTOIA. Si è presentato alla stampa il comitato per il “no” di Forza Italia.
A rappresentare i colori delle formazione di centro destra c’erano, come capo del coordinamento dei comitati locali, Andrea Gabbani (già assessore nella giunta Severi), Alessandro Sabella consigliere comunale e presidente del comitato di Pistoia per il “no” e Ezio Bennati, che, oltreché responsabile senior, è il decano incorrotto della compagine forzista di Pistoia nonché braccio operativo sul territorio per la diffusione e il presidio ai banchini per la raccolta delle adesioni che verranno.
Si erano uniti al gruppo politico alcuni insegnanti del Coordinamento Docenti Precari, che aderiscono alla campagna per il “no” al referendum contro il governo Renzi che con la Legge 107/2015 detta Buona S[cu]ola ha creato gravi quanto inutili disparità.
Gabbani ha esordito spronando ad avversare Renzi che si dimostra, ogni giorno di più, contro tutto e tutti: contro la scuola contro gli antagonisti politici con cui non dialoga: nessuno mai prima di lui aveva anteposto la propria figura al risultato di un referendum costituzionale.
Il Presidente Sabella ci ricorda che Forza Italia aveva fin dall’inizio tentato di condividere le scelte con Renzi, sembrando ovvio che almeno chi non è stato eletto da nessuno accetti di collaborare con chi è disponibile a farlo… ma date le scelte fatte in proprio dal Primo Ministro che porterebbero ad un Senato di natura ambigua, in cui i senatori sono scelti dai consigli regionali, sottraendo risorse e forze agli enti locali (pensiamo ad un Sindaco che dovesse essere presente a Roma tre giorni a settimana…) non ci resta che votare no a mandarlo a casa. Se ci va.
Era presente tra il pubblico anche Alberto Lapenna coordinatore provinciale di Forza Italia, che ha ribadito con forza le ragioni del no. Alla nostra domanda se questo “no” debba essere intelligente come avrebbe suggerito Gianni Letta, la sua risposta è netta, il nostro no non ha aggettivi, non è un ni, Renzi deve andare a casa e poi si penserà a fare una riforma seria, in cui il Presidente è eletto dal popolo ed il Senato sparisce del tutto.
Gli insegnanti del coordinamento docenti precari hanno confermato la loro vicinanza alle posizioni espresse e anche la loro presenza ai banchini che si troveranno tutti i giorni di mercato davanti al palazzo Balì, anche per illustrare alcuni aspetti più tecnici della riforma a chi avesse bisogno di chiarimenti.
[Paola Fortunati]