PISTOIA. Con la vicenda del varco di San Vitale abbiamo l’ennesimo saggio di quanto il Sindaco consideri il Consiglio Comunale nelle scelte rilevanti per la città o per parte di essa, ossia zero: nessun coinvolgimento, nessuna informazione.
Se non fosse venuta a qualche consigliere di minoranza la curiosità di sapere a cosa si riferisse, nella proposta di deliberazione relativa alla prima variazione di bilancio, quella nuova voce del Piano Investimenti denominata “varco elettronico” nulla avremmo saputo: in questo modo, quasi per caso, senza alcuna comunicazione ufficiale sui lavori del Pums né sulle intenzioni dell’Amministrazione sulle scelte fondamentali della viabilità, il Consiglio Comunale ha appreso di una scelta d fatto già compiuta.
Per quanto in nostro potere presenteremo un emendamento per eliminare questa voce e così porre il Consiglio Comunale nella possibilità di discutere seriamente dell’opportunità di riaprire o meno il “varco di San Vitale”, soprattutto in considerazione delle molte richieste pervenute dai commercianti della zona.
Siamo curiosi di vedere come si orienterà il Pd dal momento che pochi mesi fa quello della riapertura del “varco” fu tema oggetto di una presa di posizione pubblica da parte di consiglieri comunali e di autorevoli esponenti di partito.
Il Pd si farà ancora una volta scavalcare dalle scelte solitarie del Sindaco? Oppure dobbiamo pensare che sia stato già tutto deciso a tavolino e che le scelte fondamentali del Pums siano già state discusse e predefinite in riunioni di partito e di maggioranza da cui è stato volutamente estromesso il resto del Consiglio Comunale?
Che discussione sarà fatta in Consiglio se i contenuti del Pums sono di fatto già tutti decisi? È questo il concetto di partecipazione del Consiglio Comunale alle scelte della Città che il Sindaco ha tanto sbandierato all’inizio del mandato?
Infine, quanto alle dichiarazioni del Sindaco sulla riqualificazione dell’area, indicata quasi a mo’ di contropartita per far digerire ai commercianti la mancata riapertura del varco, queste dimostrano come ormai ci si prenda gioco della buona fede degli amministrati con estrema facilità e senza remore: infatti, il Sindaco dovrebbe essere a conoscenza del fatto che gli interventi del Piano degli Investimenti sono completamente bloccati per la mancata realizzazione delle fonti di finanziamento.
Dunque, con quali soldi si provvederà a riqualificare la zona e a migliorarne l’arredo urbano e soprattutto tra quanti anni?
Margherita Semplici
Alessandro Tomasi
Alessandro Capecchi
Stefano Gallacci
Vado un po’ (ma non troppo) controcorrente: al di là dei metodi mi pare una decisione ragionevole. Se non sbaglio l’arch. Perugi, del comune, già negli anni passati, aveva a più riprese documentato tecnicamente i benefici della chiusura del varco di S. Vitale.
Del resto è condivisa l’idea di allontanare il più possibile le auto dai centri urbani nell’ottica di indurre l’automobilista a percorrere il più possibile tangenziali e strade esterne.
Cioè non usare, in questo caso, corso Gramsci come tangenziale urbana di attraversamento, per andare da sua a nord: per questa funzione è ragionevole e socialmente sostenibile percorrere la superstrada.
Al limite si può pensare di concedere un pass ai residenti dell’area ztl, ma anche per questa opzione servirebbe una valutazione più circostanziata.
Personalmente conosco un esercente che ha aperto un’attività lì e ritiene che il varco sia un elemento di qualificazione della zona.
Insomma l’idea nasce da un’elaborazione degli uffici, non è campata in aria e soprattutto ribadisce il principio di far fruire la città alle persone e usarla il meno possibile come arteria viaria.